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Edizione del 24/01/2021
Estratto da pag. 1
Brusaferro (Iss) sul caso Lombardia: «Polemiche inaccettabili. Hanno modificato i dati e ci hanno chiesto di ricalcolare»
La versione del presidente dell’Istituto superiore di sanità: «Si sono accorti di aver sbagliato con una settimana di ritardo. L’algoritmo? Ora non si dica che non funziona»

Una settimana in zona rossa per errore. Un calcolo sbagliato dei dati sull’andamento dell’epidemia da Coronavirus in Lombardia ha aumentato la tensione tra giunta regionale e Cabina di regia. E se Attilio Fontana e Letizia Moratti ripetono che la colpa è di Roma e che ora la Regione «dovrà essere risarcita», Silvio Brusaferro non ci sta. Queste polemiche sono «inaccettabili», ha detto in un’intervista a La Repubblica. «Hanno modificato i dati, ci hanno mandato un’email e ci hanno chiesto il ricalcolo dell’Rt della settimana precedente».

La Lombardia dunque, stando al presidente dell’Istituto superiore di sanità, avrebbe chiesto eccome quella famosa rettifica, più volte smentita dal suo presidente e dalla sua vice. E – avverte – non si tiri in ballo l’algoritmo malfunzionante che serve a elaborare il monitoraggio: «I sistemi di calcolo che usiamo sono da sempre gli stessi e funziona allo stesso modo da 36 settimane per tutte le Regioni», ha sottolineato. «Tutte le variabili che contiene, e il modo nel quale si arriva alla definizione del rischio, sono evidenti anche dal materiale fornito nel rapporto pubblico e che si ritrova nei siti ufficiali».

Soprattutto, dice Brusaferro, la Lombardia sapeva già il 13 o 14 gennaio il risultato dei calcoli sull’Rt – elaborati da Iss e Fondazione Kessler. D’altronde, «i numeri vengono sempre rimandati alle Regioni» prima della firma delle ordinanze il venerdì. Eppure, prima del 20 gennaio, dalla Lombardia non c’è stata nessuna protesta o richiesta di chiarimenti. «Tutto è passato senza problemi, altrimenti avremmo fatto un secondo calcolo, come succede spesso dopo le richieste regionali».

Davanti a un Rt all’1,4, la Regione non ha protestato. Lo stesso Fontana aveva paventato dati da zona rossa l’11 gennaio, cioè prima del responsi della Cabina di regia. Perché alzare la mano una settimana dopo, allora? «Posso immaginare che abbiano fatto un’analisi dei loro database e visto situazioni che andavano modificate», ha commentato Busaferro. «Una volta intervenuti, ci hanno chiesto di rifare i calcoli».

Immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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