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Edizione del 20/01/2021
Estratto da pag. 1
Vaccini, c'è l'intesa: la Regione si affida ai medici di famiglia TORINO. Ora manca solo il vaccino. Non quello di Pfizer, riservato alle categorie prioritarie contemplate nella fase uno, che peraltro si fa attendere: la semi-fornitura attesa ¡eri arriverà oggi, almeno si spera. E nemmeno quello di Moderna. Troppo difficili da conservare. Troppo complessi da preparare prima della somministrazione, anche. A fare la differenza, nella vaccinazione degli over 80, e a discendere, sarà il prodotto di AstraZeneca, meno impegnativo (o altri con caratteristiche analoghe) che a fine mese dovrebbe essere sdoganato dall'Ema. In quest'ottica, il "V-day" per gli over 80 calendarizzato dalla Regione il 30 gennaio, impiegando le prime dosi disponibili del vaccino Moderna, avrà un valore simbolico. Fatta la premessa, l'accordo raggiunto in Piemonte per il coinvolgimento dei medici di medicina generale nella campagna di vaccinazione anti- Covid è un passaggio importante: finalmente si sa chi farà cosa, e come. Parliamo dell'intesa tra la Regione e i sindacati dei medici di famiglia siglata alla presenza di Alberto Cirio, e dell'assessore alla Sanità leardi. E' stato lo stesso Cirio a spiegare il merito della questione: «II Piemonte è pronto alla vaccinazione di massa attraverso gli oltre 3.200 medici di famiglia, siamo tra le prime regioni a sigiare un accordo di questo tipo». «Per la vaccinazione antinfluenzale i medici di base hanno vaccinato in meno di due mesi un milione di persone - aggiunge leardi -. Abbiamo siglato questo accordo, coperto con fondi regionali, ma nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, che coordino. chiederemo il finanziamento dell'iniziativa». * ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER SUL COVID I medici di base potranno vaccinare nei propri studi, avvalendosi delle strutture messe a disposizione delle Asl o dagli enti locali, oppure a domicilio (in caso di persone non deambulanti). In una prima fase il target degli assistiti sarà rappresentato dalle persone in età avanzata, in primo luogo over 80, e dalle persone non deambulanti. Nelle fasi successive il target di popolazione da vaccinare seguirà le indicazioni nazionali e regionali. Particolare attenzione, spiegano dalla Regione, sarà rivolta ai soggetti "scettici" contattati e informati sull'importanza del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee alla somministrazione. Attenzione: i medici potranno vaccinare non solo gli assistiti in carico, ma anche altri assistiti comunque residenti nel territorio della Asl di riferimento. Sarà ammessa l'adesione dei medici di continuità assistenziale, su base volontaria, in orario diurno e feriale ai quali verrà corrisposta la stessa remunerazione: 6,1 á euro ad inoculo (più oneri), come da contratto nazionale. Su base volontaria perché Fimmg Piemonte, principale sindacato di categoria dei medici di base, ha già risposto per le rime al diktat lanciato il 13 gennaio dal Dirmei: «Le attività svolte dalle Lisca sono definite per legge, pertanto non è possibile ricomprendere attività non già previste dal contratto di ingaggio se non a carattere volontario o in seguito a nuova contrattazione collettiva». Per la Regione si stima un impegno di 30-40 milioni, calcolando una platea tra i 2 e i 3 milioni di persone a carico dei medici di base e tenendo conto del richiamo. «Giornata storica», per Roberto Venesia, Fimmg. «Da un anno siamo impegnati contro la pandemia», ricorda Antonio Barillà, Smi. «Accordo importante» per Mauro Grosso Ciponte, Snami. «Un buon accordo» per Marcello Ardizio, Intesa sindacale. Manca ancora il vaccino, ci sono i sommimstratori: comunque un punto di partenza. — © RIPRODUZIONE RISERVATA -tit_org- Vaccini, c'è l'intesa: la Regione si affida ai medici di famiglia