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Edizione del 19/01/2021
Estratto da pag. 1
Covid, la vaccinazione rallenta. Ulteriori ritardi Pfizer
Governo e Regioni intraprenderanno “azioni legali concordate”
ASSOCIATED PRESSA meno di venti giorni dall’avvio, il prosieguo della campagna vaccinale anti Covid si fa più accidentato. Di sicuro più lento, visto che Pfizer BioNTech ha annunciato che anche nella prossima settimana ci sarà una pur lieve riduzione delle consegne delle dosi. E Governo e Regioni si sono trovati d’accordo sulla necessità di intraprendere quelle che Francesco Boccia ha definito “azioni legali concordate” contro la casa farmaceutica statunitense. “Pretendiamo chiarezza e rispetto per il nostro Paese sugli accordi europei presi. Abbiamo la necessità di chiarezza sulle distribuzioni settimanali senza più riduzioni unilaterali senza preavviso”, ha detto il Ministro per gli Affari regionali nella riunione di stasera chiesta dai Governatori, con il ministro della Salute, Roberto Speranza,e il commissario Arcuri per discutere sulle soluzioni da adottare per far fronte ai tagli nelle forniture e ai ritardi nella consegna delle fiale annunciati dalla multinazionale Usa. Oltre due ore, al termine delle quali Arcuri in una nota ha annunciato ritardi nelle consegne anche per la settimana prossima, sottolineando le “azioni” da“intraprendere a partire dai prossimi giorni in tutte le sedi, civili e penali, in cui ciò sarà possibile”.I Presidenti delle Regioni hanno chiesto rassicurazioni per evitare che le decisioni, assunte in maniera unilaterale, da Pfizer vanifichino gli sforzi fatti finora e poter garantire al milione e 203.594- in tutto i vaccinati sono 1.210.745, 6881 hanno avuto anche la seconda dose - di italiani che ha già ricevuto la prima dose di fare anche il richiamo.Per rispondere ai ritardi della multinazionale, il Governo rimetterà mano al piano presentato a inizio dicembre in Parlamento dal ministro della Salute, Speranza.Sarà ilcommissario Arcuri a distribuire le fiale per portare tutte le Regioni alla stessa percentuale di dosi rispetto al taglio imposto da Pfizer e consentire così la somministrazione dei richiami. Decisione necessaria visto che la Pfizer non ha dato garanzie concrete che dalla settimana prossima si torni alla normalità, limitandosi ad annunciare in un comunicato stampa che si riprenderà con il “calendario iniziale di distribuzione all’Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio”.Oltre al taglio di 165mila dosi annunciato venerdì - che ha ridotto del 29% le consegne al nostro Paese per questa settimana, passate da 562.770 a 397.800 dosi - Pfizer ha comunicato, alle 17 di lunedì, quando le fiale di vaccino sarebbero già dovute essere in Italia, che avrebbe ritardato ulteriormente la distribuzione, consegnando la maggior parte delle dosi (poco più di 241mila) solo mercoledì. Un nuovo intoppo che rischia di rallentare la campagna vaccinale di diverse settimane, creando più di qualche problema nella somministrazione della seconda dose, prevista 21 giorni dopo la prima. Ed è molto probabile che tagli e consegna “a singhiozzo” facciano slittare l’avvio della fase 2, nella quale la priorità per l’immunizzazione - dopo il personale sanitario e gli ospiti nelle Rsa - dovrebbe essere garantita innanzitutto ad anziani over-80 ma anche ad una prima quota di 400.000 malati oncologici, ematologici e cardiologici. I pazienti più fragili, insomma. Il Lazio, dopo le prime dosi somministrate ieri, ha fissato l’apertura al primo febbraio, il Piemonte al 30 gennaio mentre la Puglia non farà partire le prenotazioni fino a quando non sarà fatta chiarezza. “La Pfizer dovrà rispondere alle autorità competenti”, aveva detto prima dell’inizio della riunione il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. L’ipotesi di un contenzioso con la multinazionale farmaceutica Usa per il doppio taglio, quello del 29% annunciato venerdì e quello ulteriore comunicato ieri, alla fornitura dei vaccini anti Covid si è fatta, dunque, più concreta. Slittamenti, quelli comunicati da Pfizer, dovuti ad assestamenti nella produzione - ha chiarito in serata l’Ema - perché l’azienda non ha avuto la possibilità di fare scorte di materie prime, ma che stanno causando un ritardo definito “incredibile” da Arcuri
e “molto preoccupante” dal direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, “un danno enorme” che rallenterà le somministrazioni. Particolare sottolineato anche dal Presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha spiegato che, qualora i ritardi annunciati da Pfizer dovessero essere confermati, ci sarà un “buco” di circa due settimane nelle prime vaccinazioni previste per gli ultraottantenni. A proposto della redistribuzione delle dosi per consentire alle Regioni di somministrare il richiamo a quanti hanno già ricevuto la prima dose, Boccia ha invocato “un accordo di solidarietà, Arcuri un “meccanismo di solidarietà”, in base al quale le Regioni che hanno più dosi nei magazzini le cederebbero a quelle che ne hanno meno e ne hanno somministrato di più senza tenere le scorte - Campania e Veneto su tutte. Le regioni più piccole (in tutto sono sei), come l’Abruzzo e l’Umbria, non hanno perso nulla, ma altre si sono trovate a fare i conti con tagli molto consistenti. Le dosi per il Friuli Venezia Giulia sono state dimezzate, in Lombardia e in Emilia-Romagna ne arriveranno 25mila in meno, in Veneto l’assegnazione ha subito una riduzione del 53%.Di qui la decisione di ricalibrare le fasi nell’ambito del programma presentato da Speranza. Sarà Arcuri, come detto, a garantire una distribuzione equa, effettuata sulla base dei criteri già definiti, in modo che le Regioni abbiano la stessa percentuale di fiale. Meno dosi, ma per tutti. La campagna vaccinale, dunque, rallenterà. Un impulso per riprendere la corsa potrebbe venire dal vaccino AstraZeneca, ma il via libera di Ema e Aifa è atteso per il 29 gennaio. “Resta confermato il piano trimestrale ipotizzato con le altre case farmaceutiche - ha assicurato Boccia - Se il 29 gennaio Ema autorizzerà AstraZeneca, sono confermate le 8 milioni di dosi per il trimestre successivo”. Ma fino a quando il farmaco non sarà disponibile e le dosi consegnate bisognerà fare di necessità virtù.  

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Luciana Matarese

Giornalista

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