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Dir. Resp.
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Edizione del 16/01/2021
Estratto da pag. 1
STOP IMPIANTI SCI/ Dal Dpcm la doppia batosta a economia e turismo della montagna
Mai tanta neve destinata a restare intonsa, immacolata, sprecata. Mai cosìparalizzata l’industria della montagna/inverno, annichilita dal virus e daiconseguenti Dpcm. L’ultimo decreto l’ha firmato ieri il Premier, e ha posto lostop definitivo, almeno fino al 15 febbraio: impianti di risalita chiusi neicomprensori sciistici; possono essere usati solo da atleti professionisti enon, purché riconosciuti di “interesse nazionale” dal Coni, dal ComitatoItaliano Paralimpico o dalle rispettive federazioni, per “permettere lapreparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali einternazionali o lo svolgimento di tali competizioni, nonché per lo svolgimentodelle prove di abilitazione all’esercizio della professione di maestro disci”.  E dal 15 febbraio? Da quella data in avanti, recita il Dpcm, gliimpianti potranno riaprire ma “solo subordinatamente all’adozione di appositelinee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome evalidate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte a evitare aggregazioni dipersone e, in genere, assembramenti”. Resta comunque il fatto che sempre finoal 15 febbraio (almeno) vige il divieto di spostamento tra regioni, anche traquelle in fascia gialla.Considerando che la Pasqua 2021 cadrà il 4 aprile, si potrebbe dunque prevedereuna stagione sciistica di un mese e mezzo, sempre se le condizioniepidemiologiche lo dovessero consentire e in assenza di nuovi Dpcm restrittivi.Ma gli impiantisti erano già stati molto chiari: una riapertura degli impiantiposticipata dopo il 18 gennaio (la data che inizialmente era stata prospettata)non consentirebbe la sostenibilità d’impresa. In pratica, sarebbero molto piùalte le spese degli incassi. “Credo che a questo punto ben difficilmentequalcuno si azzarderà a rimettersi in moto”, conferma avvilita Valeria Ghezzi,la presidente Anef, l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa lastragrande maggioranza degli impiantisti. Anche al netto dei pesantiinvestimenti che negli anni scorsi s’erano resi necessari per provvedereall’innevamento programmato, resterebbe troppo compressa e incerta laministagione che si prospetterebbe, troppe difficoltà per le assunzioni –altrettanto incerte – degli stagionali, troppo condizionamento dalla precariamobilità interregionale, troppo limitanti le regole che sarebbero imposte dalCts. Il tutto, per di più, sempre in assenza del turismo straniero. E ancora inassenza di qualsiasi ristoro, mai giunto per gli stop del 2020.Impianti chiusi, quindi, stagione mai iniziata e già finita, con l’interoquadrante alpino italiano in gravissime difficoltà: una lunghissima filiera da120 mila posti di lavoro, che vale ben oltre dieci miliardi l’anno. Perché serestano chiusi gli impianti restano chiusi gli alberghi, se restano a casa ilavoratori di cabinovie e skilift restano a casa anche i camerieri e i cuochidei ristoranti, i gestori delle baite, i commercianti che senza turistiabbassano le serrande. E Coldiretti aggiunge perfino il rischio esteso a rifugie malghe, fino alla produzione casearia. “Dal lavoro di fine anno dipende buonaparte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività diallevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio delterritorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento”.Proprio lo spopolamento accennato da Coldiretti è forse il pericolo maggiorecui la montagna sta andando incontro con questo lockdown. Tanto da spingere gliassessori al turismo di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo,insieme ad Antonio Rossi sottosegretario Regione Lombardia, Daniel Alfreidervicepresidente Provincia Autonoma di Bolzano, Luigi GiovanniBertschy vicepresidente Regione Autonoma Valle d’Aosta, Roberto Failoniassessore al Turismo Provincia Autonoma di Trento, Fabrizio Ricca assessoreallo Sport Regione Piemonte, a riunirsi per licenziare un documento dapresentare a Governo e Cts. “Per gli impianti di risalita condividiamo lerichieste di ristoro che le associazioni di categoria hanno avanzato alGoverno. Per quanto concerne le a
ltre attività coinvolte dalle chiusure e ilavoratori stiamo studiando una proposta per ottenere ristori tempestivi,immediati e proporzionati. Stiamo parlando di una richiesta che ammonta adalcuni miliardi di indennizzi. Altre nazioni che svolgono le medesime attivitàlegate al turismo montano, come Svizzera, Francia, Germania e Austria, hannogià provveduto a salvaguardare questo comparto fondamentale”. Oltre a quello di montagna, che il turismo in genere sia fondamentale davverolo ha appena certificato anche Bankitalia, nel suo ultimo report riferito alloscorso mese di ottobre, verificando la ripresa della contrazione dei flussi siain ingresso che in uscita. Rispetto a ottobre 2019, secondo le rilevazioni divia Nazionale, le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a 1.193milioni, risultano inferiori del 70,4%, quelle dei viaggiatori italianiall’estero (572 milioni) del 75,5%; l’avanzo della bilancia dei pagamentituristica è stato di 620 milioni di euro (era di 1.697 milioni nello stessomese dell’anno precedente). Bankitalia sostiene che “in Italia l’improvvisa edrastica contrazione dei flussi turistici avrà significativi impatti sul Pilnazionale e conseguenze serie sulle imprese del settore e del suo indotto. Ilturismo – scrivono gli esperti Bankitalia – rappresenta un importante settoredell’economia in Italia e nel mondo, con un forte potenziale in termini dicrescita e di occupazione nonché di integrazione sociale e culturale”. Oggi, però, le uniche speranze restano ancora appese alla vaccinazione. Connuove possibilità, come il “patentino” per viaggiatori già vaccinati. «Noiconfidiamo – dice Marina Lalli, presidente di Federturismo-Confindustria – inuna rapida accelerazione della campagna di vaccinazione e nella realizzazionedi un documento che permetta di potere iniziare a viaggiare possibilmente conla stipula di accordi governativi o mediati dalla Ue». Per poter contare almenoin un turismo prossimo venturo consapevole e vaccinato.© RIPRODUZIONE RISERVATA