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Edizione del 15/01/2021
Estratto da pag. 1
Scarseggiano le truppe di Arcuri e mancano i soldi per i medici
Stefano Rizzi 07:24 Venerdì 15 Gennaio 2021Il commissario ammette la difficoltà a reclutare infermieri. Ben che vada inPiemonte ne arriverà la metà del previsto. Speranza dà l'ok all'impiego deimutualisti, ma nella legge di bilancio mancano i fondi. La Regione pronta apartire per la seconda fase, ma Icardi avverte: "lo Stato deve trovare lerisorse"[covid-vacc] Aspettando le truppe promesse da Domenico Arcuri il Piemonterischierebbe un 8 Settembre sul fronte delle vaccinazioni. Il commissarionazionale per l’emergenza Covid ha dovuto ammettere ieri, collegato con leRegioni, che il reclutamento di medici e soprattutto infermieri non va comeaveva troppo ottimisticamente previsto e annunciato. Nella migliore delleipotesi si vedrà la metà del personale previsto che nei programmi, partiva damille per arrivare a cinquemila. Semmai potesse consolare, Arcuri spedirà lesue primule, i gazebo progettati dall’architetto Stefano Boeri per la cuicollocazione ha addirittura annunciato un’ulteriore riunione. Le Regionitengono il punto sulla necessità di affidare la gran parte della campagnavaccinale ai medici di famiglia e ai farmacisti, allargando alle strutturedella sanità privata per non vedere calare il livello di vaccinazioni quando sipasserà dall’attuale fase riservata ai sanitari e alle Rsa allargandol’immunizzazione alla popolazione incominciando dagli ultraottantenni.Di fronte a questa situazione, il ricorso ai medici di famiglia che potevaessere vista come un importante aiuto al sistema, diventa di fatto l’ancora disalvezza. Ancor prima che Arcuri ammettesse le difficoltà ad assumere ilpersonale sanitario, peraltro attraverso il macchinoso procedimento affidato adagenzie di lavoro interinale, l’assessore Luigi Icardi nel suo ruolo dicoordinatore della commissione Sanità in conferenza delle Regioni aveva scrittoal ministro Roberto Speranza chiedendo la possibilità di impiegare nellacampagna vaccinale i medici di famiglia, così come i farmacisti e dipredisporre le necessarie coperture economiche per l’operazione.Come abbiamo scritto ieri, solo per vaccinare presso i medici di medicinagenerale gli over 60 piemontesi, che sono circa 1 milione e 400mila, servono 19milioni e 600mila euro. Allargando a tutta la popolazione si fra presto a farei conti. Moltiplicando per tutte le regioni, altrettanti facile arrivare a unasomma più che considerevole. E che al momento non sembra essere prevista nellalegge di bilancio. In qualche modo un bel po’ di decine di milioni dovrannosaltare fuori, anche perché lo stesso Speranza che tornerà a parlare dellaquestione con Icardi mercoledì prossimo, ha espresso la volontà di dare il ilvia libera all’impiego dei medici e dei farmacisti, consapevoledell’indispensabilità di questa operazione se si vuole evitare il rischio chela campagna vaccinale si incarti. La Regione può partire con risorse proprie,ma l’arrivo delle risorse dello Stato dev’essere rapido. Così come rapida siauspica sia l’approvazione del vaccino di AstraZeneca che per facilità distoccaggio e preparazione risulta quello ottimale per medici di base efarmacie. Lo stesso Arcuri nel piano presentato ieri ne ipotizza la distribuzione apartire da febbraio, ovvero da quando si prevede l’avvio della vaccinazionedegli ultraottoantenni. Una fase in cui il lavoro dei medici di famigliarisulterà estremamente importante anche per le convocazioni, senza immaginareimprobabili ricorsi ad app o altri sistemi complicati e di difficile se nonimpossibile utilizzo da parte della popolazione anziana. Nei dati presentatidal commissario manca, per il Piemonte, quello dell'adesione nelle prima fase.Una carenza, quella sottolineata da Arcuri, che viene spiegata in Regione comeconseguenza dell'impasse verificatosi nelle Rsa a causa del problema, nonancora del tutto risolto, del consenso informato per gli ospiti delle strutturenon in grado di scegliere autonomamente se vaccinarsi o no.Leggi qui il Piano di Arcuri per le vaccinazioniDunque ben vangano i gazebo delle primule se a questi si affida il ruolo diamplificare l’invito a vaccinarsi – questo è quanto tr
apela da corso Regina –ma la sostanza è e dev’essere altro: i medici e farmacisti, innanzitutto, lestrutture private accreditate, l’ospedale da campo del Valentino a Torino ealtri luoghi simili, oltre ai distretti dove però, come si fa notare, dovrannoproseguire le regolari vaccinazioni pediatriche senza distogliere il personale.Poi, non ultima per importanza, c’è la questione degli approvvigionamenti. Aieri in Piemonte sono state vaccinate 86.003 persone pari al 69,5% delle dosiconsegnate, trattenendo come disposto da Arcuri una scorta del 30%. Lo stessoArcuri ieri ha spiegato come da lunedì cambierà il conteggio delle dosi, vistoche è stato previsto che da ogni flacone debbano essere ricavate non 5, ma seidosi, ma ha anche annunciato che cambierà il criterio delle assegnazioni alleRegioni. Oltre al parametro degli abitanti, sarà considerato anche quello dellacapacità di vaccinazione evitando che chi va a rilento accumuli troppe fiale echi, invece procede più speditamente resti senza. La prossima settimanacoinciderà anche con l’avvio dei primi richiami, previsti al ventunesimogiorno. Se si rispetterà il rituale che ha accompagnato l’arrivo dei primivaccini in Piemonte, lo scorso 27 dicembre, sarà il primario infettivologodell’Amedeo di Savoia Giovanni di Perri a ricevere la prima iniezione dirichiamo. Quel giorno si attendeva il gazebo della primula da montare a favoredi telecamere. Non arrivò, sostituito all’ultimo minuto da un pannello. Forseun segno premonitore degli annunci di Arcuri.