rainews.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 106138
Edizione del 09/01/2021
Estratto da pag. 1
Covid. Nuove strette dalle Regioni sul fronte scuola , in 15 dicono `no` alla riapertura per lunedì
"Il governo - dice il ministro per gli Affari Regionali Boccia - lavora per fare tornare i ragazzi in classe nel più breve tempo possibile. Intanto uno studio Inail-Iss (pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the Us Pnas) rivela che riaprire le scuole di ogni ordine e grado e riattivare completamente i contatti sociali senza misure restrittive potrebbe determinare "un''onda epidemica non contenibile"
Gimbe: in ultima settimana contagi aumentati del 27 per cento. Ricciardi: aprire scuola non ha senso

?Il nuovo decreto anti Covid: la mappa delle regioni per la ripartenza della scuola

Scuola, presidi: difficile capire tira e molla Regioni-Governo

Scuola, le Regioni in ordine sparso

Il Tar chiede al governo relazione su obbligo mascherina a scuola per bambini 6-11 anni

Condividi

09 gennaio 2021Arriva a 15 il numero delle Regioni che con il passare delle ore ha deciso di rinviare ulteriormente il ritorno dei ragazzi delle superiori a scuola, prima fissato al 7 gennaio e poi slittato, per volontà del governo, a lunedì 11 gennaio. Intanto monta la polemica dentro alla maggioranza di governo, con i Cinque stelle che si dicono "traditi" dal Pd, come dice la senatrice Bianca Granato, nell'impegno alla riapertura delle scuole; mentre il segretario dei democratici, Nicola Zingaretti, si rivolge direttamente alla ministra Lucia Azzolina per dire, anche come presidente regionale del Lazio, che con la riapertura "la politica e i partiti non c'entrano nulla", perché si tratta di scelte che toccano "la vita e la sicurezza delle persone".

In alcuni casi i  governatori hanno deciso di lasciare a casa per le prossime settimane anche gli alunni delle medie e delle elementari. In altre, come Calabria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sicilia, i ragazzi delle superiori torneranno in aula il primo febbraio. Lazio, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia si sono aggiunte al fronte delle Regioni che già nei giorni scorsi avevano deciso di lasciare in didattica a distanza i propri alunni ma ognuno ha scelto modalità e date diverse: i ragazzi delle superiori del Lazio rimarranno in dad fino al 17 gennaio (data già decisa da giorni anche in Molise e in Piemonte); la dad è fino al 24 in Emilia Romagna e in Lombardia mentre in Sicilia il governatore Musumeci ha deciso per la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 16 gennaio per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori. In Umbria la Regione ha deciso didattica "esclusivamente a distanza" fino al 23 gennaio nelle scuole superiori. In Sardegna, dopo l'ordinanza di Solinas arrivata nelle notte, la scuola per le superiori si riaprirà il 1 febbraio. 

"Così è il caos: chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell'apertura delle attività didattiche in presenza. Non si deleghi più nulla alle Regioni", chiede la Flc Cgil, che si dice pronta alla mobilitazione. E mentre da febbraio si faranno i vaccini agli over 80 e ai docenti ma molti chiedono di anticiparne la somministrazione a questi ultimi, il governatore della Lombardia Fontana annuncia che partirà a breve una sperimentazione mirata basata sullo screening di studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado per verificare concretamente l'incidenza del virus in questo ambito.

Per il governatore della Puglia Michele Emiliano "è irresponsabile incoraggiare la scelta della didattica in presenza per gli studenti che potrebbero rimanere a casa". L'ordinanza regionale pugliese ha stabilito che sino al 15 gennaio in tutte le scuole ci sarà didattica a distanza, concedendo però la possibilità alle famiglie di chiedere ai presidi le lezioni in presenza.

Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo invita a riflettere: "La scuola non è esente da rischi ma si può convivere con il rischio. Dobbiamo valutare area per area se le condizioni esterne alla scuola sono state soddisfatte. Se non si entra nella logica del rischio accettabile la scuola resterà chiusa con la didattica a distanza fino a settembre - ottobre, quando l'immunità di gregge sarà raggiunta".

"Il governo - dice il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia - lavora per fare tornare i ragazzi in classe nel più breve tempo possibile. Il 7 sono tornati in aula  i bambini delle elementari e medie, dobbiamo fare
di tutto per far tornare nella normalità le superiori". Eppure riaprire le scuole di ogni ordine e grado e riattivare completamente i contatti sociali senza misure restrittive potrebbe determinare "un'onda epidemica non contenibile", rivela uno studio Inail-Iss pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the Us (Pnas). 

Quando riaprono scuole regione per regione:

Lombardia - 21, 25/01/21; Veneto - 01/02/21; Piemonte - 18/01/21; Campania - 21, 25/01/21; Emilia Romagna - 25/01/21; Lazio - 18/01/21; Toscana - 11/01/21; Sicilia - 01/02/21; Puglia - 18/01/21; Liguria - 18/01/21; Friuli Venezia Giulia - 21 01/02/21; Marche - 01/02/21; Abruzzo - 11/01/21; Sardegna - 1/02; Trentino-Alto Adige, costituito in regione autonoma e comprende il territorio delle province di Trento e Bolzano (art.1 dello statuto speciale) dove le scuole hanno riaperto il 7 gennaio; Umbria -  25/01/21; Calabria - 01/02/21; Basilicata - 11/01/21; Valle d’Aosta - 11/01/21; Molise - 18/01/21.

Sardegna. Ordinanza Solinas: rinviata apertura scuola superiori a febbraio

E' arrivata nella notte l'annunciata ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas che rinvia al primo febbraio l'apertura delle scuole superiori in Sardegna. E' previsto il  ricorso alla didattica digitale integrata, ma "resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori strutturati e attrezzati non fruibili da remoto" o "in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilita' e con bisogni educativi speciali".

Confermata, inoltre - si legge sempre nell'ordinanza -, "l'attuale articolazione dei servizi di trasporto pubblico locale... rinviando alla ripresa dell'attività didattica in presenza degli istituti secondari di II grado, statali e paritari, e delle istituzioni che erogano percorsi di istruzione e formazione professionale il correlato potenziamento dell'offerta di trasporto pubblico locale mediante l'attivazione dei servizi aggiuntivi". Le disposizioni entrano in vigore lunedì e sono valide fino al 31 gennaio "salvo proroga esplicita e salvo ulteriori diverse prescrizioni".

Sindaco Monza: "Comitato scientifico ha suggerito di prorogare apertura superiori al 24"

Il trend dei casi in Lombardia torna a essere "preoccupante" e anche per questo il comitato  scientifico "ha suggerito alla Regione di posticipare l'apertura delle scuole superiori in presenza al 24  gennaio". Il sindaco di Monza, Dario Allevi, ha informato con un post i suoi cittadini della  situazione dei contagi da Coronavirus dopo la riunione di aggiornamento che si è tenuta tra i vertici  di Regione Lombardia e i 12 sindaci delle città capoluogo.

"Gli esperti - sottolinea - ci hanno illustrato il trend preoccupante di alcuni indicatori che spiegano,  purtroppo, un nuovo e significativo aumento dei contagi. L'indice RT è cresciuto in una sola  settimana da 1 a 1,24 facendoci sfiorare di poco l'ingresso in zona rossa e anche le chiamate  arrivate ad Areu per problemi respiratori risultano in rapido incremento". Rispetto ad altri territori,  aggiunge, "in Brianza la situazione appare leggermente più confortante, con un RT provinciale  migliore di quello regionale. La percentuale di tamponi positivi sul totale degli effettuati si attesta  intorno al 15%, mentre sono 112 le persone ancora ricoverate in ospedale per Covid19, di cui 11 in terapia intensiva".

Toscana. Giani: Agenti, bus  e tamponi per riapertura scuola in sicurezza

In vista della riapertura delle scuole, "abbiamo dati che sul piano del contagio ci consentono di vedere la situazione con ottimismo. Ritengo che non si possa lasciare indietro la  scuola. Nella didattica è essenziale la presenza: nessuna videoconferenza, anche per gli adulti, garantisce concentrazione e motivazione come la presenza in aula". A dirlo,  in un'intervista a Repubblica, è il presidente della Toscana, Eugenio Giani. "Abbiamo l’Rt a 0,
9, siamo l’unica Regione a 'rischio basso': ne ho ricevuto comunicazione ufficiale dal  ministro Speranza, che mi ha fatto i complimenti per come stiamo gestendo l’emergenza".

Per riaprire le scuole in sicurezza, spiega Giani, "prima di tutto abbiamo impegnato 4 milioni per potenziare i trasporti pubblici. Poi abbiamo previsto di aumentare la presenza delle forze dell’ordine davanti alle scuole e di impiegare personale di compagnie di security per la corretta attesa distanziata alle fermate. Infine abbiamo il progetto 'scuolaSicura', perché i casi sospetti registrati durante le attività scolastiche siano subito sottoposti a tamponi". Saranno utilizzati anche steward e volontari della protezione civile "a tre livelli: in primo luogo per consentire l’attesa a distanza all’ingresso delle scuole. Poi per garantire il distanziamento alle fermate. Infine per controllare che l’occupazione dei mezzi pubblici non superi mai il 50%". Poi un potenziamento delle forze dell'ordine, "e di questo devo ringraziare i prefetti che hanno guidato i dieci tavoli provinciali con grande impegno".