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Edizione del 08/01/2021
Estratto da pag. 1
â??Muoia Sansone con tutti i Filistei!â?
di Ettore Maria Colombo
E Renzi gridò il suo â??Muoia Sansone con tutti i Filistei!â?

â??Conte ha detto che vuole andare in aula del Parlamento per sfidarci. Io gli dico: se pensi di avere i numeri vieni in aula. Ti aspettiamo. Eâ?? un suo diritto, anzi: è la democrazia. Se Conte ha i numeri per andare avanti, con i Responsabili, bene. Noi andremo allâ??opposizione. Altrimenti nasce un altro governo. Una cosa è certa: fino al 2023 non si votaâ?. Matteo Renzi, intervistato dal Tg2 Post, in diretta (câ??è anche il direttore, Gennaro Sangiuliano, che ne avalla le tesi ma lo incalza con domande non compiacenti, le ripete pure) ripete il concetto prima una, poi due, poi tre, quattro volte. Ecco, Renzi â?? al grido â??Muoia Sansone con tutti i Filistei!â?? come recita, si sa, la Sacra Bibbia â?? ha deciso, ieri, di dare una ghiotta anticipazione giornalistica al Tg2 Post di come intende affrontare la â??non crisiâ?? andando allo scontro finale.

Il resto di quanto dice Renzi è contorno, ma contorno succoso. Renzi â?? abile oratore â?? dopo aver perorato la causa della democrazia americana, messa a rischio da Trump, rifiuta di rispondere solo sul tema dei servizi segreti ma solo perché ha il dente avvelenato e un diavolo per capello, con il premier (più avanti cercheremo di spiegare perché).

Prima del â??giudizio di Dioâ?? finale, il leader di Iv inanella una serie di siluri â?? sempre col tono suadente di chi sembra ti stia dando una carezza e invece poi ti tira un ceffone â?? che indicano come e quanto oggi, nella riunione convocata a palazzo Chigi dal premier coi capodelegazione dei partiti (ergo, Iv compresa, che non potrà più dire né di dover â??leggereâ?? i documenti, cioè lâ??ennesima bozza del Recovery, né potrà dire di essere stata esclusa dagli incontri con il ministro titolare delle tante, troppe, nuove bozze, Gualtieri), Iv sia pronta a creare le condizioni per quello strappo finale e rottura definitiva che, a breve, il cdm dovrà solo sancire.

Innanzitutto, Renzi confonde, ad arte, le mele con le pere: mette lâ??imprescindibile richiesta del Mes, da parte di Iv (i famosi 36 miliardi da spendere per la sanità, richiesta in sé giusta e sacrosanta) nel cesto del Recovery Plan, quando invece, come si sa, il Mes non câ??entra nulla. Eâ?? o sarebbe â??aggiuntivoâ??, come capitolo di spesa. E poi si sa che lâ??M5s la richiesta di accedere al Mes â??non la reggeâ??: ergo, Renzi la avanza per rompere, una volta per tutte, con loro e Conte. Poi chiede che anche tutti gli insegnanti, e magari in futuro pure gli studenti, vengano vaccinati, visto che lâ??Italia è indietro sul piano vaccini e le scuole indietro colle aperture. Anche qui, cosa câ??entri il Next Generation Eu è un mistero.

Poi parla un poâ?? svogliato di investimenti per â??turismo, giovani, culturaâ? che â??non ci sonoâ?, ma è vero solo a metà. Poi attacca i sussidi, il reddito di cittadinanza, persino il cash back (Renzi lâ??innovatore che difende lâ??uso del vecchio contante era una immagine che ancora mancava, in effetti), qualsiasi cosa, pur di criticare Conte, il governo, i suoi atti. Solo di un tema non parla, dopo averlo messo nel mirino per mesi, quella delega sui servizi segreti che vuole togliere dalle grinfie del premier e lo fa, dice, â??per rispetto dei nostri uomini dei Serviziâ? ma mentre lo dice il sorriso diventa un ghigno, una smorfia: â??ambientiâ?? della destra radicale Usa non meglio precisati tirano in ballo Renzi in un presunto â??complottoâ?? imbastito con Obama per far vincere Biden e far perdere Trump. Renzi sospetta la â??maninaâ?? di qualcuno, nella diffusione della notizia, oltre che annunciare querela.

Eppure, nellâ??ennesima bozza del Recovery Plan, a Renzi, pur di togliergli o spuntargli armi polemiche di difesa come di offesa, hanno concesso di tutto, i tecnici del Mef: il piano è lievitato, magicamente, di decine e decine di miliardi. Ma a Renzi-Sansone non sta bene lo stesso: â??o presepe nun me piaceâ?? sembra dire come il riottoso figlio di casa Cupiello. Tanto ch
e lâ??altra frase chiave di Renzi al Tg2 Post Ã¨ questa: â??Piuttosto che sperperare soldi, vado allâ??opposizioneâ?.

La verità è che Renzi â?? che ha tanti difetti - ha capito â?? così la spiega - che â??stanno provando a fregarmi, con una manovra a tenaglia e con la complicità di tutti, dal Colle al Pd, passando anche per gli azzurri, forse anche Berlusconi. Vogliono che mi bruci per emarginarmi, ma io li anticipo. Vogliono fregarmi con manovre di Palazzo, ma li frego ioâ?. Da qui lâ??intervista ieri e, se è vero che da cosa nasce cosa, il redde rationem che sta per consumarsi oggi e forse domani, tra vertice e cdm che, prima o poi, ci sarà e sancirà il botto.

Infatti, il premier â?? con il sostegno molto convinto del Pd e già un poâ?? meno convinto dei 5Stelle, che temono per il posto (â??tre anni di stipendio da senatore valgono circa 360 mila euro, ci compri un appartamento in pieno centro, ti pare che uno di noi ci rinuncerebbe a cuor leggero?â? geme, con un senatore renziano, un cuor di leone grillino) e forse persino con il tacito avallo del Colle, inviperito non poco, anzi: ogni giorno di più â?? con â??quello spregiudicatoâ?? â?? avrebbe deciso di volersi e potersi giocare il tutto per tutto.

Goffredo Bettini, e altri plenipotenziari dem (Orlando, ma anche Franceschini, pare, sempre più silente e silenzioso), lo avrebbero rassicurato: â??Berlusconi ci â??prestaâ?? il gruppo della Carfagna e di Brunetta. Se ne andranno dagli azzurri fingendo una scissione, ma in realtà è una manovra tattica di Silvio che ha bisogno di un governo saldo in sella per coprirsi le spalle e le aziende, per difendersi da Vivendi. Quelli della Carfagna&Brunetta, al Senato, sono già pronti e sono in numero sufficiente per darci la maggioranzaâ?.

Insomma, confidando nella ricognizione dei numeri affidata alle telefonate partite da palazzo Chigi e alle rassicurazioni fornite da Brunetta (e dalla Polverini e altri â??carfagneiâ??) a Bettini, Conte si è convinto di essere pronto alla grande conta a palazzo Madama: 168 è oggi, senatore più o senatore meno, il numero di chi regge oggi la maggioranza, senza Italia Viva, (18 senatori, che ne perderebbe un paio), fa 150, assai pochi, ma dieci â??Responsabiliâ?? raccattati qua e là (3 del Maie, due ex FI, cinque ex M5s) sono già garantiti, e fa 160, me mancano pochi, pochissimi. I â??carfagneiâ?? riporterebbero, addirittura, la maggioranza a circa 168. Resterebbe solo il piccolo problema di spiegare al Colle lâ??operazione di â??sostituzioneâ?? dei renziani con i transfughi assortiti, per quanto Responsabili, di FI, M5s, altri gruppi, ma forse il Colle â?? se anche il Pd, che ne è il corazziere, ora crede lâ??operazione possibile, dopo averla bocciata â?? dirà ok. La linea del Quirinale, infatti, dopo aver detto â?? come il Pd â?? di â??noâ?? a ogni operazione transfughi ammantata da (finti) Responsabili, ora sarebbe diventata un â??sìâ?? con la scusa, e/o la giustificazione che â??se nasce un nuovo gruppo politico e parlamentare, allora è diverso. Sarebbe un fatto politicoâ?.

Insomma, basta trovare un simbolo depositato alle elezioni (proprio come Nencini che prestò quello del Psi a Renzi) et voilà, il gioco è fatto: nasce il gruppo â??Moderati per Conteâ??, al Senato lo presiede uno qualsiasi pescato dal Misto (magari lady Mastella, giusto per fare uno sfregio a Renzi) e, alla Camera, lo presiede Brunetta mentre Mara Carfagna benedice e guida lâ??operazione dallâ??alto scranno di vicepresidente di Montecitorio, magari convolando a nozze con Toti e i totiani (al Senato sono tre, alla Camera ben più) mentre Berlusconi se la ride sotto i baffi. Formalmente, il Cavaliere resta ben saldo dentro il centrodestra, non tradisce Salvini e Meloni (e le giunte locali non rischiano), ma nella sostanza â??prestaâ?? a Conte i â??carfagneiâ??: li benedice dicendo loro andate in partibus infidelium, predicate bene e soprattutto portatemi a casa provvedimenti che mi servono.

E dunque, ecco che se Berlusconi chiude un occhio e il
Colle li chiude tutti e due, il gioco sarebbe fatto. Conte resta in sella, Renzi finisce allâ??opposizione, nessuno si fa male, dentro il governo (tranne un rimpasto soft, assai necessario, che vede al massimo due sottosegretari andare ai carfagnei e il Pd guadagnare un ministro in più, lâ??M5s non perderne), mentre Renzi, circondato dallo sconcerto tremebondo di molti dei suoi, finisce a terra, disarcionato e nella polvere. Certo, la coesione, la tenuta e lâ??operatività di un governo pentapartito Pd+M5s+LeU+Responsabili nelle commissioni come nella vita parlamentare quotidiana sarebbe tutta da verificare, il che proprio un dettaglio non è. La vita di un governo siffatto sarebbe assai stentata, ma lâ??importante è â??passare â??a nuttataâ??, â??sfangarlaâ??, come si dice a Milano. Conte avrebbe vinto, Renzi avrebbe perso, almeno per ora. Poi, quando inizia il semestre bianco, ed è davvero sicuro che non si vota più fino al 2023, allora, casomai, si rivede il tutto e si capisce se ci sono possibilità di nuovi scenari. Ma è inutile scrutare il dopodomani, meglio restare allâ??oggi e riannodare i fili di una giornata convulsa, concitata, cattiva.

Le poche certezze sono che il consiglio dei ministri della resa dei conti non è ancora fissato, ma potrebbe arrivare nel pieno del weekend, a â??mercati chiusiâ??, dicono i protagonisti, consapevoli di quanto dannose possano essere le loro azioni. Per ora, da palazzo Chigi, si è preferito ripiegare su un meno enfatico incontro con i capi delegazione di maggioranza che è stato previsto per oggi alle ore diciotto, ma già questo sarà un banco di prova non di poco conto. â??Leggeremo le carte e i documenti che ci sottoporrannoâ?, dicono sospettosi da Iv, â??e risponderemo a tutti per iscritto. Poi prenderemo una decisioneâ?. Ma la Bellanova annuncia: â??Da domani potrei tornare a fare la senatrice sempliceâ?. Insomma, il formale atto del ritiro della delegazione di Iv, quella ministeriale, potrebbe andare in scena già oggi.

Siamo a un passo dal baratro, dunque: la rottura e la conta, in Aula, al Senato. La crisi si è avvitata per tutto il giorno: la nuova bozza di Recovery plan, inviata ai partiti dopo ore di tensione e â??irritazioneâ?? tra Iv â?? esclusa dal vertice del giorno precedente, ma pure i 5Stelle erano â??irritatiâ?? col Pd e con Conte: il vertice è stato un paso doble tra Conte e il Pd - e gli alleati, non sembra soddisfare il partito di Renzi: â??A una prima lettura è un maquillage, non una riscritturaâ?, dicono i colonnelli del renzismo. Il Pd avverte: Conte non è sostituibile, se Iv romperà, si andrà alla conta in Aula e poi eventualmente al voto. Eâ?? la benedizione, controreplicano i renziani, dell'operazione â??Responsabiliâ? che â??ha scelto Conteâ? e che starebbe decollando con l'obiettivo di spaccare Iv e sostituirla con un nuovo gruppo di ex azzurri e simili. 

â??Non è quello il nostro obiettivo - scuote la testa un ministro dem - ma è sempre più complicato uscirne, al di là delle volontà di ciascuno. Così salta il governoâ?. â??Meglio governare con i Responsabili e la Carfagna che con Renziâ? sbotta un dem che, per di più, è un ex sindaco renziano. Ma Renzi insiste e intigna: vuole vedere le carte, vuole che Conte molli la delega ai Servizi e chiede che si riparta da un Conte ter. Un iter cui Conte non è affatto disponibile. Ecco perché prevale il pessimismo e si ipotizza già la rottura in cdm, appena ci sarà, e le dimissioni delle ministre renziane. 

A quel punto sarà chiaro, osservano di rimando i contiani, che al dialogo offerto dal premier è stato Renzi a chiudere. Ma Iv non vuole il cerino della crisi: â??Se si rompe, è per volontà di Conte che vuole sostituirci, Renzi lo dirà in Aula al Senato. Il Conte ter è già morto. Si va a nuovi governiâ?. I renziani ne sono sicuri, tutti gli altri, invece, per nulla. 

A questa dinamica assiste il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in questa fase semplice â??osservatoreâ?? di una crisi che â?? ribadiscono al Col
le - non è nelle sue mani. Il momento storico, con la pandemia che morde e il rilancio da preparare, sconsiglierebbe di aprire una crisi di governo, si ragiona in ambienti quirinalizi, ma se accadesse, in ambienti parlamentari vicini al Colle escludono che al capo dello Stato possa essere gradito un governo che nasca con il solo scopo di evitare le elezioni, il â??governicchio elettoraleâ??. 

Il voto è lâ??ultima carta. Eppure, il Pd ne agita lo spettro. Il vicesegretario, Andrea Orlando, ormai più â??contianoâ?? di Zingaretti e più â??quirinalizioâ?? di Franceschini, riconosce che sulle spalle di un gruppo di responsabili - ognuno mosso dai suoi interessi - nascerebbe una maggioranza â??friabile, ma dice anche, come Bettini, che â??dopo Conte ci sono solo le urneâ?. Un Conte ter coi Responsabili, scommettono i più, avrebbe vita breve e difficile, a partire dalle commissioni. Nicola Zingaretti nelle prossime ore, alla Direzione del Pd, convocata in via straordinaria, dovrebbe indicare l'obiettivo di un vero rilancio del governo, su programma e Recovery.

E' in questo clima che si prova a confrontarsi sul Recovery plan. Un lungo tira e molla che si protrae per ore, con il rifiuto di Iv di incontrare il ministro Roberto Gualtieri, che mercoledì aveva visto Pd, M5s e Leu, prima di aver letto la nuova bozza del Recovery. â??Irritazione e sconcertoâ? fa trapelare la ministra Teresa Bellanova lamentando disparità di trattamento del suo collega verso Iv rispetto agli alleati. Ma dal Mef la risposta non si lascia attendere: è stata Iv a rifiutare il confronto, chiedendo prima di avere un testo in mano di cui discutere. Dispettucci tra (ex?) alleati. Nel pomeriggio, una bozza di sintesi viene inviata a tutti i partiti: â??Non è il piano, solo una tabella e alcune linee che non danno risposte a nostre domande, dalla cybersecurity, alla governanceâ?, lamentano subito da Iv come risposta. E aggiungono che sono sì aumentati i fondi alla sanità, ma spostandoli dai fondi per la coesione, extra Recovery, che sale a 222 miliardi, mentre i fondi per la sanità registrano un balzo in avanti decisivo, passando da 9 a 19,7 miliardi. 

Eâ?? una delle novità che potrebbe emergere da un rimpasto, se si trovasse una via per un accordo con Iv e una ripartenza del governo. Ma la soluzione minimal, quella che porti a un â??sempliceâ?? rimpasto sembra ormai già la più difficile.

La soluzione hard, quella del confronto/scontro nelle Aule del Parlamento, prende invece ogni ora di più quota. Il Conte ter, se nascerà, non sarà quello che sognava Renzi, ma un â??governicchioâ?? della maggioranza attuale senza Iv e con lâ??innesto dei Responsabili variamente assortiti tra ex M5s, cani sciolti, azzurri singoli e azzurri organizzati da Mara Carfagna e Renato Brunetta. I quali potrebbero presto diventare i nuovi compagni di viaggio di Conte&co. (grillini compresi, Pd entusiasta, sinistra-sinistra rassegnata) mentre Renzi va allâ??opposizione. Insieme al centrodestra. Sansone ha deciso il suo destino. Ora deve farlo Conte.