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Edizione del 08/01/2021
Estratto da pag. 1
Oggi vertice di governo. Ultima offerta di Conte: “Altrimenti c’è l’Aula”
Manovre sui responsabili e nuove maggioranze in Senato. Brunetta apre sul Recovery: niente vincoli con Lega e Fdi
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Manovre sui responsabili e nuove maggioranze in Senato. Brunetta apre sul Recovery: niente vincoli con Lega e Fdi

ROMA. «C’è un tempo per tutto», dicono dalle parti di palazzo Chigi. E il tempo delle trattative con Matteo Renzi per chiudere pacificamente la crisi viene considerato finito. Giuseppe Conte ha la sua offerta finale sul tavolo, con le modifiche presentate ieri ai partiti di maggioranza sul Recovery plan e con il rimpasto della squadra di ministri, all’interno del quale è compresa la rinuncia del premier alla delega ai Servizi segreti. Le concessioni al leader di Italia viva si fermeranno qui. Anche perché, come ragionano intorno al premier in queste ore, se Renzi fa tutto questo con l’unico vero obiettivo di ottenere la testa di Conte, allora è inutile continuare a trattare. Piuttosto, meglio risolverla con una conta dei voti in Parlamento. È un cambio di atteggiamento deciso. È come evaporata quella voglia di trovare un compromesso a tutti i costi, pur di evitare la caduta del governo. E non è certo un caso che in quelle stesse ore siano tornate ad alzarsi con forza le voci di un gruppo di responsabili in arrivo, anche in Senato, dalle file di Forza Italia e del centrodestra.

Le prime avvisaglie che qualcosa si stesse muovendo arrivano dal fronte del Pd. Dopo gli appelli alla responsabilità degli scorsi giorni, il braccio destro di Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, che con il premier lavora da settimane per tessere la sua rete di salvataggio, rilascia un’intervista a Tpi.it per mettere in chiaro che «Conte non è assolutamente a rischio». E che, anzi, «è il pilastro dell’attuale alleanza, che ha lavorato bene e che per il Pd non ha alternative». Gli fa eco il vicesegretario Pd Andrea Orlando: «Si rischia di buttare tutto all’aria per poi scoprire che il quadro non è ricomponibile». Anche dal M5S alzano un muro: «Tra un paio di settimane arriverà una terza ondata, rischiamo 1000 morti al giorno, e ora dovremmo creare un nuovo governo senza Conte ma con Renzi dentro? Fantascienza». Insomma, una chiusura netta a Renzi e al suo piano di far nascere un governissimo. Oggi si vedrà che effetto provocherà dentro Italia viva, alla riunione tra Conte e i capidelegazione di governo per discutere dell’ultima bozza del Recovery plan preparata in questi giorni dai ministri Roberto Gualtieri e Vincenzo Amendola. Il piano rivisto e corretto per andare incontro alle richieste degli alleati, soprattutto a quelle di Renzi, sale a 222 miliardi di euro. E con i fondi per la sanità che passano da 9 a 19,7 miliardi. In sostanza, gli stessi 10 miliardi aggiuntivi che l’ex rottamatore chiedeva di prendere accedendo al Mes sanitario. Poi, entro la fine della settimana, la bozza andrà in Consiglio dei ministri. E a quel punto, se non prima, potrebbe consumarsi lo strappo.

A palazzo Chigi la fiducia in una soluzione indolore della crisi è basso, quasi rasente al suolo. Si lascia uno spiraglio aperto a un ripensamento di Renzi, ma il piano B è pronto. Sarebbe stato lo stesso Conte, ieri, a farsi carico di trovare un’alternativa. Le telefonate non si contano per sondare la disponibilità di pezzi del centrodestra in Senato, se si dovesse arrivare al duello finale con Renzi in Parlamento. Resta il sogno di un numero sufficiente di Responsabili, uomini di Forza Italia e moderati del centrodestra che si sgancerebbero dall’opposizione, al momento del bisogno, sul voto per il Recovery plan. Si rincorrono voci di contatti tra Palazzo Chigi e Renato Brunetta: l’ex ministro forzista non conferma, ma al momento del voto sul Recovery ricorda che non c’è vincolo di fedeltà che tenga a Lega e Fratelli d’Italia: «Il nostro unico vincolo è di “realtà” per il Paese», dice a La Stampa. «Il ritorno al voto - prosegue Brunetta - lo considero un suicidio, ma dall’altra parte non voglio nemmeno essere ricattato. Per questo abbiamo presentato un piano di 250 pagine con le nostre proposte sul Recovery. Auspico che il dibattito non sia chiuso all’interno della maggioranza, che venga proposta una
bicamerale per discutere del Recovery e che, in questo modo, diventi un piano dell’Italia, non del governo». Il numero magico di senatori responsabili da incassare è 6. L’operazione, dicono, potrebbe portarne 8. Sempre che Renzi non torni sui suoi passi. 

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