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Edizione del 03/01/2021
Estratto da pag. 1
Scuola, le Regioni frenano, Coletto contro riapertura. Studenti: «Non ci stiamo» //
A pochi giorni dalla riapertura delle scuole, fissata al 7 gennaio in presenza anche per le superiori, tutto torna in forse. A preoccupare, e non poco, sono i dati sui contagi in risalita in molte regioni, Umbria compresa. L’indice Rt, secondo l’ultimo monitoraggio della Cabina di regia nazionale, è sopra quota uno in Calabria Liguria e Veneto e altre realtà sono vicine. L’Umbria al momento è all0 0,8. Il fatto, però, è che a differenza di settembre, ora il sistema sanitario è già sotto stress. I positivi al Covid nella nostra regione sono poco sotto i 3.800 mentre il 21 settembre scorso erano appena 473, i ricoverati 317 contro 33. Più o meno proporzioni simili al resto d’Italia. Si teme quindi che lo spostamento quotidiano di milioni di studenti possa fare da moltiplicatore e scatenare la terza ondata.Nuovo Dpcm e restrizioni Fra l’altro, è atteso entro il 7 il nuovo Dpcm che dovrebbe sancire il ritorno al sistema dei colori per le regioni. Indiscrezioni riportate dalla stampa nazionale parlano, però, di ulteriori restrizioni. C’è chi dice che i weekend potrebbero restare “rossi” in tutta Italia e chi ipotizza un abbassamento della soglia per far scattare la zona arancione: oggi parte da un Rt a 1,25 (insieme ad altri parametri come il riempimento degli ospedali e la capacità di tracciamento), quella rossa da 1,5: secondo Repubblica potrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).Coletto: «Contrario a riapertura» E poi, appunto, c’è la scuola. E sono proprio le Regioni a frenare la riapertura in presenza, anche al 50%, delle superiori. «Io credo sarebbe giusto che il Governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione in maniera molto laica – dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini -. Se c’è preoccupazione diffusa nel Paese che questo possa comportare ancora un rischio alla luce dei numeri che ci sono – sottolinea – ci si ritrovi, se ne discuta, così capiamo anche il Governo cosa ritiene. Io credo che nelle prossime ore bisognerà decidere». E anche l’assessore alla Sanità dell’Umbria, Luca Coletto, al Corriere dell’Umbria si dice “contrario” a riaprire. «Bisogna scegliere se salvare vite o riaprire le scuole – dichiara -, la situazione è delicatissima, non in Umbria ma in tutta Italia. Un errore rischia di far saltare il banco». Coletto, appena dimesso dall’ospedale dove era ricoverato per il Covid, fin da ottobre ha attribuito lo scatenarsi della seconda ondata alla riapertura delle scuole. Studenti: «Vogliamo certezze» Gli studenti, però, non ci stanno. «Non avremmo potuto neanche immaginare che ‘’ci vediamo a scuola’’ sarebbe diventata oggi un’ipotesi, una speranza, un augurio, per alcuni purtroppo anche una paura – affermano quelli di Altrascuola Rete degli studenti medi -. Ci è stato promesso che il 7 gennaio, tra pochi giorni, torneremo a scuola: la nostra domanda però è: a quali condizioni? Tornare in presenza, infatti, non ci basta: vogliamo farlo in sicurezza e vedendo garantito il nostro diritto allo studio e il nostro diritto alla salute. La pandemia ha portato ad un punto di rottura il nostro sistema d’istruzione: assistiamo a continue promesse non mantenute o ritrattate – ultima tra le quali quella di un ritorno al 75 per cento, subito ridotto al 50 -, veniamo addirittura additati come responsabili del diffondersi della pandemia, incoscienti ed immaturi».«Non ci stiamo» «Non ci stiamo più – si ribella Matias Cravero, coordinatore regionale di Altrascuola -. Le nostre richieste sono semplici e ragionevoli, abbiamo già richiesto un incontro alla Regione Umbria per discuterle. Vogliamo che le istituzioni si assumano la responsabilità politica di un danno educativo che segnerà per sempre la nostra generazione, con la speranza che questa non sia l’ennesima occasione sprecata di rimettere al centro il nostro diritto di studiare e di farlo in sicurezza. Vogliamo spazi sicuri e adeguati alle nostre esigenze, la garanzia del rispetto dei protocolli di sicurezza, rimborsi sui trasporti di cui non abbiamo usufruito, la stabiliz
zazione delle borse di studio e l’accesso gratuito alla rete della mobilità pubblica, ai libri di testo, ai device e alla connettività. Solo con questi investimenti strutturali sarà possibile tutelare il diritto allo studio in Umbria e limitare la situazione di crisi che stiamo vivendo».