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Edizione del 02/01/2021
Estratto da pag. 1
Coronavirus. Dal 7 gennaio l`Italia torna a dividersi in zona rossa, arancione e gialla
Capodanno in zona rossa, le iniziative da Milano a Palermo
Covid. Ricciardi: "Contagi alti, non riaprire scuole e zona rossa fino al 15"
L'Italia torna in zona rossa, Capodanno sarà in casa
L'Italia è in zona rossa fino al 27: cosa si può fare e cosa no
L'Italia in zona rossa. Iss: a Natale state a casa
Stretta su Natale e Capodanno. Conte: "Zona rossa 24-6 festivi e prefestivi, arancione feriali"
Covid. Ricciardi: "Contagi alti, non riaprire scuole e zona rossa fino al 15"
Scuola: ok da prefetti per ripresa il 7 gennaio al 50%. Azzolina: ottimo lavoro di squadra
Covid e scuola. De Micheli: indispensabile pianificare gli orari delle città
Scuola. Si riapre il 7 gennaio, intesa governo-enti locali
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02 gennaio 2021Dal 7 gennaio l'Italia torna a dividersi in zona rossa, zona arancione e zona gialla con regole diverse tra le varie regioni a seconda delle fasce disegnate dal report Iss. Intanto ancora per qualche giorno, in base alle misure del decreto Natale, il paese sarà a tinta unita e avrà restrizioni identiche ovunque.
Weekend in zona rossa, poi un giorno -lunedì 4 gennaio- in zona arancione. Sabato 2 e domenica 3 gennaio in Italia saranno ancora in vigore le regole previste dal decreto che - oltre al coprifuoco ordinario tra le 22 e le 5 - introduce misure restrittive per i giorni prefestivi e festivi. Gli spostamenti, come ormai è prassi consolidata, sono consentiti solo per motivi di lavoro, di necessità e di salute e devono essere inseriti nella necessaria autocertificazione.
Sarà possibile, una sola volta al giorno, spostarsi per fare visita a parenti o amici, anche verso altri Comuni, ma sempre e solo all'interno della stessa Regione e nel limite massimo di due persone. L'autocertificazione deve essere portata sempre con sé per spostamenti e visite ai congiunti. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l'accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione, fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata.
Le misure verranno attenuate lunedì 4 gennaio, quando l'Italia tornerà ad essere zona arancione per 24 ore. Il coprifuoco rimane tra le 22 e le 5, ma ci si potrà spostare liberamente all'interno del proprio comune, senza autocertificazione, e ci si potrà muovere dai piccoli comuni sotto i 5000 abitanti e nel raggio di 30 chilometri anche se questo significa uscire dalla propria regione. Resta il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia: conseguentemente, sarà possibile anche andare a fare visita ad amici e parenti "entro tali orari e ambiti territoriali", come spiega il governo nelle Faq. Il decreto Natale prevede misure valide fino al 6 gennaio. Dal 7, quindi, l'Italia tornerà al sistema diversificato tra zona rossa, arancione e gialla. La suddivisione delle regioni arriverà in base ai dati che nei prossimi giorni saranno forniti dalla Cabina di regia per il monitoraggio regionale e valutati dal governo, fino al varo delle ordinanze.
L'ultimo report dell'Iss ha evidenziato la risalita dell'indice Rt a 0.93. "In particolare - analizza il documento - 9 Regioni e province autonome sono classificate a rischio basso: 11 sono classificate a rischio moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d'Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l'attuale trasmissibilità. Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio 'non valutabile' -equiparato a rischio alto- data la bassa percentuale di completezza dei dati".
Le Regioni Calabria, Liguria e Veneto hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 nell'epidemia di coronavirus in Italia. Questo desta particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i li
velli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività come descritto nel documento 'Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale' trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732, come rimarcano gli esperti nel monitoraggio della cabina di regia dell'Iss-ministero della Salute, per il periodo di riferimento 22-27 dicembre.
Regioni chiedono di cambiare parametri
Tornano dunque le fasce, ma le regioni chiedono all'Iss di cambiare i parametri per gli indicatori in base ai quali stabiliscono le zone. Tra questi, anche un diverso metodo di calcolo di tamponi antigenici e molecolari. Intanto torna a slire l'indice Rt, a 0,93 nella media delle regioni. Cresce ancora il tasso di positività al 14,1% rispetto al 12,6% del precedente rilevamento, malgrado il calo di nuovi casi (22.211) e decessi (462).
Scuola riapre il 7 tra molte perplessità
Dopo queste lunghe feste, come ribadito dal premier Conte e dai ministri, Boccia, De Micheli e ancora Lamorgese, la scuola riapre il 7 gennaio. A questo proposito il ministro dell'Interno - ai microfoni di Rainews24 - ha spiegato: "Ho fatto un incontro con tutti i prefetti sul territorio. Posso dire che tutti i tavoli per l’apertura hanno chiuso positivamente". Frena il ministro della salute, Roberto Speranza che dalle pagine del 'Corriere della sera', sottolinea che rimane "prioritario il ritorno in classe. È il nostro obiettivo. Questo non significa però un libera tutti, tutt’altro. Finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive".
Sulle riaperture, i Governatori hanno trovato un'intesa ma con qualche distinguo: "Noi eravamo già pronti a partire dal 7 gennaio anche con il 75% di capienza per le scuole superiori, però mi sono fatto carico come presidente della Conferenza di tutte le Regioni di proporre il 50% in presenza perchè la maggioranza chiedeva questo ed è giusto trovare un equilibrio, una moderazione". Lo dice il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
"Sono molto perplesso sull’opportunità di riaprire le scuole dal 7. A dicembre in Veneto si è registrato il 50 per cento di morti in più rispetto all’anno precedente - spiega a sua volta il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia - È un’ecatombe da Covid che coinvolge non sono l’Italia ma il mondo intero. Il vaccino c’è ma ci vorrà del tempo. Lo spirito di marzo, lo ripeto ancora, è cambiato: per alcuni il problema è degli ospedali e non più della comunità".
Timore per la riapertura delle scuole per il 7 gennaio viene manifestato anche dall'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato: "Con questi dati in crescita faccio un appello al Governo a riflettere bene sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio. Devono restare chiuse".
Agnes: "Ora scaglionare gli orari dei trasporti"
"Nessuno può dire: io i miei orari non li cambio". In un'intervista al Corriere della Sera Arrigo Giana, presidente di Agens, l'Agenzia confederale dei trasporti, sostiene che "adesso ognuno deve fare la propria parte fino in fondo, altrimenti si torna alla situazione di novembre" e quindi ora "dobbiamo mettere in pratica quelle linee guida e assumerci gli impegni presi". Che sarebbero "scaglionare gli orari è nell'interesse della scuola perché è il modo per consentire ai ragazzi di tornare in aula" e "non ci può essere qualcuno che si tira indietro e dice che non può modificare i propri orari, altrimenti il sistema non funziona".
Pregliasco: "Riapertura scuola pericolosa, ma è servizio essenziale"
Il tema della riapertura della scuola sta sollevando molte polemiche. Mentre sul fronte politico, la maggioranza è abbastanza compatta a farla ripartire subito dopo le feste, molti virologi nutrono delle forti perplessità e invitano a rinviare come Walter Ricciardi, super consulente del ministero della Sanità.
Dello stesso avviso Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università statale di Milano che in un'intervista a 'La Stampa' sostiene: "Con l'attuale circolazione del virus le scuole sono pericolose sia per quello che vi succede dentro sia per il traffico che innescano, ma ha senso il tentativo di riaprirle parzialmente per valutare nel tempo gli effetti ed eventualmente ricalibrarsi. nche perché la scuola ha pari dignità rispetto ai servizi essenziali e ai luoghi di lavoro, che fin qui si è cercato di privilegiare sacrificando invece svaghi e turismo".