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Edizione del 19/12/2020
Estratto da pag. 1
Decreto Natale 2020, stop a giorni alterni. Bonaccini promuovele chiusure
I contagi non calano più, a Bologna record di vittime: 41 in un giorno. Il governatore e il nuovo Dpcm: «Ora serve rigore». Ristoratori sul piede...
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Sarà un «rosso» Natale davvero stavolta. Dopo un estenuante tira e molla, con fughe in avanti che avevano fatto pensare all’Italia in giallo per le feste, e poi passi indietro che avevano fatto propendere per l’arancione, ieri nel governo e dopo il confronto Stato-Regioni è prevalsa la linea rossa. Un tuffo nel recente passato che, sulla scia di quanto fatto in Germania dalla cancelliera Angela Merkel, riporta anche l’Emilia-Romagna, come le altre Regioni, in lockdown nei giorni festivi e prefestivi, con piccole interruzioni in zona arancione negli altri giorni. Decisione che rischia di far saltare una volta per tutte i nervi ai ristoratori che su Bologna stanno già pensando di fare causa allo Stato e di chiedere il risarcimento danni.

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«Combattere la pandemia per poter ripartire»Nonostante fosse stato proprio il presidente Stefano Bonaccini, nelle settimane scorse, a guidare l’«esercito» dei sostenitori delle aperture dei ristoranti almeno per il pranzo, quello di Natale compreso, venerdì il presidente dell’Emilia-Romagna, alla guida anche della Conferenza delle Regioni, ha ammorbidito toni e posizioni, una volta capita l’aria che tirava. «Dobbiamo combattere la pandemia per poter ripartire — ha detto ieri pomeriggio dopo l’incontro con il Governo —. Dalle Regioni sono arrivate posizioni simili, se non condivise, sul fatto che servisse una stretta. L’importante è avere tutti la consapevolezza che serve un grande rigore per evitare la terza ondata che tutti gli scienziati sostengono possa arrivare».

«Zona rossa alternata»Del resto lo stesso Bonaccini, venerdì mattina ai microfoni di Mattino 5, aveva strizzato l’occhio al Governo sui possibili scenari natalizi, indicando la sua strada: «Io privilegerei una zona rossa alternata con qualche allentamento, anche se non è una scelta facile». Sarà così. Dal canto suo il Governo ha deciso di accontentare le Regioni sulla richiesta (pressante) dei giorni scorsi di deroga per i Comuni sotto i 5mila abitanti: in quei casi ci si potrà spostare, stando però dentro un raggio di 30 chilometri.

Ristoratori ed esercenti sul piede di guerraRistoratori ed esercenti sono già sul piede di guerra. Soprattutto i ristoratori che, dopo l’ultimo Dpcm, avevano gettato il cuore oltre l’ostacolo e avevano deciso in gran numero di restare aperti proprio nei giorni festivi, Natale, Santo Stefano, ultimo dell’anno e Befana compresi. Non potranno, invece. «In tantissimi — dice Vincenzo Vottero, presidente dei ristoratori di Ascom Bologna — hanno già i locali pieni e prenotati. Non si può nemmeno immaginare l’entità del danno. A questo punto non rinunceremo ad avere i risarcimenti, è un danno voluto, non basteranno i ristori». Vottero ha già le idee chiare: «Ci metteremo tutti insieme, faremo un cartello di ristoratori e faremo causa allo Stato per danni, parliamo di svariati milioni di euro persi».

Ristori immediatiConfesercenti, dal canto suo, va dritta al punto: «Il settore della ristorazione è in ginocchio, in caso di chiusura chiediamo ristori immediati al 75% dei ricavi del 2019». Il presidente bolognese, Massimo Zucchini, restituisce la fotografia di una categoria allo stremo: «Oltre ai danni economici e alla discriminazione della nostra categoria, gli esercenti, con tutta questa indecisione, stanno vivendo una situazione snervante. Se la situazione sanitaria lo richiede, devono chiudere tutti, ma proprio tutti. E poi erogare i ristori».

Non ci sono segnali di miglioramento sanitariLa situazione sanitaria in effetti non dà grossi segnali di miglioramento. In Emilia-Romagna ieri si sono registrati 1.745 nuovi positivi su 16.762 tamponi, una percentuale del 10,4%. Sono stati altri 75 i decessi, 41 dei quali a Bologna che ieri ha avuto 355 nuovi contagi. Ma, soprattutto, ieri si è varcata la soglia dei 7 mila decessi da inizio pandemia.

Tamponi rapidi in farmaciaDa lunedì partiranno i tamponi rapidi in farmacia per gli studenti e le loro famiglie:
in due milioni potranno testarsi gratuitamente nelle 374 farmacie che hanno aderito all’iniziativa. Uno strumento ulteriore, quindi, per il mondo della scuola, ma Bonaccini già guarda ai vaccini anti-Covid per il personale scolastico. Nella seconda tranche del piano vaccinale, da marzo, ha detto ieri il presidente, «ci dovrà essere anche il personale scolastico che come le forze dell’ordine e altri soggetti dovrà essere in prima fila». Quanto alla riapertura delle scuole, Bonaccini la butta già lì, vista la discussione interna al governo e al comitato tecnico scientifico: «Se per la riapertura serve qualche giorno in più non mi scandalizzerei, ma noi come Emilia-Romagna siamo pronti per il 7 gennaio».