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Edizione del 23/01/2020
Estratto da pag. 1
Toti e Scajola scrivono al governo: «Chiarezza sulle concessioni demaniali, ci sono di mezzo 30 mila imprese italiane»
La Liguria, nel 2017, ha emanato due leggi per dare risposte concrete al settore
La Liguria chiede chiarezza e garanzie al governo e garanzie per le imprese balneari. Lo fa attraverso una lettera del presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti e vicepresidente della Conferenza delle Regioni e assessore regionale al Demanio Marco Scajola indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e al ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini.

«Bisogna chiarire un’incertezza – spiega Toti – e per farlo servono provvedimenti urgenti e atti ministeriali concreti sulle concessioni demaniali marittime per dare gambe all’estensione di 15 anni delle stesse concessioni demaniali decisa dall’allora ministro Centinaio».

La decisione di Regione Liguria e del presidente Toti di prendere carta e penna nasce dalla necessità di fare chiarezza sulla pratica delle concessioni dopo una comunicazione della Procura di Genova in risposta alla Capitaneria di Porto che evidenzia problemi che ancora permangono.

In questi anni le regioni, capeggiate dalla Liguria e dall’assessore Scajola, in qualità anche di rappresentante regionale al tavolo del Demanio della Conferenza delle Regioni, si sono mosse e hanno collaborato tra loro per colmare un vuoto di norme nazionali anche attraverso proprie iniziative legislative. Proprio per tutelare non solo il valore commerciale, ma anche quello socio-culturale dei cosiddetti ‘bagni-marini’ la Liguria, nel 2017, ha emanato due leggi per dare risposte concrete al settore.

«Il governo – illustra Scajola – è il nostro referente e deve uscire dal tunnel per intervenire una buona volta senza lasciare nell’incertezza 30 mila imprese italiane e migliaia di posti di lavoro. Come Regioni stiamo facendo il possibile, sostenendo al meglio le associazioni di categoria e tutelando gli investimenti delle imprese del settore. Ma adesso, alla luce anche di una comunicazione giunta al nostro ente proprio dalla Procura della Repubblica, è evidente ancora di più la necessità e l’urgenza di un intervento chiarificatore del governo».

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