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Edizione del 09/12/2020
Estratto da pag. 1
Cgil, Cisl e Uil vogliono il Mes Sanit?. Ecco tutte le proposte dei sindacati per il rilancio del Welfare sanitario e socio sanitario
Inviato dai sindacati a Governo, Regioni, Comuni e presidenti di Camera eSenato un documento con una serie di proposte per rilanciare il nostro sistemasanitario e di assistenza sociale e anche per raggiungere l’obiettivo dicolmare quel divario territoriale tra regioni (in particolare tra nord e sud),centri urbani e aree interne in costante crescita che ha generato fortidisuguaglianze sociali e la conseguente rinuncia alle cure. IL DOCUMENTO[front5864061]04 DIC - Investimenti per potenziare la prevenzione e la rete dei serviziterritoriali e affrontare quelle che l’Organizzazione Mondiale della Sanitàdefinisce “le nuove epidemie”: le Cronicità, la Non Autosufficienza, il disagiomentale, e che riguardano le persone più esposte anche ai rischi e alleconseguenze dell’emergenza da Covid19. E ancora un piano straordinario diassunzioni. Il tutto finalizzato a colmare quel divario territoriale traregioni (in particolare tra nord e sud), centri urbani e aree interne incostante crescita che ha generato forti disuguaglianze sociali e la conseguenterinuncia alle cure. È questo l’architrave delle proposte di Cgil, Cisl e Uilper il rilancio del Welfare sanitario e socio sanitario. Il documento è statoinviato a Governo, Regioni, Comuni e presidenti di Camera e Senato. Piano assunzioni. Per attuare il piano, i sindacati rimarcano come "sianoimportanti ma ancora insufficienti le misure e le somme messe a disposizionedai provvedimenti legislativi approvati in questi ultimi mesi, concernentiprincipalmente la gestione della pandemia in atto, e ritengono che il SSNnecessiti di ingenti finanziamenti strutturati e non provvisori”. In particolarmodo per le organizzazioni è “prioritario avviare, d’intesa con le Regioni, unpiano di assunzioni straordinarie stabili di medici, infermieri eprofessionisti sanitari, sociosanitari e amministrativi, fortemente carente aseguito dei blocchi decennali delle assunzioni, e un deciso potenziamento dellerisorse per la formazione per rispondere ai nuovi fabbisogni di personale, pervalorizzare le competenze e qualificare i servizi”. Sì al Mes. Tema centrale è il dove reperire le risorse. Secondo Cgil, Cisl eUil vanno usate sia le risorse del “Recovery Fund che il MES, che sono unagrande opportunità che non può essere sprecata, ragione per cui tali risorsedevono essere finalizzate alla realizzazione di progetti guidati da una forteregia nazionale e con il coinvolgimento della Conferenza delle regioni e delleparti sociali. Il Recovery fund ha segnato una svolta innovativa nella politicaeconomica della UE, per la quale si è fortemente battuta la ConfederazioneEuropea dei Sindacati”. Nello specifico i sindacati confederali “ritengono che vada superato ogniindugio anche in merito all’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalMes, perché i 37 miliardi del MES, che corrispondono esattamente ai taglieffettuati nella sanità pubblica negli ultimi dieci anni, sono un’occasionevelocemente attuabile e irripetibile per ammodernare e rafforzare il SistemaSanitario Italiano e i sistemi sanitari europei”. Le proposte dei sindacati1. Prevenzione e promozione della saluteI livelli di salute delle persone e delle Comunità dipendono non solo dallacapacità dei servizi sanitari di provvedere alla cura o alla prevenzione dellemalattie, ma in parte significativa dalle scelte politiche che devono produrrebenessere. La salute deve essere al centro delle politiche, quindi le risorsedel progetto vanno destinate al potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione(ben oltre le misure emergenziali) e alla riqualificazione delle attività nellalogica appena richiamata, in particolare per sostenere: - la rete epidemiologica nazionale e in Piani di risposta alle pandemie;- il recente Piano nazionale per la Prevenzione 2021-2023;- l’attuazione integrale dei nuovi LEA della Prevenzione (Dpcm 12-1-2017) Tutto ciò è possibile sviluppando la massima partecipazione, per questo occorrepromuovere una Conferenza nazionale per la prevenzione e la promozione dellaSalute organizzata da Regioni e dall’ANCI, con il Governo, con lapartecipazione delle
forze sindacali e sociali. La Conferenza deve trovarerisposte in particolare rispetto alle disuguaglianze di salute, alla sicurezzadei luoghi di lavoro, alla prevenzione delle malattie croniche e della nonautosufficienza, alla prevenzione oncologica. Servono investimenti eprogettualità maggiori nella prevenzione, primaria, secondaria e terziaria.Servono politiche complessive che partano dall’infanzia, fino a raggiungere uninvecchiamento attivo e in buona salute per ogni cittadino. 2. Piano di potenziamento della rete dei servizi territorialiPer la rete dei servizi territoriali devono essere stabiliti standard,indicatori e requisiti vincolanti, integrandoli con quelli degli Ospedali e sidevono definire Linee di indirizzo condivise Stato Regioni Comuni. Inparticolare occorre destinare le risorse del progetto e definire strumenti per:- sostenere il Distretto sociosanitario, come “struttura forte” e baricentroper la prevenzione e l’assistenza territoriale, e da cui devono dipenderestrutture e professionisti; poiché i distretti sono il primo presidio perconoscere, prevenire e rispondere ai bisogni sociosanitari del territorio; ènecessario perciò l’attuazione effettiva a tutti i livelli dell’integrazionetra politiche e servizi sociali e sanitari, anche rendendo cogente lacoincidenza territoriale tra distretti sanitari ed ambiti sociali (comeprevisto dalla L. 328/2000), necessaria a favorire la programmazione integratasocio sanitaria; - assicurare la presa in carico della persona e la continuità assistenzialeospedale territorio (quindi anche strutture intermedie come gli ospedali dicomunità); - diffondere strutture territoriali pubbliche, con particolare riguardo allearee interne, forti e visibili, come le Case delle Salute e di comunità(comunque sia denominate), dove i cittadini, oltre al medico di fiducia, devonotrovare tutti i servizi di cui hanno bisogno, o esserne avviati per averneaccesso. Qui collaborano tutti i professionisti della sanità e del sociale e siassicura una maggiore inserimento dei medici di Mg nel SSN. Si utilizza ilBudget di salute come strumento di integrazione sociosanitaria e dipersonalizzazione degli interventi; si pratica un’assistenza sociosanitaria“d’iniziativa”. La CdS è dotata di tecnologie digitali per un welfare di comunità, facilitandol’accesso alle prestazioni, alle cure e all’assistenza (prenotazioni,refertazioni, FSE, Telemedicina, TeleAssistenza, Telemonitoraggio ecc.), ditecnologie per la diagnostica e conseguentemente attrezzate al trasferimento econdivisione dei dati e referti nei diversi setting di diagnosi, cura eassistenza. Nell’ambito del Piano nazionale per il potenziamentodell’assistenza territoriale appena descritto, occorre che le risorse sianofinalizzate a dare attuazione al Piano della Cronicità e al Piano delle Demenzee a specifici progetti riferiti al potenziamento dei Servizi ad altaintegrazione sociosanitaria per: Anziani - Non Autosufficienza, Salute Mentale,Dipendenze, Consultori familiari, Carceri… 3. Diritto alla vita indipendente, anziani e non autosufficienzaBisogna dare una risposta al tema relativo alla crescita del numero di personenon autosufficienti registrata negli ultimi anni. Le OO.SS. confederali e deipensionati, come è noto, sostengono da tempo che sia indispensabile approvareuna Legge quadro nazionale per la Non Autosufficienza, che individui i LivelliEssenziali delle prestazioni per assicurare in modo uniforme in tutto il Paeseil diritto alle salute e alle cure all’assistenza sociale per le persone NA,adeguatamente finanziati, superando la dispersione e la frammentazioneesistente tra le diverse norme e gli strumenti già in vigore, organizzando lapiena integrazione tra gli interventi dei Livelli sociali con quelli dei LEAsanitari (come previsto anche dall’art 21 del Dpcm del 2017 che disciplina ilsistema dei LEA, per garantire omogeneità nei processi di integrazioneistituzionale, professionale e organizzativa dell’area sanitaria e dei servizisociali). A tal fine è necessario un quadro di riferimento legislativo edistituzionale nazionale, fondato su un cost
ante coordinamento tra il Ministerodella Salute e quello del Lavoro e delle Politiche Sociali. Così la crescita positiva della speranza di vita può determinare anche unaumento del numero di persone anziane in buona salute. Il Progetto,coerentemente con i contenuti della proposta di legge richiamata, deve indicaree finanziare soluzioni per garantire, in attuazione della Convenzione delleNazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: - la promozione della salute e il diritto alla vita indipendente;- l’assistenza alle persone non autosufficienti prioritariamente nel propriocontesto di vita e per promuovere la vita indipendente delle persone nonautosufficienti e con disabilità, anche con l’assistenza sociosanitariadomiciliare e semiresidenziale e grazie alla riqualificazione dell’assistenza edel lavoro di cura domiciliare di caregiver e badanti e a misure di sollievo esostegno alle famiglie; - qualora fosse necessario il ricorso ad una struttura di ricovero, l’obiettivoè prevedere, ove possibile, modalità residenziali in nuclei inseriti neltessuto urbano e quindi parte integrante della comunità, ciò implica unprogetto a sostegno della riqualificazione in tal senso delle attuali strutture(Rsa, Case di riposo, comunità), comprese le regole di accreditamento dellestrutture private, i requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici, glistandard quanti-qualitativi del personale, i controlli e la partecipazionedelle OO.SS. - misure a sostegno dell’abbattimento delle barriere architettoniche,dell’adeguamento degli edifici, del diritto alla mobilità delle persone nonautosufficienti e con disabilità, del superamento della contenzione meccanica. 4. Superamento delle disuguaglianze e dei divari territoriali riferiti aiLivelli Essenziali di AssistenzaOccorre prevedere uno specifico progetto finalizzato al superamento delle fortidisuguaglianze di salute oggi presenti tra la popolazione e tra territori e alloro interno, per assicurare una maggiore uniformità nel Paese nell’accesso aservizi e a prestazioni sociosanitarie di qualità, come prevede la nostraCostituzione e per raggiungere un’effettiva universalità nel godimento deidiritti sociali. Ferma restando la salvaguardia della mobilità volontaria e, ildiritto delle persone di scegliere dove curarsi, il Servizio sanitario devegarantire alle persone la possibilità di ricevere le cure nel territorio in cuivivono, senza essere costrette a spostarsi o a rinunciarvi. In questo senso ènecessario superare le cause che non assicurano l’accesso alle prestazioni deiLEA e che costringono a mobilità verso altre regioni, dovute a carenze distrutture e servizi, nella realtà di residenza. Vanno quindi definite efinanziate misure a sostegno di: - veri e propri piani di convergenza delle regioni e dei territori indifficoltà (che presentano carenze quanti-qualitative nell’attuazione dei LEA)su obiettivi di riqualificazione, superando in tal modo anche la logicameramente “ragionieristica” dei piani di rientro; - un piano per la riduzione e il governo della mobilità sanitaria; - azioni e investimenti per il recupero dei divari nell’offerta riferitaall’assistenza (in particolare quella ospedaliera di alta specializzazione,principale causa di mobilità impropria). 5. Accelerare e aggiornare l’attuazione dei progetti per il welfaresociosanitario digitale e la domoticaDurante l’emergenza da Covid19 abbiamo verificato ritardi e difficoltànell’utilizzo di tecnologie che avrebbero potuto assicurare vicinanza econtinuità assistenziale alle persone con servizi e prestazioni a distanza.Occorre recuperare questo ritardo, mediante un Progetto con misure efinanziamenti per: - superare frammentarietà, incompatibilità e carenze di interoperabilità frasistemi regionali e nazionale; - attuare il Patto per la salute Digitale, che prevede i tre ambiti diintervento: TeleMedicina, TeleSpecialistica, TeleAssitenza sociale. Si deveassicurare il collegamento, la continuità tra ospedale e territorio e agireoltre il campo più esplorato e avanzato dell’assistenza ospedaliera, con unavisione che preveda tecnologie digitali
per un welfare di comunità integratofra sanità e sociale e sia orientato alla persona, attraverso modelliassistenziali innovativi incentrati sul cittadino e facilitando l’accesso alleprestazioni …” (come indica il Patto Stato Regioni per la Salute Digitale).Così intesa la Telemedicina rappresenta l’evoluzione digitale dell’assistenzasocio sanitaria tradizionale, fondamentale per agevolare la comunicazione adistanza tra operatore e cittadino e facilitare l’erogazione di moltepliciservizi socio sanitari: diagnosi, terapia, fino ai controlli a distanza, e alsostegno assistenziale (che deve avvenire sempre nel pieno rispetto dellaprivacy dei pazienti). - completare il progetto relativo Fascicolo Sanitario Elettronico FSE, che devediventare Fascicolo sociosanitario e non solo sanitario; - lo sviluppo della domotica, dei dispositivi e dei servizi e-Care rivolti allepersone non autosufficienti o nell’assistenza anche ospedaliera di malatiCovid-19 meno gravi. Per attuare simili processi di innovazione tecnologica ilProgetto deve prevedere precise misure a sostegno della necessaria innovazioneorganizzativa e professionale. 6. Qualità e sicurezza dei luoghi di curaI luoghi di cura, le strutture sanitarie sociosanitarie e sociali devono esseresicuri, accoglienti, facili da utilizzare e da percorrere. Attualmente nonsempre è così. I fattori di rischio, compresi quelli di infezioni, incidenti erischi da eventi sismici devono essere rimossi. Ciò implica interventi di tipoedilizio, di organizzazione degli spazi e di natura tecnologica. Il Progettodeve indicare e finanziare misure, anche con interventi locali in grado diprodurre occupazione e reddito e utilizzando il patrimonio edilizio pubblicodisponibile, per: - la messa in sicurezza di tutte le strutture di assistenza ospedaliera esociosanitaria territoriale (adeguamento norme antisismiche e antincendio,barriere architettoniche, risparmio energetico, garanzia impianti di aerazione/climatizzazione, igiene degli ambienti, il tutto in una logica eco-sostenibile; - l’adeguamento e la manutenzione delle tecnologie sanitarie; - riqualificare i luoghi di cura rivolti alle persone più fragili e nonautosufficienti. - assicurare standard di comfort e facile accesso, distanziamento, qualità deiservizi igienici, cura degli spazi verdi, qualità degli arredi e degliambienti, segnaletica, ecc. 7. Investimenti nella ricerca Scientifica e SanitariaLa ricerca scientifica è un fattore determinante per lo sviluppo di un Paese,ed è essenziale per individuare soluzioni mediche, tecnologiche e terapie piùappropriate, aumenta le conoscenze a vantaggio del Paese e della salute deicittadini ed incide positivamente sull’intero sistema economico-produttivo.L’Italia investe poco nella ricerca, circa l’1,2% del PIL, a fronte di un 2%della media europea. È un dato che deve necessariamente essere modificato esuperato. Occorre che una parte significativa delle risorse europee siadestinata a investimenti nella ricerca scientifica in ambito sociosanitario,per migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi e delle prestazioni, nelcampo della prevenzione, della cura, della riabilitazione e nel settore dellaprotesica e della robotica applicata alla medicina e all’assistenza. 8. Legalità, monitoraggio, valutazione e partecipazione democratica perspendere bene, ottenere risultatiNella gestione del SSN di questi decenni, si sono registrate criticità e casidi corruzione che hanno penalizzato e danneggiato cittadini e operatori. Legrandi quantità di denaro messe a disposizione per la spesa infatti sono spessosoggette a fenomeni quali, sprechi gare illecite abusi inadempimenti eirregolarità. Per contrastare questi fenomeni, un primo importante risultato siè ottenuto con l’approvazione della legge 190/2012 che ha introdotto un sistemadi vigilanza e anticorruzione. A tutela della salute, riteniamo necessario continuare ad intraprendere azionivolte ad aumentare la legalità e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse,anche attraverso l’intensificazione dei controlli. Solo con questa premessa inumerosi interventi e progetti r
iferiti all’utilizzo delle ingenti somme messea disposizione con i fondi europei per la ripresa e la resilienza potrannoessere monitorati efficacemente nella fase applicativa, per valutarne irisultati. Per questa ragione, è fondamentale che esista una forte regianazionale con poteri di intervento in caso di inadempienze in sede attuativa -a livello regionale e comunale - dei progetti. Una regia che va accompagnata dasedi a livello regionale e locale prevedendo osservatori regionali perl’attuazione e il monitoraggio continuo dei progetti. Deve essere assicurata la massima trasparenza nell’accesso a tutti i datiriferiti all’utilizzo delle risorse e previste sedi di confronto epartecipazione democratica. In questo senso la formalizzazione dellacontrattazione sociale può rappresentare un valido strumento per consentire ilraggiungimento degli obiettivi sopra indicati, da definire nell’ambito di unconfronto con il Ministero della salute e la Conferenza delle regioni. Lapartecipazione democratica è fondamentale anche per assicurare che l’utilizzodelle somme avvenga nel pieno rispetto della legalità contrastando sprechi,abusi e irregolarità, ed escludendo deroghe alle norme anticorruzione. Non sidevono disperdere le dotazioni economiche disponibili, ma anzi si deveutilizzare al meglio l’occasione ricevuta per potenziare e riqualificare ilnostro sistema di welfare.04 dicembre 2020