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Edizione del 06/12/2020
Estratto da pag. 1
Semplificazioni, focus su impatto ambientale e permessi edilizi
in collaborazione con

l' agenda APPROVATA DAL CDMStandard e catalogo di procedimenti per ridurre gli spezzatini regionaliSul fronte sempre aperto delle semplificazioni il governo lavora a un secondo decreto legge da varare in concomitanza con l' approvazione definitiva del Recovery Plan per snellirne le procedure autorizzative con misure straordinarie e nuovi poteri sostitutivi, ma riparte subito anche con l' attuazione dell' Agenda semplificazioni 2020-23, passata al vaglio del Cdm giovedì scorso su proposta della ministra della Pa, Fabiana Dadone: è il frutto di un duro e prezioso lavoro svolto dai suoi uffici, anche in collaborazione con Regioni, comuni e associazioni imprenditoriali. Un cronoprogramma di obiettivi triennali che attua il primo Dl semplificazioni attraverso 19 azioni e può sembrare, dai titoli, un esercizio di lungo periodo poco adatto all' urgenza del momento. In realtà prevede, però, subito alcuni passaggi molto rilevanti nel tentativo di tagliare la burocrazia in cui sono imprigionate le attività economiche. Tre misure vanno segnalate per la loro potenzialità dirompente: gli interventi entro marzo sul primo set di dieci procedure soprattutto ambientali (su un pacchetto di 50) da semplificare, digitalizzare e reingegnerizzare; il «catalogo dei procedimenti» che entro febbraio punta a standardizzare un centinaio di procedimenti amministrativi azzerando o riducendo sostanzialmente lo «spezzatino regionale» di regole; la traduzione per un primo pacchetto di dieci procedure dell' attuale modulistica in format digitali standardizzati entro giugno. Tutti temi che incrociano quello decisivo della riduzione degli «spezzatini regionali», definendo punti di riferimento e standard nazionali condivisi con le regioni che dovranno poi adeguarsi in tempi rapidi. A questi capitoli si aggiungono alcune soluzioni prettamente tecniche, a volte persino banali, che tuttavia potrebbero risolvere nodi fondamentali del rallentamento dell' attività pubblica. Come quello di Repository centralizzati, depositi regionali e nazionali in archivi condivisi tra amministrazioni di file particolarmente pesanti come sono quelli dei progetti da sottoporre alla conferenza di servizi, per esempio. File di molti Giga che superano di gran lunga il limite di cento Mb trasmissibili in via ordinaria nella Pa e che richiedono soluzioni da trasportare fisicamente, come Dvd o chiavette di memoria. Barriere e passaggi fisici che azzerano o tagliano drasticamente i vantaggi di procedure telematiche, per altro ormai largamente diffuse, come dimostra proprio l' esempio delle conferenze di servizi. L' Agenda definisce anche i quattro settori chiave che vengono considerati prioritari proprio in vista del Recovery Plan: tutela ambientale e green economy; edilizia e rigenerazione urbana; banda ultralarga; semplificazioni in materia di contratti e appalti pubblici. In questi settori saranno pescate anche molte delle prime procedure da velocizzare, semplificare e reingegnerizzare. Questa può essere anche l' occasione per rimediare ad alcune evidenti carenze del primo decreto semplificazioni. Si pensi a una ulteriore velocizzazione del procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via), in ambito nazionale, ma soprattutto nell' ambito regionale, che non è stato toccato dal decreto legge. O ancora all' autorizzazione unica ambientale o al tema della certificazione della «doppia conformità» (oggi e all' epoca di costruzione) dei progetti presentati ai piani urbanistici e ai regolamenti edilizi che costituisce un motivo di grande rallentamento anche per le pratiche del Superbonus (si veda articolo a fianco). L' Agenda non è solo un cronoprogramma ma anche un metodo di lavoro che punta a condividere con le regioni (e con il mondo delle imprese) le misure da standardizzare. Per altro, proprio la Conferenza delle Regioni aveva approvato, prima dell' approvazione del decreto legge semplificazioni 1, un documento articolato di proposte in materia di appalti e di edilizia anche più avanzate di quelle che sono state poi rece
pite nel provvedimento nazionale. Quel documento fu, invece, largamente ignorato e potrebbe tornare utile oggi: le prossime scadenze ravvicinate dell' Agenda sono l' occasione per portare quelle proposte al traguardo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Giorgio Santilli