panoramasanita.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 172
Edizione del 04/12/2020
Estratto da pag. 1
Regioni: stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo
In una posizione inviata al Presidente del Consiglio, la Conferenza delle Regioni sottolinea che il decreto legge del 2 dicembre è stato approvato dall''Esecutivo senza un preventivo confronto con le Regioni. “Stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo” è stato manifestato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province…
In una posizione inviata al Presidente del Consiglio, la Conferenza delle Regioni sottolinea che il decreto legge del 2 dicembre è stato approvato dall’Esecutivo senza un preventivo confronto con le Regioni.

“Stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo” è stato manifestato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. L’esecutivo – si sottolinea in una posizione inviata al Presidente del Consiglio – ha approvato, nella serata di ieri, il decreto-legge 2 dicembre 2020, n.158 in assenza di un preventivo confronto con le Regioni”. È un “metodo” – sottolineano le Regioni – che “contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza”. Proprio “il mancato confronto interistituzionale non ha consentito di portare alla individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie”. Si prende dunque “atto delle scelte operate con l’adozione del decreto-legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del DPCM”. Infine si “evidenzia che non si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle Regioni e dalle Province autonome”.

Il vicepresidente Carloni esprime il totale disappunto della Regione Marche

“Esprimo il totale disappunto della Regione Marche per questo modo di procedere del Governo senza alcun confronto. Le chiusure anche a Natale penalizzano i cittadini e creno forti disparità”. Queste le parole del vicepresidente Mirco Carloni a margine della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che si è svolta ieri. “Abbiamo ricevuto questa notte – ha proseguito Carloni – la bozza del DPCM che non tiene conto delle nostre posizioni, nemmeno quelle concordate in conferenza delle Regioni. Abbiamo espresso un giudizio negativo e la nostra contrarietà rispetto alle decisioni del Governo, che anche a Natale costringe i cittadini a non spostarsi tra Comuni. Queste posizioni creano forti disparità tra i cittadini, non tengono affatto conto che in Italia e in particolare in regioni come le Marche, esistono centinaia di piccole realtà, tanti piccoli Comuni e con una popolazione spesso anziana che rischia di restare sola e isolata anche durante le festività natalizie. Verrà impedito ai familiari e ai congiunti di trascorrere insieme anche il giorno di Natale e quello di Santo Stefano, si pensi ad esempio a famiglie che vivono a pochi chilometri di distanza ma in Comuni diversi, a chi non vede da tempo genitori anziani, a chi ha vissuto settimane in isolamento, a chi vive in realtà molto piccole. Decisioni che avranno una ricaduta sociale soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione. Riceviamo i sentimenti negativi rispetto a queste scelte. Questo modo di fare crea un danno enorme al nostro territorio, dove la penalizzazione sulla mobilità intercomunale incide fortemente anche dal punto di vista economico. Siamo entrati in zona arancione ingiustamente – incalza Carloni – senza alcun preavviso e senza alcuna concertazione con le autorità centrali, nonostante dati che già cominciavano a stabilizzarsi e a scendere, come dimostra il calo dell’indice Rt delle ultime settimane. Sono state danneggiate le nostre attività economiche che hanno risentito di una stretta calata dall’altro. C’è una totale mancanza di dialogo. Il confronto è soltanto formale, non c’è nulla di sostanziale. Quando un Governatore – ha concluso il vicepresidente – o addirittura tutta la Conferenza fanno delle proposte congiunte, ragionevoli e calate sui territori, e puntualmente queste proposte cadono nel vuoto, di fronte a questo modo di procedere ci pare evidente che il nostro parere, il parere delle Regioni che rappresentano i cittadini, non interessi a nessuno”.

Toti (Liguria): Governo non ha
accolto nessuna proposta di modifica

“Purtroppo dobbiamo rilevare che il Governo, al momento, non ha accolto nessuna delle nostre proposte di modifica al Decreto di Natale. Ritengo che le misure prese siano contrarie ai principi che fino ad oggi abbiamo usato: collegare il rischio epidemico di ogni territorio alle regole da applicare. Cioè più il virus circola, più ovviamente bisogna chiudere e ridurre i contatti”. Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti a proposito della riunione delle Regioni con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Ora che il virus cala in molte zone del paese, prima tra tutte la Liguria– prosegue Toti -, invece si decide di chiudere indiscriminatamente. E lo si fa proprio nei giorni in cui, a Natale e Capodanno, gli Italiani, che si sono impegnati tento a rispettare le regole, avrebbero meritato un po’ di fiato: la possibilità di vedere qualche amico e qualche parente. In più lo si fa penalizzando chi vive nelle piccole città, da cui nessuno potrà uscire neppure per fare pochi chilometri di strada. Nelle grandi città, al contrario, ovviamente gli spazi di libertà sono ben altri. Altro che “zone bianche”! I ristoranti continueranno a chiudere, come i bar, alle 18. E questo a prescindere dai dati della epidemia”. “Nessuno aveva mai detto di voler aprire nelle zone rosse, o comunque a rischio – precisa il governatore – Ma nelle zone del Paese dove il virus corre meno, perché non dare un po’ di speranza a cittadini e imprese? O sbagliavamo prima a dividere l’Italia in zone, o sbagliamo ora a considerarla tutta uguale. O meglio, tutta egualmente chiusa. Per finire vorrei capire come verranno risarciti le centinaia di migliaia di lavoratori che da queste misure verranno penalizzati”. “Io resto della mia opinione – conclude Toti -: a Natale e Capodanno, dove possibile, sarebbe stato giusto dare un po’ di libertà. Di movimento, di impresa, libertà emotiva di incontrare amici e parenti, ovviamente con prudenza. Libertà di culto, perché, anche se i vescovi in modo signorile non hanno detto nulla sull’anticipo della nascita di Gesù bambino, io ancora non ho capito perché dovrei contagiarmi meno uscendo dalla Messa alle 22 anziché alle 24? Se qualcuno me lo spiega… forse il virus vien di notte, come i Decreti di Natale”.