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Edizione del 04/12/2020
Estratto da pag. 1
Natale e Covid, Conte: ``Costretti a nuove misure restrittive per evitare la terza ondata``
''Siamo costretti a introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, strada per la fine della pandemia è ancora lunga''''
Il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di stasera sulle misure contenute nel decreto Natale e nel nuovo Dpcm spiega: “Siamo costretti a introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. La strada per la fine della pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata”.

Per contenere il virus: “Continueremo ad applicare il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. Si sta rivelando efficace, ci permette di dosare gli interventi e di adottare misure ben differenziate su base territoriale. Le misure sono adeguate al rischio effettivo dei territori senza inutili penalizzazioni. Nel giro di appena un mese abbiamo piegato la curva dei contagi portando l’indice Rt a 0,91, sotto 1. Negli ultimi giorni registriamo un calo di ricoveri anche nelle terapie intensive, è ragionevole prevedere che nel giro di un paio di settimnane, in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle. Stiamo evitando un lockdown generalizzato come quello di primavera che sarebbe stato molto penalizzante” avverte Conte.

Che poi osserva: “C’è un aspetto però che non ci consente distrazioni. Sono in arrivo le festività natalizie, se le affrontassimo con le misure proprie delle aree gialle, sarebbe inevitabile un’impennata della curva di contagio. Per questo siamo costretti a introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. La strada per la fine della pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata”.

REGOLE SPOSTAMENTI

Il premier inizia a parlare dei divieti agli spostamenti spiegando che “dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati tutti gli spostamenti da una regione all’altra anche per raggiungere le seconde case. Il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio sono vietati anche gli spostamenti da un comune all’altro. Resta il divieto di spostarsi su tutto il territorio dalle 22 alle 5, a Capodanno sarà esteso dalle 22 alle 7. Ci si potrà spostare per motivi lavorativi, motivi di salute e casi di necessità. Tra questi rientra anche l’assistenza a persone non autosufficienti. È sempre consentito il rientro nel comune di residenza, nel proprio domicilio e nel luogo in cui si abita con continuità o periodicità. Questo permetterà il ricongiungimento di coppie lontane per motivi di lavoro ma che convivono con una certa frequenza e periodicità nella medesima abitazione”.

Per chi varcherà i confini nazionali al rientro è previsto l’isolamento: “Gli italiani che andranno all’estero per turismo dal 21 dicembre al 6 gennaio al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena. Anche i turisti stranieri che arrivano in Italia nello stesso periodo dovranno sottoporsi dalla quarantena”.

DIDATTICA IN PRESENZA DAL 7 GENNAIO

Le piste da sci non riapriranno: “Gli impianti sciistici saranno chiusi dal 4 dicembre al 6 gennaio. Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono sospese le crociere” aggiunge Conte che a proposito di scuola poi dice: “Dal 7 gennaio ricomincerà la didattica in presenza nelle scuole superiori di secondo grado, in questa fase in ogni scuola sarà garantito il rientro in presenza del 75% degli studenti”.

RISTORAZIONE, ALBERGHI E NEGOZI

Per la ristorazione: “Nell’area gialla, bar, ristoranti e pizzerie saranno aperti sempre a pranzo, anche a Natale e Santo Stefano. Nelle aree arancioni e rosse, saranno aperti dalle 5 alle 22 solo per asporto, la consegna a domicilio sarà sempre possibile”. Per quanto riguarda gli alberghi, prosegue il premier, questi “rimangono aperti in tutta Italia ma il 31 sera non si potranno organizzare veglioni e cene, i ristoranti degli alberghi chiuderanno alle 18. Dopo quell’ora sarà consentito solo servizio in camera”. Invece i negozi “dal 4 dicembre al 6 gennaio potranno rimanere aperti fino alle 21. Da
l 4 dicembre al 15 gennaio nei giorni festivi e prefestivi nei centri commerciali saranno aperti solo farmacie, parafarmacie, sanitari, tabacchi, edicole e vivai”.

LE RACCOMANDAZIONI PER FESTE E CENONI

Conte si sofferma sul “problema dei festeggiamenti, dei cenoni, dei veglioni, molto sentito dagli italiani. In un sistema liberaldemocratico non possiamo entrare nelle case delle persone e imporre stringenti limitazioni. Possiamo limitarci a introdurre una forte raccomandazione: raccomandiamo fortemente di non ricevere persone non conviventi, soprattutto in queste occasioni, in cui i festeggiamenti diventano più intensi”.

DL DI NATALE, LE REGIONI: NON CI HA INTERPELLATO NESSUNO. STASERA PARLA CONTE

Il decreto legge del governo uscito dal Cdm della scorsa notte, con rigide misure anti Covid per gli spostamenti durante le feste di Natale, non piace ai governatori. Per una questione di metodo ma non solo. Secondo l’Ansa dalla Conferenza delle Regioni che si è tenuta in videoconferenza oggi sarebbe emerso che il decreto è stato approvato “in assenza di un preventivo confronto tra le Regioni”.

Un metodo che secondo la Conferenza “contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima”.

Spostamenti a Natale: Regioni e 25 senatori PD contro il divieto

Secondo le regioni l’assenza di confronto “non ha consentito di portare all’individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie”.

Sui ristori poi i governatori lamentano che né il Dpcm né il decreto legge di Natale si occupano dei “ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle regioni e dalle province autonome”. Stasera alle 20:15 ci sarà la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte sul Dpcm e gli ultimi provvedimenti anti Covid.