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Dir. Resp.
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Edizione del 03/12/2020
Estratto da pag. 1
Tamponi rapidi in farmacia, l’assessore regionale Luigi Icardi ci riprova invista del Natale ma per ora è solo un annuncio. Lunedì il responsabile allasanità della giunta Cirio è intervenuto al termine della Commissione Salute, dicui è coordinatore nazionale, affermando: «Chiedo alla Conferenza delle Regionidi farsi carico presso i Ministeri competenti della richiesta, condivisa dalleRegioni, di abilitare prontamente, con idoneo provvedimento normativo, ilpersonale farmacista laureato all’effettuazione dei tamponi antigenici rapidi».A fine ottobre era stato lo stesso ministro della salute Roberto Speranza alanciare la proposta per l’avvio di una fase di sperimentazione e ad oggi talitamponi vengono già effettuati (normalmente da infermieri) nelle farmacie didiverse regioni e a varie condizioni. Si tratta di test (a pagamento) contamponcini meno invasivi di quelli molecolari e che danno un responso in 15 o20 minuti.La richiesta di Icardi ha comunque trovato la soddisfazione del presidente diFederfarma Piemonte, Massimo Mana. Tuttavia, qualora fosse accolta, tutto andràverificato sul campo e soprattutto con i farmacisti. [Azimut_sit] TAMPONI IN FARMACIA, LA REGIONE MANCO’ IL PRIMO TENTATIVOGià a fine ottobre la giunta regionale aveva cercato il coinvolgimento delle1600 farmacie piemontesi per l’effettuazione di tamponi rapidi, in allora i“test salivari”. Al punto che Cirio aveva dichiarato il 21 ottobre: «Ladelibera l’abbiamo assunta ieri, quindi le farmacie da oggi sono in grado diricevere le prenotazioni». Poi i farmacisti, anche a Novara, avrebbero dasubito constatato che il servizio non poteva essere attuato per varie carenze,come mancanza di tamponi e soprattutto di infermieri incaricati di eseguirli.Così il 3 novembre la Regione comunicava ai farmacisti di aver annullato tutto.«Sono state create aspettative e poi disattese», dichiarava a La Voce ilpresidente dell’associazione Titolari Farmacia della provincia di Novara,Enrico Luoni.ICARDI VUOL RIMOBILITARE I FARMACISTI, MA LORO VOGLIONO?Ora arriva il nuovo annuncio di Icardi, che è solo una richiesta al Governo diabilitare gli stessi farmacisti. «La rete capillare delle farmacieconvenzionate – giustifica l’assessore regionale – sarebbe certamente di grandeaiuto nel tempestivo tracciamento dei contagi, soprattutto adesso che sonodisponibili i test antigenici rapidi». L’effettuazione dei tamponi sarebbe «inlocali aventi i requisiti idonei e da parte di farmacisti laureati eappositamente formati».«L’auspicio è che il Governo approvi l’istanza – aggiunge il presidentepiemontese di Federfarma, Mana – in modo che ci sia il tempo per organizzarsiin vista delle festività natalizie, quando l’effettuazione del tampone rapidopotrà prevenire occasioni di contagio, soprattutto nell’ambito degli incontriin famiglia».Qualora il Governo accolga la proposta non è detto però che molti farmacistivogliano o possano aderire, anzitutto perché l’effettuazione e il trattamentodi un tampone è oggi compito di personale sanitario con “speciali competenze”previste dalla legge. Inoltre, poiché si tratta di intervenire su possibilipersone contagiate dal virus, le farmacie devono predisporsi con appositispazi, locali, percorsi e tempi dedicati, ben differenziati da quelli riservatialla normale clientela. Gli stessi farmacisti dovrebbero, oltre che formarsi,attrezzarsi con appositi dispositivi di protezione per l’accresciuto rischio emagari anche con la stipula di un’assicurazione che li tuteli in caso di errorinell’effettuazione di una manovra oggi non prevista tra le loro mansioni.Nelle Regioni in cui i test in farmacia già si fanno la richiesta esiste epotrebbe crescere proprio in vista delle prossime festività. Ma i problemi nonmancano, come nel Lazio dove si sono registrate forti perplessità deifarmacisti o in Campania, che ha anche visto la protesta delle figureprofessionali, come i biologi, che lo ritengono lesivo dei propri legittimiinteressi di categoria.