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Dir. Resp.
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Edizione del 03/12/2020
Estratto da pag. 1
PESCARA. I negozianti che hanno già tirato fuori addobbi e rilucidato vetrine, con la speranza di riaprire alla fine di questa settimana, rischiano di avere un’altra amarissima sorpresa nel terribile anno segnato da pandemia e crisi economica. Dal governo Conte, che ieri ha riunito la conferenza Stato-Regioni, non arrivano segnali incoraggianti che porterebbero a ottenere quella proroga chiesta a gran voce dal presidente Marco Marsilio affinché venisse anticipato il passaggio in fascia arancione e fosse consentita la riapertura delle attività al dettaglio (abbigliamento, calzature, gioiellerie e altro). L’ordinanza regionale scade giovedì 3, ma l’Abruzzo rischia di rimanere zona rossa almeno fino al giovedì successivo per rispettare quella che è la classificazione della Cabina di regia e il provvedimento che impone, prima di fare il balzo all’indietro, la permanenza di 14 giorni in uno scenario di rischio. Il motivo è legato a una curva dei contagi che rallenta sì, ma troppo lentamente. PREOCCUPA L’AQUILA. L’Abruzzo è tra le cinque regioni e province autonome italiane in zona rossa. Le altre sono Toscana, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Bolzano e Campania. Ad alzare tutti i parametri c’è la provincia dell’Aquila, dove i contagi restano elevati, i posti letto carenti, i tracciamenti sballati. Ancora troppo alta anche la percentuale dei ricoveri nelle terapie intensive (media alzata sempre dall’Aquilano). Dati che rappresentano un problema per la deroga a retrocedere in zona arancione da questa settimana. Mentre per Natale (forse dal 21, le trattative sono in corso, ndr) si sta ipotizzando una zona gialla, ma con rigide misure, in tutta Italia.LA RICHIESTA. Marsilio sa di avere creato delle aspettative con le dichiarazioni degli ultimi giorni. Al termine dell’incontro di ieri con i ministri Boccia e Speranza ha preferito la linea della diplomazia. «Insieme agli altri presidenti, ho chiesto una valutazione più possibile e più ancorata ai dati reali», afferma il governatore, «piuttosto che restare vincolati a un calendario rigido che può produrre esiti paradossali e penalizzazioni ingiustificate. Ho riproposto ai ministri Speranza e Boccia il tema già sollevato in Conferenza delle Regioni, sul quale i colleghi di tutte le Regioni hanno condiviso le mie osservazioni. C’è un’evidente asimmetria nel passaggio da una fascia a un’altra: quando si tratta di passare in una fascia di maggior rischio, la relativa classificazione avviene immediatamente, mentre il processo contrario comporta non meno di 21 giorni, almeno stando all’interpretazione e all’applicazione del Dpcm del 3 novembre che ne ha fatto il Ministero. Su questo tema, il confronto con il ministro Speranza proseguirà nei prossimi giorni in vista della scadenza dell’ordinanza ministeriale vigente». Avanti con le trattative, dunque. SOSPIRI POSSIBILISTA. Secondo il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, la via di fuga per l’Abruzzo esiste: «Il Decreto Ristori quater consente di far slittare l’Abruzzo da zona rossa ad arancione e, subito dopo, gialla, prima dei 14 giorni canonici di permanenza, quando la Cabina di regia ritenga, dati alla mano, che ne ricorrano le condizioni sanitarie, ovvero i numeri concretamente contenuti dei contagi. Oggi tre quarti dell’Abruzzo è in queste condizioni, ovvero il virus ha raggiunto livelli calmierati. Condividiamo l’attenzione dovuta per l’Aquilano, ma la regione va riportata in zona gialla e venerdì il dato numerico, immediatamente verificabile, va acclarato e va tenuto in debita considerazione». BUFERA POLITICA. Tutta questa incertezza abruzzese ha innescato inevitabili polemiche politiche. Ad aprire le danze c’ha pensato la deputata aquilana Stefania Pezzopane (Pd): «L’Abruzzo è entrato in zona rossa perché lo ha chiesto il presidente della Regione Marsilio quando ha visto che i numeri dei contagi, dei ricoveri e dei decessi aumentavano a velocità vertiginosa e la situazione stava degenerando. Non sapendo che pesci prendere ha chiesto di entrare in zona rossa, ma ora chiede di uscirne. Tutto è sempre a scop
o propagandistico, tutto è sempre nel suo interesse, mai al centro gli interessi degli abruzzesi. Ha lasciato la regione allo sbaraglio, diventata lo zimbello d’Italia. Lo sappiamo tutti che lui vive in una regione dove sono sempre stati zona gialla, perché lì la regione ha fatto quello che avrebbe dovuto fare lui anche in Abruzzo». Ancor più velenosa la critica dei partiti di centrosinistra: «A furia di giocare con i colori e fare politica per conto della Meloni, Marsilio ha incastrato l’Abruzzo in una zona rossa che sta provocando milioni di danni all’economia e alle famiglie». A stretto giro la replica del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Guerino Testa, e del Segretario regionale del partito, Etelwardo Sigismondi: «Da Marsilio sempre atteggiamento di responsabilità a tutela della salute e dell’economia abruzzese». E oggi, alle 12, Marsilio replicherà in conferenza stampa.L’ULTIMO SPIRAGLIO. Intanto si fa strada anche l’ipotesi di una terza via, una sorta di asso nella manica del governatore: trovare un compromesso col governo affinché tre quarti d’Abruzzo si colori d’arancione, lasciando in zona rossa la sola provincia dell’Aquila. Le prossime ore saranno decisive.