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Dir. Resp.
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Edizione del 01/12/2020
Estratto da pag. 1
Dagli hotel di montagna chiusi alle feste solo tra conviventi: ecco le misure per Natale e Capodanno
Tra circa 48 ore il premier Giuseppe Conte dovrà comunicare tutte le nuove misure contenute nel nuovo Dpcm che definirà come bisognerà trascorrere le prossime festività di fine anno. L’intento del governo è quello di concedere qualche allentamento prima di Natale per poi adottare una serrata di 20 giorni al fine di evitare una pericolosa terza ondata che potrebbe presentarsi a gennaio 2021. L’Italia così rischia di essere blindata dal 20 dicembre al 10 gennaio perché, ripetono dall’esecutivo, non si vogliono ripetere gli errori commessi in estate. Intanto per oggi sono stati convocati i governatori delle Regioni a cui verrà annunciato l’orientamento dei giallorossi. Nelle giornata di mercoledì il ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbe comunicare e illustrare alle Camere i provvedimenti del nuovo decreto.
Dovrebbe arrivare la proroga dell’orario di apertura dei negozi fino alle 21 per garantire un giusto scaglionamento dei clienti. Relativamente potrebbe essere disposta la riapertura dei centri commerciali e dei grandi magazzini nel fine settimana. A tenere le serrande chiuse anche nei giorni festivi potrebbero essere le attività di ristorazione (tra cui bar e ristoranti).
Viene dato ormai per certo il divieto di spostarsi in una Regione diversa da quella di residenza, anche se situata nelle fascia “gialla”. Ci si potrà trasferire solamente nella casa dove si è residenti o dove si ha il domicilio. Il presidente del Consiglio sta spingendo fortemente per concedere alcune deroghe “speciali”, magari individuando alcune situazioni specifiche evitando che il tutto si traduca in una mobilità totalmente libera. Le eccezioni potrebbero dunque riguardare esclusivamente i parenti stretti (genitori, figli, partner conviventi e coniugi). L’obiettivo dichiarato è di consentire il ricongiungimento familiare. Ma attenzione al caos che potrebbe scoppiare, soprattutto alla luce di quanto avvenuto in primavera con i termini di “congiunti” e “affetti stabili”. In tal senso Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia, ha sottolineato l’importanza di “varare norme chiare, che non si prestino ad equivoci o interpretazioni personali“.
Sarà un Natale totalmente diverso, su questo non vi è alcun dubbio. Gli scienziati hanno avvertito il governo: il classico cenone – ma più in generale i ritrovi nelle abitazioni, una lunga permanenza a tavola e lo scambio di doni – rappresentano un altissimo contagio di rischio. Ecco perché il Comitato tecnico-scientifico ha elaborato le linee guida in vista del 25 dicembre e di Capodanno, consigliando fortemente di evitare baci e abbracci all’entrata nella casa, nel momento dei festeggiamenti, in occasione del taglio del panettone o del pandoro, allo scoccare della mezzanotte e quando si stappa lo spumante.
Verranno sicuramente vietate le feste al chiuso e all’aperto. I cenoni potrebbero essere consentiti solo con un massimo di 6 partecipanti (bambini esclusi) e solamente tra parenti stretti (genitori, figli, fratelli e sorelle). Si chiederà comunque agli italiani di far prevalere sempre il buonsenso. Chi dovesse sospettare di avere avuto contatti con un positivo dovrà rinunciare ai momenti di gioia con i propri cari. E bisognerà tracciare poi i parenti.
I ministri sono praticamente convinti di inserire nel prossimo Dpcm la chiusura degli impianti sciistici per tutte le festività. In sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome sono state approvate le linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali. Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Province autonome di Bolzano e Trento – come riporta il Corriere della Sera – hanno partorito una proposta di mediazione per evitare il tracollo del settore: aprire gli impianti di risalita delle piste da sci per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Ma il governo è intenzionato a respingere la richiesta.
I timori riguardano il fatto che spesso le vacanze sulla neve si traducono i
n cene in albergo, assembramenti vari e code infinite. “Il problema è che incontrollabile tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve“, ha spiegato Conte. Dal 20 dicembre chi tornerà dall’estero dovrà stare in quarantena. Ora invece, così come accade dalla scorsa estate, basta sottoporsi al tampone per consentire a turisti, studenti e lavoratori di tornare a circolare. Considerate le difficoltà nel raggiungimento di un accordo europeo per vietare le vacanze sulla neve, si deciderà di tenere chiusi in casa tutti coloro che entreranno nel nostro Paese.
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