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Edizione del 01/12/2020
Estratto da pag. 1
Vie dello shopping affollate a meno di un mese dal Natale, i commercianti tirano il fiato ma ora si teme la ripartenza dei contagi
Le vie del centro di Torino affollate preoccupano il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, il giorno dopo la riapertura dei negozi per il passaggio della regione in fascia arancione. Scene simili si sono viste un po’ in tutta Italia. Intanto la Confcommercio vede nero per i consumi di Natale, anche se si registrerà una piccola ripresa rispetto al resto del 2020Una boccata d’ossigeno per i commercianti, ma che preoccupa per i rischi di un aumento di contagi. Così Il giorno dopo la riapertura dei negozi in Piemonte, per il passaggio in fascia arancione della Regione, il governatore Alberto Cirio ha usato parole durissime: "Quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo" - ha dichiarato Cirio – oggi parteciperò al Comitato per l'Ordine pubblico e chiederò al prefetto interventi rigorosissimi. So che le forze dell'ordine hanno fatto tanto, ma evidentemente non basta. I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta". Dello stesso tenore è la riflessione del sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, che ha definito sconcertante il fatto che le persone stentino a comprendere la gravità della situazione: “Siamo tutti tenuti in questo momento a comportamenti virtuosi. Io capisco che devi fare le compere, però non credo che se si va tutti lo stesso giorno migliori. E soprattutto, quando vedi che c'è una situazione così, o cambi zona o torni a casa e rimandi. Questo non è un bel segnale, non conforta” ha dichiarato. Zampa ha anche ricordato le simulazioni effettuate dal Centro europeo per il controllo delle malattie in cui si ipotizza un allentamento delle misure restrittive agli inizi di dicembre, a cui segue inevitabilmente un sensibile aumento dei contagi e dei ricoveri prima di Natale. Esattamente come successo nel periodo estivo quando i casi di coronavirus erano pochissimi in tutto il Paese. A questo punto si pone il problema di come bilanciare gli opposti obiettivi, da una parte la tutela dei commercianti nel mese in cui si concentra la maggior parte dei consumi, dall’altra il rigore per evitare la terza ondata di contagi. In un’intervista al Messaggero, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo ha sottolineato come le regole ci siano, per esempio sul numero chiuso nelle vie dello shopping, ma che di fatto non vengono fatte rispettare.In arrivo un Natale nero, secondo ConfcommercioIn questo quadro si inseriscono i dati preoccupanti della Confcommercio sugli acquisti natalizi degli italiani. Secondo l’Ufficio studi dell’associazione, per i regali si spenderanno in tutto 7,3 miliardi, ben il 18% in meno rispetto al 2019. Non solo. Il 74% dei consumatori ha già deciso che farà regali ad amici e parenti, il minimo mai registrato in questo genere di stime e in forte riduzione rispetto al quasi 87?l 2019. Pesano sulle scelte dei consumatori la riduzione delle tredicesime, legate al calo dell’occupazione nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria, e la conseguente scelta di dedicare ai consumi una quota inferiore della mensilità aggiuntiva di dicembre. Questi dati si aggiungono al generale crollo dei consumi stimato per il mese di dicembre: scenderanno del 12% rispetto al 2019 ma, comunque, con una mini ripresa rispetto alla riduzione del 15% registrato dall’inizio del 2020. “Sarà un Natale difficile anche dal punto di vista economico. La crisi rallenta i consumi e l'emergenza Covid obbliga ancora molte imprese a restare chiuse come quelle della ristorazione. Ma c'è tanta voglia di ripartire che va incoraggiata” ha commentato il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli che saluta con favore l’ultimo decreto del governo che prevede l’esonero degli oneri fiscali per le imprese più penalizzate.