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Edizione del 30/11/2020
Estratto da pag. 1
- - Violenza e abusi su donne e minori, Pronto Soccorso Psicologico: "Una pandemia silente dentro l`Emergenza Covid"
[613100_Cfa] 8' di lettura 30/11/2020 - Sono passati pochi giorni dallo scorso25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Controle Donne, eppure sembra che una problematica così grave sia già passata insecondo piano.I fatti di cronaca che vediamo e sentiamo scorrere in televisione, in radio esui social, quotidianamente ci mostrano che la violenza e gli abusi sulle donnenel mondo sono diventati una vera e propria piaga sociale. Sempre più difrequente i perpetratori di questa violenza diventano anche autori di reatigravi contro queste stesse donne che, nonostante le denunce e le richiested'aiuto, spesso perdono la vita per mano del proprio partner, di un familiare ospesso di un ex fidanzato.L'avvento della pandemia da COVID-19 ha probabilmente creato le condizioni perun aumento di tale fenomeno: infatti, molti dati confermano che nel periodo dilockdown in cui si è stati costretti a restare in casa, molte donne che giàvivevano dinamiche di coppia disfunzionali, sono rimaste completamente sole nelproprio ruolo di vittime.Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico"Roma Est" (www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it) sostiene che "i segreti ei silenzi siano spesso funzionali agli abusi e che quindi, in tali situazioni,il comunicare e il chiedere aiuto siano azioni fondamentali. Spesso chi èvittima di abuso prova un senso di vergogna e/o impotenza e tende arinchiudersi in sè stesso. Succede paradossalmente spesso che la vittima sisenta colpevole dell' abuso subito e che preferisca barricarsi dietro un murodi silenzio per paura del giudizio".THE SHADOW PANDEMICLe Nazioni Unite hanno definito "The shadow pandemic", la pandemia ombra, ilfenomeno dell'incremento delle violenze sessuali accentuatosi nel periodo dellapandemia. Dati statistici risalenti al periodo pre-lockdown rilevavano che inmedia una donna su tre in tutto il mondo subiva una violenza fisica o sessuale;nel periodo successivo questa statistica ha subito modifiche esponenziali,quasi fuori controllo. Ad aggravare una problematica di per sé così delicata viè stata la difficoltà per i servizi assistenziali di fornire aiuto e sostegnoalle vittime: infatti, gli enti e i servizi gratuiti che offrono protezionealle vittime di violenza hanno denunciato una crisi dovuta alla mancanza difinanziamenti e alla riduzione del personale. Dati provenienti dal Regno Unito,per esempio, riferiscono che un buon 22% dei servizi di prima linea hannodenunciato grosse difficoltà nel sostegno efficace alle vittime di abusi.L'epidemia da Covid-19 ha quindi probabilmente accresciuto il rischio diviolenza sulle donne, da un lato perché la convivenza ed il confinamentoforzati hanno aggravato situazioni di violenza preesistenti all'interno dellefamiglie, dall'altro perché l'emergenza sanitaria ha drasticamente ridotto lepossibilità di formulare richieste di aiuto. Spesso la difficoltà di accesso aiservizi assistenziali era legata ad una semplice mancanza di privacy: essendocostantemente a contatto col proprio maltrattante, queste donne non si sonosentite libere e al sicuro nel procedere con la richiesta di aiuto. Nel primoperiodo di isolamento infatti, le chiamate alle linee di assistenza si sonoridotte di circa il 55%.VIOLENZA ONLINEDurante la pandemia la violenza ha preso forme diverse: la casa non è stata etutt'ora non è l'unico luogo in cui essa si è manifestata, ma ha preso piedeanche nel virtuale. In realtà non parliamo di niente di nuovo, ma con l'aumentodel 70% dell'uso del web in periodo di quarantena, soprattutto col passaggio allavoro online, alle formazioni a distanza, al puro e semplice mantenimentodelle relazioni sociali quotidiane, ecc., le donne sono state oggetto diviolenza sotto forma di minacce fisiche, molestie sessuali e stalking. Ciò nonha potuto fare a meno di traumatizzare le vittime, che hanno sviluppato unavera e propria paura di esporsi al mondo virtuale, attuando forme di evitamentoe di chiusura al sociale. Di conseguenza, anche la possibilità di contattoonline con i servizi di assistenza psicologica si è
notevolmente ridotta."DENUNCIO O NON DENUNCIO?"L'ambiente familiare, quando è contaminato da dinamiche tossiche di questo tipodiventa un luogo ambivalente: si vorrebbe fuggire, eppure resta il luogo in cuile vittime si sentono più al sicuro. Molte donne spesso decidono di nondenunciare gli abusi subiti e questo probabilmente è dovuto a diversi fattori:– paura delle conseguenze che si possono generare nel contesto familiare;– paura generica;– paura della reazione del violento;– incertezza su quanto possa accadere dopo la denuncia.Non é raro che le vittime tendano a ritirare la denuncia e a ritornare dalmaltrattante.COME AGIRE?L'intervento del governo e della pubblica amministrazione diventa importante.La conferenza delle regioni e delle province autonome ha approvato un documento(il 23 aprile 2020) che riporta una ricognizione sullo stato attuale degliinterventi regionali in tema di violenza di genere, messi in atto per farfronte agli effetti dell'emergenza da Covid-19. Alcune proposte operativeaventi come scopo l'intervento efficace a sostegno delle donne che chiedonoaiuto in questo periodo di emergenza sanitaria sono:– sul versante sanitario, pretendere la possibilità di eseguire il tampone siaalle donne che ai loro figli, in regime di urgenza, per poter procedere conl'eventuale inserimento in case rifugio o in altre strutture di protezione;– sul versante giudiziario post-denuncia, promuovere e incentivarel'allontanamento dei maltrattanti dalla casa familiare e non viceversa;– sul versante della collaborazione istituzionale occorre avere strategiecomuni per costruire insieme, ciascuno per le proprie competenze, gliinterventi e le risorse necessarie.Secondo l'ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowermentdelle donne (UN WOMEN) i governi dovrebbero stanziare delle risorse aggiuntiveper affrontare la violenza contro le donne nei piani di risposta nazionali alCOVID-19. Sarebbe inoltre necessaria una buona sensibilizzazione estesa ancheal settore privato, in modo tale che esso utilizzi i suoi strumentiinternazionali per prevenire e rispondere alla violenza contro le donne.Sarebbe inoltre opportuno che gli enti locali e regionali si impegnino arendere sicuri gli spazi pubblici per le donne sia in periodo di pandemia chedopo.ABUSO SUI MINORI: UN'ALTRA PANDEMIA DA FRONTEGGIAREL'abuso sessuale e i maltrattamenti in generale sui minori sono questioni moltodiscusse al giorno d'oggi e, anch'esse, richiedono una costante attenzione.Esistono diverse forme di maltrattamento minorile, di cui la violenza sessuale(in particolar modo nei contesti intrafamiliari) ne ricopre una buona parte. Visono inoltre maltrattamenti fisici, psicologici e le patologie delle cure (discuria, incuria e ipercuria ).Il 70% dei casi di maltrattamento minorile avviene in contesti intrafamiliari,perciò la condizione di chiusura e di isolamento ha aggravato tale situazione.In un ambiente in cui i bambini dovrebbero essere al sicuro da ogni pericoloesterno, spesso essi sono vittime di relazioni disfunzionali tra i genitori etra genitori e figli.Se per la maggioranza dei minorenni il confinamento in casa dovuto a lockdown èstato sinonimo di protezione, per molti altri, tra cui quelli con gravi formedi disabilità fisica e mentale, ha significato restare intrappolati con ipropri maltrattanti.Il mondo virtuale anche per i minori si è spesso trasformato in un luogopericoloso: molti sono stati gli adescamenti online da parte di pedofili esfruttatori sessuali.Maria Giovanna Ginni, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico "Roma Est" diceche "nel caso di minori, soprattutto se molto piccoli d'età, subentra il sensodi confusione e di incertezza legato al fatto che chi dovrebbe proteggerliinspiegabilmente fa loro del male. L'immaturità dei processi evolutivi nonpermette ai bambini di mentalizzare ed elaborare razionalmente quanto staaccadendo loro, per cui un maltrattamento o un abuso, specie se reiterato neltempo, diventa parte integrante della loro quotidianità. Diventa "normalità".Una normalità che si incista nel percorso di crescita e da origine
allosviluppo di psicopatologie quali depressione, ansia, disturbi dell'adattamentoe della personalità."Il presidente del Comitato di Lanzarote considera urgente l'intervento deipaesi che ne fanno parte a considerare emergenza questa problematica e invita aconsiderare la prevenzione dello sfruttamento, degli abusi sessuali e lemodalità di segnalazione sicura delle preoccupazioni, come parte integrante ditutte le misure di prevenzione e controllo del COVID-19. Egli chiede a tuttigli Stati di garantire che i bambini siano informati del loro diritto allaprotezione contro la violenza e dei servizi e delle misure disponibili perraggiungere questo obiettivo.Dal momento che con l'avvento della pandemia vi sono stati disagi e in alcunicasi anche l'interruzione dei servizi di helpline disponibili h 24, è più chemai necessario che gli Stati si assicurino di disporre di risorse umane eattrezzature adeguate per non lasciare inascoltata alcuna richiesta di aiuto. Èimportante che anche i genitori e i tutori che sono a contatto con i minorennisiano supportati nell'affrontare le emozioni e i loro comportamenti durantequesta situazione critica; essi devono essere in grado di prevenire erispondere agli eventuali abusi, online e non, di cui i loro figli possonoesser vittime.Fondamentale resta la comunicazione ed il mantenimento di una rete di supporto,non fare in modo che l'isolamento fisico si trasformi in un isolamentopsicologico e sociale.Al riguardo Il Pronto Soccorso Psicologico "Roma Est" offre un servizio, in 18lingue, di aiuto alle vittime di violenze ed abusi.I 241 psicologi della rete del pronto soccorso psicologico sono presenti intutte le regioni italiane e in 14 paesi esteri (Regno Unito, Hong Kong,Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Brasile, Romania, Giordania,Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera).Per contattare il servizio telefonare al n. 0622796355 o al n. 3491874670, ocollegarsi al sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.Pronto Soccorso Psicologico "Roma Est"*