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Edizione del 27/11/2020
Estratto da pag. 1
Luci ed ombre nelle proposte delle Regioni al Governo e Parlamento per affrontare la carenza di medici
di Giuseppe Montante, Carlo PalermoPur plaudendo a questo ritrovato spirito di collaborazione fra Regioni, Governoe Parlamento, cui ultimamente si era disabituati, dall’analisi delle proposteavanzate risultano delle lodevoli iniziative condivisibili, anche se a volteincomplete, associate però a proposte discutibili o addirittura errate sulpiano tecnico e pericolose per quanto riguarda il bene supremo della “salute”.[front4912778]25 NOV - Recentemente la Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni hainviato al Governo e al Parlamento delle proposte legislative per contrastarela grave carenza di personale sanitario durante l’emergenza Covid-19. Purplaudendo a questo ritrovato spirito di collaborazione fra Regioni, Governo eParlamento, cui ultimamente si era disabituati, dall’analisi delle proposteavanzate risultano delle lodevoli iniziative condivisibili, anche se a volteincomplete, associate però a proposte discutibili o addirittura errate sulpiano tecnico e pericolose per quanto riguarda il bene supremo della “salute”.Di seguito si esaminano quelle più importanti di interesse per la Dirigenza delRuolo Sanitario. Lodevole la proroga almeno al 30 giugno 2021 delle disposizioni legislativerelative al reclutamento degli specializzandi dell’ultimo e penultimo anno dispecializzazione mediante contratti a tempo determinato, nonché la richiestadel prolungamento di tali contratti da 1 anno fino a 3 anni per permettere leattività di recupero delle liste di attesa, molto allungate dal blocco di buonaparte delle attività ordinarie durante l’emergenza Covid-19, sia nella primafase primaverile che nell’attuale.A tal proposito, sarebbe opportuno prevedere per Legge un percorso rapido efacilitato per gli avvisi pubblici, con una durata non superiore a 10 giorni o,meglio, aperti con immissione in graduatoria di tutti i possessori dei titolirichiesti che abbiano manifestato l’interesse e con una semplice valutazionedel CV per formulare la graduatoria necessaria e procedere alla assunzione atempo determinato. Suscita invece forte disapprovazione la proposta di reiterazione delledisposizioni legislative relative al reclutamento di medici appena laureati,specializzandi e specialisti con contratti di collaborazione professionale.Si ritiene errato, poco etico e scarsamente utile assumere in ospedale medici esanitari per coprire le carenze specialistiche e fronteggiare l’emergenza contale tipologia di contratto che, per sua natura, prevedrebbe quasi nessunatutela per il lavoratore a carico dell’aziende sanitarie, come oneriprevidenziali e assicurazione, una discontinuità della collaborazione nonché unrapporto di lavoro di tipo libero professionale e pertanto non gerarchizzato,poco adatto ad operare nei reparti ospedalieri con forte gerarchiaorganizzativa. Si ritiene anche errato e pericoloso assumere con tale tipologia di contrattomedici appena laureati, perché alle criticità sopra espresse si aggiungerebberola mancanza di preparazione specialistica e di esperienza professionaleadeguata, assolutamente necessarie per lavorare in ospedale e a maggior ragionein emergenza pandemica quale quella attuale. Questa tipologia di assunzionepotrebbe essere, invece, utile per il lavoro nel territorio, sia nelle USCA checome tracciatori nei Dipartimenti di Igiene e Prevenzione.La forte carenza di medici specialisti in ospedale, conseguente all’errataprogrammazione dei fabbisogni da parte dell’Università e dei Governi, malgradole ripetute denunce su ciò da parte dell’Anaao Assomed negli ultimi 10 anni,può e deve essere risolta con il reclutamento degli specializzandi degli ultimidue anni di corso di specializzazione (una platea di circa 10.000 unità) concontratti a tempo determinato, eventualmente estendibile agli specializzandidel terz’ultimo anno per i corsi di specializzazione in cinque anni (almenoaltri 3 mila unità) e non con una politica “low cost”.Non può essere un valido motivo al non reclutamento degli specializzandil’opposizione dei Magnifici Rettori che, con motivazioni poco attendibili, laostacolano, a maggior ragione durante l’emerg
enza pandemica. I Governatoridelle Regioni dovrebbero essere meno timidi nei loro confronti; hanno, sevogliono, gli strumenti legislativi per imporre loro, in merito, l’obbedienzaimmediata! L’Università non è al di sopra delle Leggi! Lodevole la proposta di prevedere per via legislativa un’indennità di rischiobiologico per la dirigenza sanitaria, colmando così l’ingiusta e colpevolesperequazione in merito esistente da circa 30 anni fra dirigenti del ruolosanitario e personale infermieristico, malgrado la prima sia sottoposta almenoagli stessi rischi biologici della seconda.Si segnala però l’incompletezza di tale proposta. Proporre la correzione diquesto vulnus senza però prevedere contestualmente un adeguato finanziamentoaggiuntivo che ne permetta l’operatività la renderebbe inattuabile.Non è certamente ipotizzabile poi caricarne il costo sui fondi contrattuali ainvarianza della loro consistenza. Questa ipotesi condurrebbe a una sceltadeprecabile: non retribuire altre attività essenziali per pagare in mododignitoso (almeno tanto quanto il personale infermieristico) questa indennitàovvero retribuirla in modo indecoroso, meno di quest’ultimo personale,manifestando così la scarsa considerazione delle Istituzioni per il rischiobiologico dei dirigenti del ruolo sanitario. Si ritiene altrettanto errato e pericoloso la proposta di “prevedere forme diflessibilità nella possibilità di ricorrere a specializzazioni mediche inderoga a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di equipollenza eaffinità delle discipline del personale dirigenziale del Ssn, maggiormenteimplicato nella gestione dei pazienti affetti da Covid-19”.È molto riduttivo e superficiale pensare che i criteri di “equipollenza” e“affinità” per le specialità in medicina siano prevalentemente degli steccatiburocratici – normativi che ostacolano l’operatività delle aziende sanitarienell’emergenza pandemica. L’evoluzione scientifica e tecnologica delle diversespecialità in medicina negli ultimi anni hanno assunto una tale specificità darenderle fortemente diverse fra loro, malgrado la loro appartenenza per motiviburocratici–concorsuali alla stessa Area funzionale. Il trattamento di buonaparte delle patologie richiede oggi il possesso da parte del medico dispecifiche competenze ed esperienze professionali, non presenti, non solamentein altre specialità affini, ma spesso fra i medici della stessa specialità(specialità della specialità).L’attuazione di tale proposta esporrebbe i medici e i pazienti a una forteelevazione di errori ed eventi avversi per insufficiente competenza!Verrebbe da chiedersi se gli ideatori di tale proposta nelle Regioni abbianoprofonde competenze sanitarie e conoscano bene l’organizzazione del lavoronegli ospedali! Si ritiene accettabile, anche se con qualche riserva, la proposta avanzatadalle Regioni di derogare temporaneamente (fin quando vige la dichiarazioneufficiale da parte del Governo di emergenza pandemica) ai tetti di lavorostraordinario previsti dalla normativa vigente e dai Contratti collettivinazionali di lavoro (attualmente è previsto un massimo di 250 ore anno).L’esecuzione dell’orario aggiuntivo a quello contrattuale dovrà comunquerestare volontario, salvo quelle per immediata urgenza e/o emergenza, edovranno tutte essere retribuite con l’istituto delle ore straordinarie, dovela normativa vigente e la capienza dell’apposito fondo contrattuale lopermetta, ovvero con l’istituto della libera professione in favore delleaziende alle tariffe previste dal recente DL “Agosto”, il cui finanziamento, intale fase di diffusione dell’epidemia, potrebbe essere utilizzato per ampliarela possibilità di copertura dei servizi aggiuntivi richiesti ai singolidirigenti medici e sanitari. Si ritiene invece errato, pericoloso e inaccettabile l’introduzione di deroghealla normativa legislativa e contrattuale vigente sull’orario di lavoro e inparticolare sui riposi.La normativa vigente ha come caposaldo razionale fondante e irrinunciabile latutela della salute e la salvaguardia delle condizioni psicofisiche dellavoratore.Tale salvaguardia in sanità
non è finalizzata solamente all’interessesoggettivo del singolo lavoratore, ma anche all’interesse oggettivo delpaziente.I recenti studi scientifici al livello mondiale affermano ormai in modoindiscusso che il 75% circa degli eventi avversi causati da errori in sanitàsono fortemente favoriti da organizzazioni del lavoro errate, con turni diattività ravvicinati e carichi di lavoro pesanti e perduranti. La stessaletteratura dimostra che l’incidenza e la gravità di tali errori aumentaesponenzialmente in assenza di turni di riposo adeguati.In conseguenza di ciò, si ritiene pericoloso e inaccettabile esporrecinicamente Dirigenti del ruolo sanitario e pazienti a tale elevato pericolo,in conseguenza della mancanza di specialisti per errata e colpevoleprogrammazione da parte dell’Università e dei Governi durante la fase dispending review. Giuseppe MontanteCarlo PalermoANAAO ASSOMED25 novembre 2020