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Edizione del 26/11/2020
Estratto da pag. 1
“Tamponi obbligatori agli sciatori”
Proposta dell’Union Valdôtaine per evitare il preannunciato stop alla stagione turistica invernale
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Proposta dell’Union Valdôtaine per evitare il preannunciato stop alla stagione turistica invernale

AOSTA. Rendere obbligatorio il tampone «per coloro che vogliono accedere agli impianti sciistici o vogliono spostarsi fuori regione anche per un periodo di vacanza». E' la proposta del Comité Fédéral dell'Union Valdôtaine che invita il presidente della Regione Erik Lavevaz a farsene portavoce in Conferenza delle Regioni per evitare il preannunciato stop alla stagione turistica invernale. «Consideriamo indispensabile - dicono dall'Uv - adottare tutte le misure di sicurezza affinché la pandemia Covid venga bloccata, combattuta e vengano curate adeguatamente tutte le persone contagiate» ma resta il disappunto per l'orientamento del governo sulla chiusura allo sci. Secondo l'Union la campagna di tamponi per i turisti dovrà basarsi su test recenti e avere una validità limitata ad alcuni giorni. Inoltre «non dovrà essere a carico del pubblico e sovrapporsi alle attività del Servizio sanitario nazionale, valutando la disponibilità di soggetti privati ad effettuare tamponi rapidi in modo affidabile ed economicamente vantaggioso».

Anche il gruppo consiliare di VdA Unie chiede il via libera allo sci: «Le istituzioni della nostra regione devono reagire con forza al fine di definire, congiuntamente con le altre realtà regionali, modalità procedurali assolutamente in linea con l'esigenza della tutela della salute ma altrettanto compatibili con la necessità di sostenere il turismo invernale soprattutto in territori dove questo è vitale per la sopravvivenza di intere comunità».

Preoccupati gli enti locali. Secondo il presidente del Celva, Franco Manes, «le serrate indiscriminate al turismo della neve, nel periodo più importante dell’anno, sono drammatiche. Così non si salva la vita delle persone, ma si condanna la montagna a una morte certa». La proposta è di «scegliere in base ai dati reali e aggiornati: i numeri attuali non giustificano un lockdown della neve. Non regge il paragone delle vacanze invernali con lo scorso Ferragosto: lo sci in pista non crea assembramenti. Attiviamo quindi dei protocolli di sicurezza per le situazioni a rischio che il Cts potrà indicare, e che tutti noi seguiremo rigorosamente, assieme allo distanziamento, alle mascherine, all'igienizzazione delle mani. Prevediamo poi un riesame frequente dei numeri dell’epidemia e valutiamo in base ad essi degli eventuali correttivi».

Si fa sentire anche Confindustria. Il presidente regionale Giancarlo Giachino: «Non possiamo stare a guardare mentre scelte scellerate rischiano di cancellare un settore, quello turistico, che è parte sostanziale dell’ossatura economica valdostana. Se i primi a risentire del contraccolpo saranno gli alberghi e le strutture ricettive, non possiamo dimenticarci delle aziende valdostane che, legate profondamente con il territorio, vedono nel mercato interno buona parte del loro fatturato. La scelta di non aprire gli impianti creerebbe problemi a tutti i comparti con gravose ripercussioni anche dal punto di vista sociale».



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