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Edizione del 22/11/2020
Estratto da pag. 1
Covid, Zaia: “Il virus va curato a casa. Possibile una terza ondata, non abbassare la guardia”
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Il governatore: «Il Veneto è giallo per il basso tasso di ospedalizzazione. Il sostegno di Berlusconi all’esecutivo? Sarebbe il Big Bang, inizierebbe una nuova era»
Unico “giallo” in un Nord di “rossi”, il governatore del Veneto Luca Zaia, coglie al volo la metafora: «Se anche Berlusconi dovesse appoggiare il governo, sarà come il Big Bang: si chiuderà un’era e se ne aprirà un’altra. Nulla sarà più come prima». Ma ciò che conta davvero, per il momento, è la guerra (per lui tutto sommato vittoriosa) al virus: «Da noi per ora la situazione è sotto controllo perché la sanità ospedaliera e territoriale è molto reattiva. Però nessuno abbassi la guardia». Perché, dice «nessuno può escludere che possa arrivare anche la terza ondata e forse la quarta, l’importante è essere preparati. Con questo virus dovremmo imparare a convivere».
Governatore, in Veneto la situazione sembra sotto controllo: ospedali senza affanni e tamponi in quantità. I soliti primi della classe? «Assolutamente no. Io ho adottato restrizioni già un paio di settimane fa: centri storici chiusi, centri commerciali chiusi durante i weekend e distanziamenti obbligatori. È vero al nord tra le grandi regioni “gialli” siamo solo noi, ma questo non è un gioco a premi, non ci sono primi o ultimi della classe».
Non si direbbe. Come siete messi ad esempio a vaccini antinfluenzali? «In Italia siamo stati i primi a comprarli già a giugno. Con un milione e 300 mila dosi abbiamo vaccinato tutta la popolazione a rischio e ne abbiamo anche per altre categorie. In questo siamo stati efficienti».
Mentre per il Covid qual è la situazione negli ospedali?
Il segreto? «Nessun segreto: da tempo avevamo puntato su una scelta di cure domiciliari e su quello abbiamo investito. Il binomio medicina ospedaliera e territoriale paga molto di più davanti al Covid. Abbiamo 51 equipe Usca per le visite a domicilio, e un ottimo rapporto con squadra efficiente di medici di base che al 59 per cento fa anche tamponi. E ora compreremo anche 100mila saturimetri da distribuire ai nostri pazienti insieme all’ossigeno. In questo modo la maggior parte potrà curarsi a casa».
Il presidente della Campania De Luca l’ha attaccata su questa storia dei tamponi “fai da te”… «A De Luca rispondo con una battuta di De Filippo: “Ha da passà a nuttata”. Vedremo alla fine chi ha avuto ragione. Noi intanto ci siamo organizzati al meglio, abbiamo fatto moltissime videoconferenze con la Corea. E poi il nostro dottor Roberto Rigoli, primario e vicepresidente nazionale dei microbiologi, a Treviso ha sviluppato questa possibilità di avere questo test fai da te in casa, non invasivo, con esito in pochi minuti, assolutamente valido. E siamo partiti con la sperimentazione. Del resto test simili sono autorizzati anche negli Usa dalla Fda».
Che Natale sarà? «Nessuno ha la sfera di cristallo. Dubitate da quelli che sanno sempre tutto. La verità è una sola: se portassimo tutti la mascherina, evitassimo gli assembramenti e curassimo l’igiene delle mani, non saremmo costretti alle restrizioni. Le ondate Covid durano di solito in tutto il mondo circa 100 giorni, quindi a Natale probabilmente ci troveremo nella parte bassa dell’ondata ».
Non c’è il rischio che succeda come ad agosto quando si sono allentate le cautele e la curva è tornata a schizzare verso l’alto? «Ci sarà una terza ondata? Probabile. Una quarta? Probabile. Credo che andremo avanti così per un po’fino a quando non saremo tutti vaccinati».
A proposito: che farà quando arriverà il vaccino? Se lo inietterà o aspetterà come Crisanti? «Certo che lo farò, penso non ci siano alternative. Di Crisanti non voglio parlare. Ragionando con un po’ di visione strategica alla fine dovremo immaginare che ci sarà un passaporto sanitario: per girare all’estero bisognerà essersi vaccinati, inevitabile».
Questa Italia “colorata” voluta dal governo sembra stia dando risultati. Ammette? «Vorrei ricordare che questa modalità è stata decisa nella conferenza del
le Regioni. Ora proponiamo due cose note: che ci sia confronto preventivo con le singole regioni se c’è da cambiare colore; e poi di ridurre i parametri da 21 a 5, in modo che siano ancora più leggibili».
Si è avuta la sensazione che le regioni nel momento di fare delle scelte si siano scordate delle “autonomie” tanto reclamate. «Per quanto mi riguarda io adottato autonomamente restrizioni regionali. Sono quello che ha chiuso il carnevale di Venezia e istituito la prima zona rossa a Vò. Finiamola con questa storia dello scontro tra Regioni e governo. Vogliamo dirlo che le regioni dal 21 febbraio a oggi hanno votato tutti i provvedimenti del governo? Poi siamo in democrazia e mi sembra anche doveroso poter avanzare delle critiche».
Berlusconi forse darà l’appoggio al governo. Una mazzata per il centrodestra? «Premesso che il senso di responsabilità in questo momento lambisce tutti, non solo Berlusconi. Se questo si traduce in qualcosa di diverso, diventa inevitabile prendere atto che si sta chiudendo un’era e se ne apre un’altra. A questo punto saremo davanti a un inevitabile Big Bang con conseguenze terremotanti per tutti, non solo per il centrodestra».
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