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Edizione del 20/11/2020
Estratto da pag. 1
I 21 parametri che determinano la collocazione delle regioni non cambiano fino al 3 dicembre
Il governo ha detto che concorderà con i presidenti di regione le regole per ilNatale. Ma Conte precisa: dovrà essere sobrioBocciaBocciaglobalist 19 novembre 2020 I 21 parametri che attribuiscono alle Regioni la collocazione nella zonagialla, arancione o rossa non cambieranno fino al 3 dicembre, con la scadenzadel Dpcm attualmente in vigore. E' quanto deciso durante il vertice tra governoe Regioni sull'emergenza coronavirus. Sarà un tavolo tecnico tra governatori,Istituto superiore di Sanità e ministero della Salute a valutareeventuali modifiche da inserire nel nuovo provvedimento.Il pressing delle Regioni che da giorni chiedono di "semplificare" i criteri sichiude quindi con una tregua di due settimane, con la conseguenza cheil monitoraggio delle prossime ore seguirà lo schema utilizzato finora epotrebbe determinare il passaggio alla zona rossa di Puglia, Basilicata,Sicilia e Abruzzo, che di fatto già lo è per decisione del presidenteMarsilio. "Non escludo che possano esserci altre regioni rosse", conferma il ministroper gli Affari Regionali Francesco Boccia. In bilico restano Emilia Romagna eLiguria, anche se per il governatore Toti sarebbe "ingiustificabile" uninasprimento delle misure nella sua Regione. Via libera ai ristori Il governo 'concede' però due aperture ai governatori:un "coordinamento politico" per il prossimo Dpcm - che in sostanza significadecidiamo insieme le regole per Natale - e, soprattutto, la possibilità dichiedere i ristori per le categorie colpite dai provvedimenti anche se sono ipresidenti e non il governo, d'intesa con il ministro della Salute, a deciderele misure restrittive. "Una riunione proficua" ha commentato non a caso ilpresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti. Conte: "Rendere i parametri più trasparenti" "Non va sottovalutata laserietà della situazione, la pressione sugli ospedali" è ancora "molto altae non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficientesegnale in uno scampato pericolo", dice il ministro Speranza.Il presidente delConsiglio Giuseppe Conte, difendendo il metodo scelto, ha però ammesso lanecessità di "fare di più" e "rendere ancora più chiari e trasparentii parametri". Chiarezza chiesta anche dal presidente dell'Anci Antonio De Caroall'assemblea dei comuni. Di qui la decisione di istituire un tavolo tecnicoche entro fine novembre dovrà individuare una soluzione che non metta indiscussione la scelta dei parametri e allo stesso tempo semplifichi ilprocesso. La questione Natale L"altra questione principale della riunione tra governoe Regioni è stato il nuovo Dpcm, quello che dovrebbe dare le indicazioni per ilperiodo natalizio. Dal premier ai ministri fino agli scienziati, tutticontinuano a ripetere che non sarà un Natale come gli altri e che, seppur conqualche inevitabile concessione, non sarà certo un liberi tutti."Dobbiamo predisporci ad un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci eabbracci non è possibile - ha ripetuto anche oggi Conte -. Una settimana disocialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento bruscodella curva". L'ipotesi di un nuovo Dpcm per le festività Qualche apertura però ci sarà,come conferma lo stesso premier, per consentire alle famiglie di stare insiemee soprattutto per non affossare ulteriormente l'intero commercio e il turismo.La linea da seguire verrà decisa nei prossimi giorni, anche confidando sulfatto che le misure prese a partire dal 24 ottobre frenino la diffusionedel virus. Una delle ipotesi sul tavolo è quella di un 'Dpcm ponte' per ilperiodo natalizio che sospenda l'automatismo delle fasce, allenti il coprifuoconazionale, consenta l'apertura serale di bar e ristoranti e lo spostamentoanche tra le regioni 'rosse' e 'arancioni' per raggiungere i parentipiù stretti, allunghi l'orario dei negozi, preveda un nuovo protocollo per lemesse e le cerimonie religiose, indichi i divieti per la notte di capodanno,compreso lo stop a qualsiasi assembramento nelle piazze.