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Edizione del 19/11/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, i governatori a Speranza: "Meno parametri per classificare le regioni". Oggi nuovo vertice - la Repubblica
Alle 16 la riunione in videoconferenza con i presidenti delle Regioni, il ministro della Salute e Brusaferro. La richiesta: rivedere i criteri che determinano …
Rivedere i parametri che determinano le misure anti-Covid. È questa la richiesta principale dei governatori che oggi, alle 16, proporranno al governo durante un nuovo vertice a cui parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. Intanto, cala il rapporto tra positività e tamponi in Italia, al 14,6%, ma i morti continuano a salire: ieri sono stati 753.

Governo e Regioni



Covid, Boccia: "Il lockdown nazionale come a marzo non è più riproponibile"

18 Novembre 2020

"I parametri che determinano le misure anti-Covid sono 21", aveva detto due giorni fa Speranza, quando era arrivata la richiesta dei governatori di ridurli a 5 ribadendo anche la volontà di arrivare il prima possibile ad un confronto con il governo, magari prima di venerdì, ovvero prima che l'Istituto superiore di sanità e ministro della Salute possano far scivolare altre regioni nella zona rossa. E oggi pomeriggio, in videoconferenza, governatori, Speranza e Brusaferro ne discuteranno. "Pensiamo unanimemente, tutte le regioni, che sia necessario avere dei parametri" di classificazione delle zone a rischio "che fotografino meglio la situazione dei diversi territori. Delegare tutto ad un algoritmo non porta alle migliori soluzioni possibili per il Paese ed i nostri territori - spiega il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo a "Uno Mattina" - Non c'è dubbio che meno parametri potrebbero fotografare al meglio la situazione. Decidere sulla vita delle persone, ma anche sulla sicurezza sanitaria, in base allo '0 virgola', rispetto al Rt, partendo appunto da un calcolo aritmetico o da una elaborazione informatica fine a se stessa, pensiamo che non possa dare la migliore risposta", agginge ricordando che le Regioni non hanno chiesto solo una semplificazione dei parametri "ma che ci sia anche una presa di responsabilità politica nel compiere la scelta finale".

Non solo. Fedriga ritiene anche che tra governo e regioni "se non c'è collaborazione in questa fase non si vince la pandemia. Le regioni si sono prese le loro responsabilità. Basti vedere che cosa è accaduto in Campania e Puglia. Parlo di regioni guidate da forze politiche diverse dalla mia. Quando è stato deciso di fare misure maggiormente stringenti penso a quelle sulla scuola; sono stati rappresentanti del Governo ad attaccare le due regioni dicendo che non potevano farlo. Quindi non si tratta di deresponsabilizzazione delle regioni, anzi, forse stiamo cercando di creare un percorso di chiarezza di trasparenza, soprattutto di collaborazione". E sul suo ipotetico incarico come prossimo presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga aggiuinge: "Adesso non è all'ordine del giorno. Che ci sia un passaggio di consegne da Stefano Bonaccini a qualcun altro è possibile. Io devo ringraziare Bonaccini per come sta operando, perché è riuscito a tenere unita tutta la Conferenza. Io spero che il prossimo passaggio possa continuare in quella direzione, con l'unità della Conferenza, che penso abbia dato delle risposte importanti a tutto il Paese. Dopodiché non sono io quello che deve scegliere il presidente della Conferenza. Lo decideremo insieme - conclude Fedriga - come abbiamo fatto in passato".

Sanità e territori



Covid, Speranza chiude alla richiesta delle Regioni: "I parametri sono 21"

17 Novembre 2020

Intanto, il governo, sulla base dei nuovi dati monitorati dalla cabina di regia, potrebbe prendere nuove decisioni: oltre a Piemonte, Calabria, Valle d'Aosta ed Alto Adige e Lombardia, anche la Basilicata, "arancione" dallo scorso 11 novembre, ora teme di finire in "zona rossa" già dal prossimo fine settimana. Stessa sorte per la Liguria e la Puglia: il governatore Michele Emiliano ha chiesto al governo, tramite una lettera al ministro Speranza, di dicharare zona rossa le province di Foggia e Barletta Andria Trani. Cambio di colore anche per il Veneto, da giallo ad arancione però. Stando ai numer
i il 27 novembre la Lombardia potrebbe tornare arancione, ma occorrerà monitorare la situazione. La settimana successiva poi alcune regioni, come l'Emilia Romagna, potrebbero anche tornare 'gialle' ma anche qui bisognerà considerare l'andamento dei prossimi giorni. Salgono ancora invece i contagi in Calabria: 936 solo nella giornata di ieri. In pole come nuovo commissario alla Sanità regionale, c'è sempre Federico Maurizio D'Andrea.

Commissario in Calabria, in pole D'Andrea: da detective del pool Mani pulite a consulente del sindaco Sala

di

Piero Colaprico

18 Novembre 2020

L'Abruzzo, nel frattempo, si è autodichiarato zona rossa. "Abbiamo anticipato ciò che verrà certificato dal ministero domani. Siamo in zona rossa. Dobbiamo garantire la salute ai nostri cittadini. Non possiamo trasformare gli ospedali in lazzaretti Covid - spiega il governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio, ospite questa mattina di 'Radio Anch'io' su Radio Uno - Tutta l'Italia si sta dirigendo verso la zona rossa. Con questo numero di contagi tutti peggioreranno. Noi abbiamo chiuso adesso e ci siamo sbrigati a farlo proprio nella speranza che per Natale si possano riaprire le attività. In merito ai parametri io consiglio al Governo di ascoltare la voce delle Regioni. Tutti dicono che la questione algoritmo è una cosa poco trasparente, nessuno sa spiegare come funziona davvero. Abbiamo proposto tutti insieme al ministero di concentrarsi su 5 parametri principali e non 21".

Per Natale Rt sotto l’1. Sì ai regali, no ai cenoni o ci sarà la terza ondata

di

Tommaso Ciriaco

18 Novembre 2020

Spera in una retrocessione, da rosso ad arancione, Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte: "Tornare zona arancione non è una scelta, è un automatismo. Noi abbiamo i numeri per essere in zona arancione. Dobbiamo tenere questi numeri per almeno 14 giorni, fino al 30 novembre. Ora l'Rt è notevolmente sceso, siamo di poco sopra l'1 - dice a "The Breakfast Club" su Radio Capital - Il metodo del Cts dei 21 parametri è un metodo giusto e oggettivo, che va difeso. Quello che stanno chiedendo le regioni è un confronto per verificare se questi parametri possono essere semplificati. Va bene tornare alla normalità, ma se si trascorre il Natale come il Ferragosto allora non abbiamo capito niente. Riaprire e poi richiudere le attività a me fa paura. Lo stop and go, fermarsi e poi ripartire, fa male: i rischi per l'economia potrebbero essere fatali. Meglio aperture graduali. Noi in Piemonte siamo l'esempio di come si possa evitare il lockdown totale".

Sulla questione è intervenuta anche l'immunologa dell'università di Padova, Antonella Viola: "Il problema principale oggi in Italia è quello dei dati: vengono raccolti e comunicati in modo disomogeneo e questo rende difficile le operazioni a valle. Detto questo, i parametri che sono stati identificati sono corretti. Si può semplificare? Starà al Cts stabilire se ridurli dai 21 attuali ma sono dettagli, conta però che i dati vengano comunicati e arrivino in maniera completa e che siano affidabili", spiega intervenendo ad 'Agorà' su Rai 3.