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Edizione del 17/11/2020
Estratto da pag. 1
Covid, Lombardia e Piemonte verso la zona arancione. Oggi la conferenza dei governatori
Le prime Regioni entrate in zona rossa, Lombardia e Piemonte, potrebbero passare in quella arancione. Oggi la conferenza dei governatori, la...
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ROMA Una luce in fondo al tunnel. Da quattro giorni Lombardia e Piemonte sono entrate «tecnicamente» in zona arancione. Se la discesa della velocità di contagio proseguirà senza intoppi, fra dieci giorni saranno fuori dal lockdown e le misure restrittive potranno essere allentate. «Le prime regioni entrate in zona rossa dovrebbero essere anche le prime a uscirne», conferma Roberto Speranza. Il ministro della Salute lo dice con sollievo misto a preoccupazione, davanti al bollettino quotidiano dei contagiati e dei morti: «C’è una decelerazione e questa settimana sarà importante vedere se continua e quali sono i numeri dei ricoveri. Ma ancora non siamo di fronte a un arretramento del virus. La situazione resta molto seria, nessuna regione italiana è in zona verde. Serve la massima prudenza».



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Ecco perché in tutta Italia scattano nuove misure restrittive e altre regioni, oltre all’Abruzzo, rischiano di entrare nella fascia peggiore. Prima fra tutte la Puglia. I governatori sono comunque determinati a far cambiare le regole. E già oggi potrebbero consegnare al ministro Francesco Boccia la richiesta di procedure più rapide.

La Lombardia è scesa a un livello inferiore di rischio venerdì scorso, ma secondo il decreto in vigore per le zone rosse o arancioni sono necessari 14 giorni di «permanenza nello scenario di rischio inferiore» prima della de-escalation. Quindi l’uscita vera e propria dalla zona rossa non potrà avvenire prima di venerdì 27. Anche in Piemonte si registra un’inversione di tendenza e per questo è cominciato il pressing sul governo per abbreviare i tempi di uscita. In Lombardia però la situazione epidemiologica è molto variegata per cui è possibile che le zone in cui la sofferenza è più forte possano restare rosse. «Il Dpcm lo consente — conferma Speranza —. È una valutazione che dovremo fare». La conferenza delle Regioni è convocata per oggi su richiesta del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che attacca: «La riunione servirà finalmente a confrontarci sui criteri applicati dal Comitato tecnico-scientifico rispetto ai dati forniti a livello regionale». Si potrebbe discutere anche di un allungamento dell’orario di apertura dei negozi la sera sotto Natale.

Da domani l’Abruzzo è in zona rossa per decisione del presidente Marco Marsilio e nella fascia di rischio è entrata anche la Puglia su cui si deciderà venerdì. Preoccupa la velocità con cui il virus continua a diffondersi nonostante le ordinanze restrittive firmate nei giorni scorsi dal governatore Michele Emiliano. Il presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, invoca il lockdown totale e non è escluso che il presidente della Regione decida di seguire le orme di Marsilio. Il presidente dell’Abruzzo ha scelto di «applicare la disciplina delle zone rosse», lasciando aperte le scuole. Una decisione che il ministro Roberto Speranza ha apprezzato. In Calabria e Basilicata tutte le lezioni sono state invece sospese.

Il Lazio resiste in fascia gialla, ma preoccupano l’aumento dei positivi rispetto ai tamponi e il numero dei ricoverati: 3.100 a fronte di 5.500 letti. I posti ci sono e la situazione è sotto controllo, eppure il presidente Nicola Zingaretti teme la saturazione e si è mosso per tempo con ordinanze restrittive. Rimangono in giallo anche il Veneto, la Sardegna, il Molise e la provincia di Trento. «I contagi continuano a crescere, ma la velocità si è ridotta — spiega il ministro della Salute —. L’Rt è poco sopra 1, speriamo che sia l’ultimo pezzo di salita verso il plateau». Venerdì la cabina di regia
del governo esaminerà tutti i dati in arrivo dalle regioni e il ministro della Salute potrebbe firmare nuove ordinanze restrittive. La prima tappa del monitoraggio settimanale è attesa per oggi, quando il Comitato tecnico-scientifico comincerà ad aggiornare i dati dei territori. Lombardia e Piemonte venerdì concluderanno le prime due settimane in lockdown e gli esperti non escludono che, ai sensi del Dpcm, possano tornare in fascia arancione, dove le misure restrittive sono meno severe. Con il tasso di positività ai tamponi che sale al 18% su scala nazionale gli scienziati mettono in guardia da allentamenti rapidi: una maggior saturazione dei posti letto imporrebbe un cambiamento delle politiche di accettazione degli ospedali, «portando a privilegiare i casi più gravi con conseguente aumento della mortalità di chi non riesce a essere curato in tempo».