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Dir. Resp.
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Edizione del 17/11/2020
Estratto da pag. 1
I numeri di Lombardia e Piemonte suggeriscono la discesa ad un livello di rischio inferiore e l'avvio verso la zona arancione.
Nonostante la situazione resti ancora critica e non siamo ancora di fronte ad un arretramento del virus, da quattro giorni in Lombardia e Piemonte è diminuita la velocità del contagio: se si continua così le due regioni, tra le prime ad entrare in zona rossa, potrebbero entrare in zona arancione tra una decina di giorni.
Lombardia e Piemonte verso zona arancione
“Le prime regioni entrate in zona rossa dovrebbero essere anche le prime a uscirne“, aveva infatti spiegato il ministro Speranza. E infatti da venerdì 13 novembre le due regioni sono scese ad un livello inferiore di rischio ed è iniziato il pressing sul governo per abbreviare i tempi di uscita dal lockdown. Se dovessimo guardare i numeri sarebbero entrambe già in un colore diverso, ma secondo il decreto in vigore per le aree rosse e arancioni servono 14 giorni di permanenza nello scenario di rischio inferiore prima di allentare le misure restrittive.
L’uscita formale dal lockdown non potrà quindi avvenire prima di venerdì 27. Anche se comunque non si esclude che, trattandosi di territori variegati, alcune aree possano continuare a rimanere rosse. Intanto per martedì 17 novembre è stata convocata una conferenza delle Regioni su richiesta del presidente del Friuli Venezia-Giulia. Un vertice che “servirà finalmente a confrontarci sui criteri applicati dal Comitato tecnico-scientifico rispetto ai dati forniti a livello regionale“.
Sempre nello stesso giorno gli esperti del Cts cominceranno ad aggiornare i dati dei territori e si vedrà se confermeranno nuovamente il trend in discesa di Lombardia e Piemonte.
In una situazione opposta sono Abruzzo e Puglia, che stanno invece vivendo un incremento di contagi tali da aver spinto il governatore della prima a dichiarare la zona rossa. Anche la seconda rischia di entrare nella fascia peggiore. Il vertice in programma servirà anche per consegnare eventualmente al ministro Francesco Boccia la richiesta di procedure più rapide.