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Edizione del 10/11/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, Liguria in zona arancione per due settimane
Passata la mezzanotte di martedì, in regione scattano i provvedimenti che valgono per le zone considerate a rischio alto in tema di contagio da coronavirus
Approfondimenti

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Liguria in zona arancione da mercoledì 10 novembre e per almeno 14 giorni: il contagio da coronavirus corre sempre più veloce, i nuovi positivi salgono di pari passo con i tamponi, gli ospedali si riempiono e, nel giro di pochi giorni, dalla zona gialla a rischio moderato la nostra regione finisce in una zona "a rischio alto" insieme con Toscana, Umbria, Abruzzo e Basilicata.

La decisione, annunciata dal ministro della Salute Roberto Speranza lunedì sera, non ha colto di sorpresa. Alla luce dei dati che riguardano in particolare Genova - numeri da zona rossa, per il personale sanitario - già mercoledì la zona arancione sembrava l'eventualità più probabile, ma il rapido passaggio dal rischio alto al rischio moderato ha acceso la polemica sul sistema di classificazione delle regioni e sui dati inviati al Ministero della Salute. E così il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha ribadito la bontà del lavoro fatto da Alisa sul monitoraggio locale dell'epidemia, è si è detto «perplesso» per il rapido cambio di marcia.

«È chiaro a tutti che due decisioni diverse nell'arco temporale di tre giorni con la domenica nel mezzo, a fronte di dati pubblici e confrontabili e che il nostro ufficio di prevenzione di Alisa giudica analoghi, lascia perplessi: forse si poteva pensare meglio la decisione di tre giorni fa o quella di oggi», ha detto Toti lunedì sera, invitando però a «evitare le polemiche, è quello che ho detto al ministro Speranza. Credo che sia il momento di rimboccarsi le maniche anche con sacrifici, cogliere il grido di dolore che arriva dai nostri ospedali e dai nostri luoghi di cura dove medici e infermieri hanno più volte chiesto misure più rigorose per rallentare gli arrivi negli ospedali. I dati non sono peggiorati, sono forse lievemente migliorati, e ci auguriamo che le misure possano raffreddare la situazione».

Liguria zona arancione, cosa cambia

I provvedimenti che valgono in zona arancionen scattano alla mezzanotte oggi: finito il coprifuoco (dalle 22 alle 5 nazionale, a Genova come da ordinanza dalle 21), mercoledì mattina bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie e pub restano aperti solo per il servizio da asporto, sino alle 22, e per la consegna a domicilio senza orari.

Gli spostamenti fuori dal proprio comune sono vietati, così come quelli fuori regione. Lo spostamento tra un comune e l'altro è consentito solo per usufruire di servizi che non sono presenti nel proprio comune: se l'ufficio postale è chiuso, per esempio, ci si può spostare in quello del comune vicino. Idem per la spesa, se il supermercato non è presente in un comune piccolo. 

La libera circolazione è consentita solo per motivi di salute, lavoro e necessità (come rientrare al proprio domicilio) e con autocertificazione. L'attività motoria e fisica è consentita solo in ambito comunale, le scuole superiori passano tutte alla didattica a distanza. Chiusi i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, mentre rimangono chiusi, come già erano, musei e mostre, cinema e teatri, sale scommesse, piscine e palestre,

«I dati sono anche lievemente migliorati - ha detto Toti- Resta pesante la situazione negli ospedali, immaginiamo che questo sia uno degli elementi che più ha influito sulla decisione presa dalla cabina di regia, decisione a livello tecnico di cui non conosciamo tutti i contorni. Non conosciamo i pesi e le misure dell'algoritmo che viene applicato. L'ultimo report reso pubblico, sul quale è stata fatta l'analisi, non va oltre il 1 novembre: un tempo di latenza piuttosto elevato dato il momento. Avevamo proposto in Conferenza regioni di usare dati più recenti, ma questa è la decisione del Governo. Ciò che è sicuro è che gli ultimi due report non sono dissimili per tutti i principali indicatori. Ad o
gni modo, per gli amministratori locali, penso che sia opportuno evitare le discussioni. Non credo neanche che sia opportuno, come qualcuno già chiede,  ragionare su diversificazioni da provincia a provincia: al momento non ci sono le condizioni. Il numero degli ospedalizzati cresce omogeneamente ovunque, ci aspettiamo che Genova si stabilizzi nelle prossime giornate e che ci sia una crescita nelle altre province. L'ordinanza ministeriale è di due settimane, ha senso attenersi a quelle indicazioni senza complicare lo scenario, anche per non creare una babele nella comunicazione delle misure».

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