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Edizione del 09/11/2020
Estratto da pag. 1
VISTO DAL COLLE/ Mattarella, tre mosse per evitare la prossima crisi
“Abbiamo bisogno che torni lo spirito di marzo”. Sono queste parole mormoratedal ministro della Salute, Roberto Speranza, nel salotto televisivo di LuciaAnnunziata a restituire il senso della prima domenica di (quasi) secondolockdown. Manca, e Speranza ne è consapevole, quella fiducia che in primaveraha sorretto il paese nella prima fase della pandemia.Ma se la fiducia (quella nel futuro, ma soprattutto quella nelle istituzioni) èvenuta a mancare molte responsabilità ricadono sul governo, a cominciare dallostesso ministro della Salute. Il caso della Calabria ha del clamoroso: ilcommissario scelto per rimpiazzare l’inadeguato ex generale Saverio Cotticelli,Giuseppe Zuccatelli, non solo è un militante della formazione politica diSperanza, ma è anche autore di un incredibile video in cui mette in dubbio ildogma dell’utilità della mascherina. Come a dire, dalla padella nella brace. Ela giustificazione di Speranza (“trent’anni di carriera non si possonocancellare con un video rubato”) sembra una toppa peggiore del buco, per dirlaalla veneta.La situazione di giorno in giorno si fa più seria: la divisione del paese intre fasce ha scontentato tutti. Governo e opposizioni non dialogano. Le regioninon si fidano più dello Stato, e viceversa. Le regioni non si fidano l’unadell’altra, e neppure dei comuni. Ciascuno sembra procedere in ordine sparso,in una babele di ordinanze in cui per il cittadino diventa difficileorientarsi. Si prenda il caso della scuola: le elementari dovrebbero rimanereaperte ovunque, e nelle regioni gialle anche le medie. I governatori diCampania e Puglia, però, le hanno chiuse tutte, d’imperio. E in Puglia due Tar,quelli di Bari e Lecce) hanno preso decisioni difformi su quesiti identici:quelli dei genitori sulla riapertura. Emiliano, per tutta risposta, ha emanatoun’ordinanza che riapre le scuole, ma in modo singolare giustifica chi non sela sente di andare, con immediato invito al ritiro da parte del ministerodell’Istruzione.Da giorni ormai la spia dell’allarme rosso si è accesa sul cruscotto di SergioMattarella, che sta provando a spendere tutta la sua moral suasion per farcalmare gli animi, e far ripartire il dialogo istituzionale. Come un discorotto sta ripetendo il suo invito alla coesione. Segno che la coesione non c’è.Oltre a una fitta interlocuzione con il governo, almeno tre passaggi meritanodi essere sottolineati. Il primo, l’appello del giorno di Ognissanti, lanciatodurante una visita a sorpresa in un cimitero bresciano, quello  a metter daparte “partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi, di tutti edi ciascuno, quale che sia il suo ruolo e quali siano le sue convinzioni”. Unmonito ai partiti, a smettere di litigare, solo parzialmente accolto da Conte,che il giorno successivo ha offerto un tavolo di concertazione al centrodestra,offerta giudicata tardiva, e pure con qualche ragione, visto che la quasitotale incomunicabilità prosegue ormai da marzo.Un primo effetto delle parole di Mattarella si è comunque visto, dal momentoche alle Camere, nel dibattito sull’ultimo Dpcm, sono stati approvati alcunipunti delle risoluzioni presentate dalle opposizioni. Un po’ poco, ma potrebbeessere un inizio. E (secondo punto) il colloquio con i presidenti delle Camere,Casellati e Fico, ha cercato di allargare la breccia per aprire una fase nuova,e potrebbe aprire la strada a un lavoro congiunto delle conferenze deicapigruppo dei due rami del parlamento, perché l’opposizione di una commissionebicamerale non vuol sentir parlare.Il terzo fronte su cui Mattarella è intervenuto è per raffreddare il climaincandescente dello scontro fra il governo e le regioni. Il colloquio con ilpresidente ed il vice della Conferenza delle Regioni, Bonaccini e Toti, èservito a ribadire insieme il ruolo delle autonomie, e la necessità dellamassima collaborazione istituzionale. Su questo, al momento, passi avanti nonse ne vedono, ma il Capo dello Stato è un tipo tenace, che non molla.Non sarà facile ricondurre alla ragionevolezza un panorama politico cosìlitigioso e frammentato. Ma senza solidarietà e spirito di coll
aborazione, leprossime settimane potrebbero essere difficilissime da gestire. Mattarella ne èconsapevole, e ci sta provando in tutti i modi possibili.© RIPRODUZIONE RISERVATA