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Edizione del 05/11/2020
Estratto da pag. 1
Nuovo Dpcm "Emilia Romagna zona gialla, ma Bologna rischia di perdere 10mila posti" - Cronaca
L’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla: "Il sistema ha tenuto, ma un lockdown sociale sarebbe ingestibile Ora serve progettare il futuro: dalla fusione delle fiere di Bologna e Rimini, alla proroga degli ecobonus fino al 2023"
Bologna, 5 novembre 2020 - Al termine di una giornata matta e disperatissima, in attesa di capire fino alla fine misure e colori dell’Italia, in serata il verdetto: l’Emilia-Romagna è zona gialla. L’assessore regionale al Lavoro e allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, è rimasto nel suo ufficio fino a tarda sera: "Qui c’è in ballo tanto. Per questo come Conferenza delle Regioni con Stefano Bonaccini abbiamo chiesto maggiore trasparenza di algoritmi e indicatori. Anche perché sono le istituzioni che poi rispondono di tensioni, proteste, rabbia. Certo, speriamo di restare zona gialla. Anche perché se diventassimo arancioni non possiamo escludere rischi per la tenuta sociale".

Il focus L' Emilia Romagna è zona gialla. Le restrizioni per scuola, autobus, spostamenti

L’Emilia-Romagna è zona gialla: che cosa significherà? "Vuol dire che abbiamo lavorato bene, che i protocolli sanitari sono stati rispettati, che il sistema ha tenuto. Ma non significa un via libera. L’attenzione dev’essere massima. Se si abbassa la guardia è la fine. In ogni caso, anche se i rischi nella nostra Regione sono minori che in altre, c’è poco da festeggiare. Siamo tutti interconnessi: al resto del Paese, all’Europa al mondo".

Al di là della differenza per zone c’è una costante: non si chiudono le attività produttive come a marzo. "Questo è molto importante. Anche perché il rischio è passare da un lockdown sanitario a un lockdown sociale che potrebbe diventare ingestibile. In ogni caso per tutte quelle attività chiuse o che hanno avuto un calo di orario di apertura, come bar e ristoranti, servono ristori immediati".

Le categorie interessate restano scettiche... "Le risposte devono arrivare. E va integrato il decreto con tutti quei codici Ateco mancanti. Penso ad alcuni artigiani, a chi lavora nella filiera della cultura e dello spettacolo, agli allestitori delle fiere. Si devono dare anche a questi lavoratori gli stanziamenti previsti nel Dpcm".

Lockdown a marzo, zone rosse, gialle e arancioni... Qual è l’impatto economico? "Prima dell’ultimo Dpcm di ottobre, Prometeia stimava che nel 2021 la nostra Regione avrebbe avuto una ripresa del più 7 per cento… Oggi, se stimassero il più 5 per cento ci farei la firma. A maggio, con la fase due, eravamo ripartiti. Ora la situazione è difficile da prevedere. Ma gli indicatori stimano il rischio di una perdita di 30-40mila posti di lavoro in Emilia-Romagna, di cui circa 10mila a Bologna".

Senza contare l’impatto della cassa integrazione... "Di sicuro sappiamo che circa un milione di lavoratori sono in cassa integrazione o hanno richiesto qualche ammortizzatore sociale. Si tratta, di quasi 94mila domande di Cig in deroga in Regione, più di 23mila a Bologna e oltre 41mila domande di Fis (fondo integrativo salariale), quasi 11mila sotto le Due Torri. Senza contare i ritardi di due o tre mesi, questione ingestibile per molti lavoratori".

C’è poi il tema delle fiere, altro settore molto colpito. "Il 28 ottobre sono stati stanziati 200 milioni. Risorse importanti, ma non sufficienti. Il nodo, poi, è il vincolo dei ristori a 800mila euro, limite che non si può superare o si passa ad aiuto di Stato. La fiera di Bologna ha un fatturato di 200 milioni, se causa Covid ne perde 50 milioni, difficile che con 800mila euro risolva il problema".

Ci saranno le nozze Bologna-Rimini? "Si procede. Il bello della nostra Regione è questo: anche se c’è il Covid, l’emergenza, i contagi si guarda al futuro. La fusione si farà l’anno prossimo".

Come uscire da questa crisi da Covid? "Dobbiamo progettare, mettere in rete le competenze, non perdere la testa. Per questo abbiamo consegnato la bozza per un nuovo patto per il lavoro. E, in questa fase di difficoltà delle filiere internazionali, guardare al mercato interno. I superbonus e gli ecobonus sono fondamentali. Per questo l’Emilia-Romagna è pronta a chiedere una proroga fino al 2023".

Green economy, energia alternativa, sostenibilità. Se ne può parlare anche oggi che c’è questa emergenza
? "Certo. Domani (oggi, ndr ) parte ‘Ecomondo’. Una fiera molto bella che, però, per via del Dpcm ha dovuto ’trasferirsi’ online. Ma la discussione sul piano energetico regionale non si ferma".

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