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Edizione del 05/11/2020
Estratto da pag. 1
SPILLO/ Conte, la commedia del lockdown e l`orchestra romana
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vola la domenica di Ognissantia Castagneto per portare il volto (degno) dello Stato nella Lombardianuovamente aggredita dal virus. Tre giorni dopo – il Quattro Novembre, una dataancora scolpita nella memoria italiana – il premier Giuseppe Conte prende ingiro per primi gli abitanti di quel comune bresciano assieme a milioni di altrefamiglie italiane: che a ora di cena non sapevano ancora se i figli la mattinadopo avrebbero trovato o no la scuola aperta.Solo nel prime time del Tg1, Conte ha ripetuto la consueta apparizionemediatica, negando con nonchalance quello che tutti i siti avevano comunicatoagli italiani nel pomeriggio: che l’ennesimo Dpcm fissava alla mezzanotte frail 4 e il 5 novembre il vigore del light lockdown. Un atto di “pieno potere”,con la firma del premier: corretto in corsa, mentre l’intero Paese intasava lamessaggistica e i social.Invece contrordine: ne parliamo per venerdì (o magari venerdì per lunedìprossimo). Anche perché il sottotesto della sceneggiata politico–mediaticaappare evidente. Conte – gli italiani devono credergli – non voleva, continua anon volere le “zone rosse”, tanto meno al Nord (dove peraltro, per paura e/oarroganza, non è mai salito durante la pandemia). È invece il ministro dellaSalute, Roberto Speranza – esponente lucano di Leu – ad aver insistito perchiudere Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige in uno “statodi polizia”. Il governatore leghista Attilio Fontana e il sindaco Pd Beppe Salaprotestino dunque con lui se ha scelto i dati (punitivi) del 25 ottobre permettere le ganasce alla regione più popolosa e produttiva del Paese. Chiedano alui perché – sorpresa – la Puglia è finita invece in zona arancione e laCampania addirittura in zona gialla.Ma non erano stati proprio i due esponenti Pd al Sud – Michele Emiliano eVincenzo De Luca – a dichiarare unilateralmente il lockdown scolastico adispetto di Conte e della ministra Azzolina? Per non parlare del Laziogovernato part–time dal leader Pd Nicola Zingaretti. “Una paziente al SanFilippo Neri: io da 24 ore su un’ambulanza”: il titolo – riferito a un grandeCovid–hospital romano – ha campeggiato tutto ieri sulla homepage del Corrieredella Sera. E invece nella narrazione del governo nella capitale “sta andandotutto bene”. È a Milano che tutto va male: che cova anzi la “rabbia nera”eccetera. Lo ripete del resto da mesi ogni giorno la copertina del FattoQuotidiano, la pravda del premier.Chissà perché, allora, da un noto palazzo romano è partita lunedì unavideo–convocazione urgente per il presidente della Conferenza delle Regioni,l’emiliano Stefano Bonaccini, e per il suo vice, il ligure Giovanni Toti.Chissà perché nello stesso palazzo, sono stati visti subito dopo entrareassieme i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, RobertoFico.Non sta affatto andando tutto bene nella Repubblica italiana. E il governo –avrebbe detto Ronald Reagan – appare sempre meno la soluzione dei problemi delPaese e sempre più “il problema”.© RIPRODUZIONE RISERVATA