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Edizione del 03/11/2020
Estratto da pag. 1
"Niente blocco o zona rossa". La Lombardia sfida il governo
Bisognerà attendere la pubblicazione del Dpcm prevista per la giornata di oggi, per capire meglio cosa succederà nella nostra regione. Quello che si sa, al momento, è che è stato escluso il lock down a livello regionale, sia la creazione di una zona rossa intorno a Milano. Il meccanismo messo in piedi dal Governo prevede misure localizzate a seconda del livello di allerta per le singole regioni, diversamente da quanto avevano chiesto i governatori nel week end.
Il premier annuncia misure diverse in base ai dati. La Regione: "Le nostre richieste sono cadute nel vuoto"

Bisognerà attendere la pubblicazione del Dpcm prevista per la giornata di oggi, per capire meglio cosa succederà nella nostra regione. Quello che si sa, al momento, è che è stato escluso il lock down a livello regionale, sia la creazione di una zona rossa intorno a Milano. Il meccanismo messo in piedi dal Governo prevede misure localizzate a seconda del livello di allerta per le singole regioni, diversamente da quanto avevano chiesto i governatori nel week end.La Lombardia al momento rientra, secondo i 21 parametri nella fascia 3: con un indice di trasmissibilità (Rt) a 1,7, ospedali in affanno ma in grado di gestire anche le attività extra Covid. Molto più alto, rispetto a quanto previsto per la fascia 3, il dato dei contagi a settimana che era arrivato a 35mila. Migliore delle previsioni , come ha sottolineato il sindaco Beppe Sala in consiglio comunale, il dato delle terapie intensive che registrano 425 ricoveri contro i 600 previsti al 31 ottobre, secondo gli scenari presentati come premessa al precedente Dpcm. «Questo significa - ha sottolineato Sala - che le misure varate e l'effetto paura al momento hanno fatto presa sui comportamenti dei cittadini».Si va dunque verso il coprifuoco alle 21, come da norma nazionale, la chiusura dei centri commerciali nel week end, l'eventuale didattica a distanza anche per gli studenti delle secondarie di primo grado, la riduzione della capienza dei mezzi pubblici al 50 per cento, la chiusura di musei e mostre e il divieto di spostarsi tra regioni. In sostanza misure che non si discostano molto da quelle nazionali, anche se dovranno essere firmate dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal ministro alla Salute Roberto Speranza.In sostanza ieri il Presidente del Consiglio ha presentato le misure di cornice a livello nazionale, delegando alle singole regioni, in base alla fascia di emergenza sanitaria in cui si trovano, le decisioni da prendere. Che, per l'allerta arancione, si configurano al momento in queste restrizioni. A seconda dell'andamento dei contagi e dei dati elaborati dall'Iss e dal Cts si valuterà di settimana in settimana il da farsi. Ecco allora che di nuovo le regioni si trovano con il cerino in mano, tanto che il governatore lùmbard ha sottolineato che a nuove eventuali restrizioni «deve corrispondere da parte del governo una conferma di ristoro, indicando di quanto e quando per le attività che verranno chiuse», cosa che al momento non è ancora stato specificato.«La situazione - ha assicurato Sala - lascia ancora dei margini di riflessione in questo giorno, dalla Regione dicono di avere la situazione sotto controllo. Quello che dice il governatore Fontana è di vedere prima il Dpcm, poi anche alla luce di quanto ci siamo detti oggi, verificherà se può aggiungere qualcosa a Milano. Ad esempio, qualcuno ipotizzava di tornare a ragionare su come vengono gestiti i mercati rionali scoperti». Per Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia «continuiamo il confronto con Regione sull'altro fronte sul quale è indispensabile agire ovvero il rafforzamento e sostegno alla sanità territoriale».Amareggiato il presidente Fontana, che sottolinea come «il modello non coincide con quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni secondo cui non bisognava differenziare i provvedimenti tra territori e territori, ma agire con scelte di carattere nazionale».

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