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Dir. Resp.
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Edizione del 02/11/2020
Estratto da pag. 1
"Chiediamo con fermezza che non vengano prese misure che portino alla chiusura o al rallentamento delle attività produttive, pena la perdita di importanti quote di mercato mondiali per il nostro settore industriale che non potranno in alcun modo essere compensate da misure fiscali o agevolazioni di alcun genere; un temporaneo palliativo alla perdita di competitività internazionale del made in Italy".
Si chiude con queste parole la lettera inviata nelle scorse ore da Paolo Mongardi, presidente di Acimac, a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni. I costruttori di macchine per ceramica, rappresentati dall’associazione confindustriale Acimac hanno espresso la loro preoccupazione per le ipotesi di lock-down che stanno circolando in questi giorni e che danneggerebbero gravemente la filiera ceramica e il manufatturiero in generale.
"I rallentamenti causati dal lockdown della scorsa primavera non hanno semplicemente compromesso il giro d’affari per l’anno in corso, ma hanno minato il mantenimento delle quote di mercato delle nostre aziende a livello internazionale, scrive Mongardi. "Le prossime settimane sono inoltre fondamentali per chiudere gli ultimi ordini dell’anno e consegnare i macchinari ancora in produzione (che in passato sono arrivati a rappresentare anche oltre il 30% del totale annuo) e soprattutto per raccogliere gli ordini per i primi mesi del nuovo anno. Si tratta in sintesi di un periodo strategicamente fondamentale", prosegue il presidente di Acimac. "Le aziende sono, inoltre luoghi ormai sicuri". I costruttori di macchine per la ceramica generano un fatturato di 1,7 miliardi di euro, realizzato da 142 aziende, che occupano 7mila addetti, e sono una realtà profondamente radicata nel territorio emiliano-romagnolo, a maggior ragione se si considera la catena di subfornitura che porterebbe a raddoppiare il peso economico del settore.
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