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Edizione del 01/11/2020
Estratto da pag. 1
Dpcm, ipotesi coprifuoco alle 21, freno a mobilità tra Regioni. Scuola online dalla seconda media. Musei chiusi. Firma slitta a martedì - la Repubblica
Coprifuoco alle 21, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, stretta nella circolazione fra le regioni, scuole in didattica a distanza fin dalla seconda media, musei chiusi. Sono alcune delle proposte su cui si sta ragionando per le regioni con un alto indice di contagio. Per il resto del territorio nazionale le misure restrittive sarebbero più light. E' questa l'ipotesi sul tavolo del governo in vista della nuova stretta anti-covid contenuta in un Dpcm che il premier Giuseppe Conte dovrebbe illustrare domani alle Camere (alle 12 a Montecitorio e alle 17 in Senato) per poi firmarlo in serata. Ma la complessità delle decisioni e le distanze tra governo e regioni potrebbe far slittare il varo del decreto a martedì. Il dibattito più acceso è quello con i governatori, che chiedono di varare uno schema valido a livello nazionale, mentre il governo preferirebbe uno schema con chiusure differenziate in base alla situazione del contagio. Tra i punti su cui si sta discutendo in una serie di riunioni che con ogni probabilità andranno avanti per tutta la notte c'è anche quella di arrivare ad un compromesso sul coprifuoco: non più alle 18 nelle cosiddette 'zone rosse' ma l'idea, su cui si ragiona, è quella di estenderlo alle 21 per tutta Italia. Anche se il Cts, a quanto si apprende da fonti della maggioranza, non sarebbe d'accordo preferendo invece le 18 per tutto il Paese.
L'ipotesi di uno slittamento del Dpcm a martedì è stata ventilata durante la riunione che si è tenuta questa sera a Palazzo Chigi con i capidelegazione del governo e i capigruppo della maggioranza. Dal vertice è emersa la posizione di Italia viva, espressa dalla ministra Teresa Bellanova, fautrice di misure differenziate sui territori e contraria alla chiusura dei negozi alle 18: "A indici di rischio differenti complesssivamente intesi devono corrispondere misure diverse. Perchè inciderebbe in modo restrittivo anche dove non serve". E ha aggiunto: "Chiudere i negozi alle 18 produrrebbe solo maggiore intasamento, e dunque maggiori rischi per i lavoratori e i clienti". Mentre il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a Che tempo che fa, ha annunciato la chiusura dei musei: "Con i passi avanti che faremo chiuderanno anche i musei".
"In queste 48 ore - ha annunciato Speranza nel corso della riunione fra governo e Regioni di stamattina - costruiamo insieme il dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l'ultimo dpcm, possiamo anche alzare l'asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento". Il ministro Boccia, che ha riconvocato la riunione domani alle 9, ha precisato che il coprifuoco alle 18 è una delle tante ipotesi al vaglio. Poi ha ribadito la posizione del governo: "No a decisioni univoche, dipenderà da Rt regionali". Mentre era in corso il vertice governo - enti locali, è divampata una polemica su un tweet del governatore ligure Giovanni Toti che, a proposito dei morti di coronavirus nella sua Regione, ha detto: "Tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese". Ma in seguito si è scusato affermando che a scrivere il tweet è stato un suo collaboratore.
Le istanze dei governatori
Al centro della discussione lo studio del documento del ministero della Salute, Roberto Speranza, e dell'Iss che contempla vari scenari di misure anti Covid a seconda del superamento di certi parametri della curva dei contagi. C'è stata una consapevolezza fra i governatori delle Regioni che la pandemia, che oggi colpisce di più alcune zone d'Italia, prima o poi si diffonderà anche in quelle meno interessate. Condivisa inoltre l'idea di vietare anche gli spostamenti tra le Regioni, puntando appunto a misure che siano il più possibile indirizzate a tutto il Paese. Sul tavolo anche attività commerciali e scuola. Per i centri commerciali possibili nuove strette, per gli istituti si pensa a didattica a distanza in tutte le aree del paese per le superiori, in forse p
er medie. Tra le ipotesi anche la chiusura dei centri commerciali e lo stop alle macchinette da gioco nelle tabaccherie. "E' evidente - ha sottolineato il governatore lombardo Attilio Fontana - che ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini". A questo proposito arriva l'invito dal Comitato tecnico scientifico (Cts) a un approccio uniforme, e a rendere più operativi Covid-hotel e drive-in. "Se dopo le 18 abbiamo detto che si chiudono le attività non necessarie - ha sostenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, allora dopo le 18 non bisogna più stare in giro o fare cene con non conviventi".
La replica di Boccia: "No a decisioni univoche"
"Non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di RT in ogni regione". Questa, a quanto si apprende, la linea tenuta dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, durante il vertice con le Regioni. "Il documento dell'ISS e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni - ha spiegato Boccia - ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un RT supera un certo livello (oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2), allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico. Per questo non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di Rt in ogni regione". Il ministro ha poi ribadito la posizione del governo che conferma di delegare ulteriori restrizioni, seppur condivise, alle singole Regioni: "Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio".
Zingaretti: "Basta con le polemiche"
"Stiamo tutti lavorando per evitare la misura estrema del lockdown - il segretario del Pd, Nicola Zingaretti a "Mezz'ora in più" su Rai 3 - ma per farlo bisogna rispettare le regole. Dobbiamo salvaguardare le scuole, soprattutto le elementari e medie. ma credo che fare la dad per un mese può salvare l'anno scolastico. Ha ragione Mattarella, ora basta con le polemiche. L'imperativo è abbassare la curva".
Bufera su tweet di Toti
Come accennato, un tweet del governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha scatenato migliaia di reazioni indignate sui social: "Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid19 - ha scritto il presidente ligure - dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate".
Per quanto ci addolori ogni singola vittima del #Covid19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della #Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate.— Giovanni Toti (@GiovanniToti) November 1, 2020
Più tardi è poi arrivata una rettifica dello staff: "Il senso di questo tweet, che appartiene a un ragionamento più ampio, è stato frainteso. I nostri anziani sono i più colpiti dal virus, sono persone spesso in pensione che possono restare di più a casa e essere tutelate di più". E in serata le scuse: "Lo ha scritto male un mio collaboratore". Con la portavoce che alla fine è uscita allo scoperto, addossandosi tutta la colpa per l'errore commesso. "Qelle parole nel tweet sono state un'immensa cazzata. A volte si sbaglia, e abbiamo sbagliato. Chiedo scusa a nome di tutto il team social per chi si è sentito offeso. Ma Giovanni Toti non ha mai pensato quel che il tweet esprime".
Il senso di questo tweet
, che appartiene a un ragionamento più ampio, è stato frainteso. I nostri anziani sono i più colpiti dal virus, sono persone spesso in pensione che possono restare di più a casa e essere tutelate di più.Lo staffLeggi?? https://t.co/BMvml0JVdl— Giovanni Toti (@GiovanniToti) November 1, 2020
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Tensione governo-opposizioni
E sulla tensione tra maggioranza di governo e opposizioni di centrodestra a proposito delle misure da adottare è intervenuto a sorpresa, da Brescia, con un monito, il presidente della Repubblica. "Basta partigianerie - ha ammonito Sergio Mattarella - uniti contro Covid". Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha contattato i leader delle opposizioni invitandoli a indicare un rappresentante delle rispettive forze politiche in modo da instaurare già domani un tavolo di confronto permanente con il Governo. Ma da Salvini-Meloni-Berlusconi è arrivato un secco "No" alla cabina di regia, ritenendo il centrodestra il Parlamento la sede del confronto governo-opposizioni. "Si è perso tempo senza decidere", è l'attacco (in un'intervista su Libero) di Silvio Berlusconi. "Serve un governo che pianifichi, non si può improvvisare di settimana in settimana di decreto in decreto, apri e chiudi, apri e chiudi". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta Instagram. "Hanno perso sei mesi a parlare di nulla, e mentre aprivano i confini agli altri, sono costretti a richiudere gli italiani in casa".
Le misure anti Covid oggi in vigore
Attualmente sono in vigore le misure anti covid contenute nell'ultima versione del decreto in vigore dal 26 ottobre fino al 24 novembre che ha posto l'Italia in semi lockdown. Poche, rispetto al dpcm del 13 ottobre, le modifiche inserite che vanno incontro alla richieste delle Regioni. Addio cene fuori al ristorante, ma è salvo il pranzo domenicale. Resta, infatti, lo stop alle 18 per le consumazioni in bar e ristoranti, ma viene consentita la loro apertura la domenica e i festivi. Chiusi gli impianti nei comprensori sciistici, forte raccomandazione a "non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi". Si potranno ancora svolgere i concorsi pubblici e privati. Confermata la Didattica a distanza al 75% negli istituti superiori.
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