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Edizione del 29/10/2020
Estratto da pag. 1
SPILLO/ I "ribelli" dell`Alto Adige e la nuova retorica dell`odio
Chi è più eversore fra  i No-Tav spacca-vetrine a Torino e gli albergatoridell’Alto Adige? Oppure gli eversori di ultima istanza stanno in realtà neipalazzi romani?  Ed è più odioso il ritorno di Forza Nuova nelle piazze di Romao quello della retorica dell’odio sui media politicamente corretti? In Italiail problema di ordine pubblico è dato dalla seconda ondata Covid e dai soliti“pochi facinorosi” sempre in agguato? Oppure in agguato contro gli italiani cisono anzitutto l’incompetenza del governo e l’irresponsabilità delle forzepolitiche?La prima domanda non sembra fuori luogo sfogliando il Corriere della Sera diieri. Subito a pagina 7, – a destra, molto visibile nella parte alta delgiornale – ci s’imbatte in un’inserzione piena. In primo piano c’è una coppia atavola in un’elegante terrazza-ristorante, con il ristoratore che brinda inpiedi sorridente. Attorno una calda atmosfera serale, sottilmentepre-natalizia. Sullo sfondo un profilo di montagne e un vago biancoreinvernale. Siamo in una stube: poco importa se di una Spa di Merano o di unalbergo gardenese.“Cosa rende così unico l’Alto Adige?”. Anzi: il “Sudtirol”, come precisa il brand riassuntivo della pagina. Ma è il toponimo inventato dal fascismo – eripudiato già sessant’anni fa dai bombaroli filo-austriaci –  a tornareevidentemente cruciale nell’autunno 2020. Richiama – in rigoroso italiano,diretto alla clientela strategica in epoca-Covid  – il “venghino venghino” cheil presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha subitofatto risuonare “a marameo” dell’ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte. Che inSudtirol (Alto Adige) hanno allegramente cestinato: mantenendo alle 22 l’orariodi chiusura degli esercizi pubblici. E preannunciando una stagione turisticainvernale regolare. Con tutti i saluti del caso al vicino Veneto di Luca Zaiache non ha (ancora) poteri di autonomia rafforzata: né potrà trattenere unmiliardo di tasse locali come hanno già annunciato di voler fare le Provincedel Trentino e dell’Adige.A Bolzano, comunque, nessun corteo, nessuna vetrina spaccata: come invece èaccaduto a Torino, dove i centri sociali hanno scatenato la loro rabbia controil lockdown imposto alla “loro” piazza di Santa Giulia. Inavvicinabile da annianche dalle Forze dell’Ordine: anche prima che sotto la Mole governasse unsindaco M5S. Curioso (ma non troppo)  che avvenga quando M5S – storicocontenitore “grillino” dell’antagonismo ambientalista piemontese – è il primopartito nel Parlamento nazionale ed esprime il premier che ha firmato il nuovo semi-lockdown. Preso a sassate dai blackblock torinesi e ignorato e deriso dal Suditirol (AltoAdige) moderato e imprenditoriale: Conte può davvero dar la colpa di tutto a un“vento del Nord” che stavolta non porta alcun distintivo di brigata partigiana?Non è che la (presunta) ‘”eversione” ha invece la sua radice nella sua pretesadi continuare a (non) governare l’Italia in pandemia con pieni poteri ma nessunvoto alle spalle? Un avvocato foggiano non eletto può decidere per Torino eBolzano senz’aver quasi mai varcato l’Appennino dall’inizio dell’emergenza? E’un premier, Conte, che somiglia sempre di più a Ivanoe Bonomi nel 1944: capodel “governo di Salerno” in un’Italia spaccata (al Sud un re detronizzato e iliberatori” americani; al Centronord gli occupanti nazifascisti e gli italianiche volevano “resistere” soprattutto al ritorno di chi aveva governato l’Italiafino ad allora). In un’ennesima lettera affannata a Repubblica Nicola Zingaretti il leader delPd e presidente della Regione Lazio, ha intanto nuovamente additato ilcontrasto al ritorno di fiamma epidemico come vera emergenza nazionale. Haformalmente tutte le ragioni, ma sostanzialmente tutti i torti: negli ultimi 14mesi è stato lui il leader del Pd fondatore e tuttora sostenitore dellamaggioranza giallorossa. Come ha scritto il sociologo Luca Ricolfi, anche luicome il premier dovrebbe anzitutto riconoscere i suoi errori nel governo delPaese e chiedere nuova  fiducia su un programma serio, preciso, concreto, daattuare subito. Invece già il modus è scoraggiante. Il l
eader di un grandepartito di maggioranza e il governatore della regione di Roma non scrivelettera accorate ai quotidiani: decide “tutto, presto e bene” nelle sedi e congli strumenti istituzionali.Nel merito i nuovi appelli all’unità morale del Paese (cui oggi pare ormaiautorizzato solo il Presidente della  Repubblica, Sergio Mattarella) sembranol’ennesima scorciatoia in senso vietato: additare come “nemici del popolo”tutti coloro che protestano contro le decisioni di un governo palesementeinadeguato e da tempo delegittimato rispetto alla “sovranità del popolo”.Appare del resto una tattica poco diversa da quella sperimentata nella “fase 1”del governo Conte-2: la costruzione manipolatoria di una retorica dell’odioattorno a un fake (le 200 hate-mail alla senatrice a vita Liliana Segre) per“fermare Salvini”. E concentrare – cioè cancellare – l’attività del governoattorno a una finalità puramente elettorale: “fermare Salvini” in EmiliaRomagna. Curioso (ma non troppo) che il governatore Pd Stefano Bonaccini,vittorioso a gennaio, sia oggi il presidente della conferenza delle Regioni,particolarmente critico con l’ultimo Dpcm. Come gli albergatori “altoatesini”.Come i blackbloc torinesi: che non coverebbero neppure più cattive intenzioniin Val di Susa, ma vorrebbero continuare a bersi una birra in piazza. Magaririspettando nell’occasione gli obblighi di distanziamento e mascherina. Ps: sulla “ribellione” del Sudtirol (Alto Adige) non ha nulla da dire lacapogruppo Iv alla Camera, Maria Elena Boschi? Eletta nel 2018 per il Pd aBolzano, con i voti decisivi di Svp. Dopo che la stessa Boschi, da ministrodelle Riforme, aveva messo a punto la riforma istituzionale (poi bocciata alreferendum 2016) a trattativa sostanzialmente diretta fra Palazzo Chigi eKompatscher.   © RIPRODUZIONE RISERVATA