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Edizione del 27/10/2020
Estratto da pag. 1
"La serrata alle 18 ci taglia le gambe" - Cronaca
La protesta dei ristoratori di Confartigianato: grembiuli lanciati in aria. Il segretario Renzi: "Aiuti rapidi dal governo per sanare le ferite"
Lanciano in aria i grembiuli, le loro uniformi da lavoro. C’è un nuovo decreto che "spezza le gambe agli affari" come dice qualcuno fra gli addetti alla ristorazione che ieri pomeriggio hanno messo in atto una protesta simbolica davanti alla sede di Confartigianato. Tra loro c’è chi fa trovare ogni notte paste piene di crema fumante, chi prepara pizze, aperitivi e cocktail nelle serate imolesi. Tutte abitudini bloccate almeno per un mese. Da Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana arriva una "grande preoccupazione per la scelta del Governo di chiudere alle 18 il mondo della ristorazione, una misura che, in particolare per i ristoranti, si fatica a comprenderne. Dispiace che il premier Conte non abbia tenuto in debita considerazione la lettera - appello firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a nome della Conferenza delle Regioni con la quale si proponeva la chiusura dei ristoranti alle 23 e dei bar senza servizio ai tavoli alle 20".

Un mondo che in questi mesi ha faticato e si è distinto – nella maggior parte dei casi – per la massima collaborazione nella definizione delle linee guida. "I nostri bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie hanno sempre rispettato rigorosamente le misure di sicurezza per difendere la salute dei cittadini – prosegue Renzi –. A maggior ragione non comprendiamo questo obbligo di chiusura, mentre a negozi e grande distribuzione rimane permessa, ad esempio, la commercializzazione dei prodotti dolciari oltre le ore 18".

"Da sempre siamo convinti che al primo posto c’è la salute, senza difendere la salute non si difende l’economia, ma siamo altresì convinti che questo sia il momento di combattere il virus con le armi della ragione e non con azioni oscurantiste – ha sottolineato Renzi –. La scelta di adottare misure che penalizzano duramente ristoranti e bar, così come le palestre e i centri sportivi, i cinema e i teatri senza distinguere dalle situazioni realmente a rischio da quelle mantenute sicure dall’impegno degli imprenditori e del loro personale, non ci piace".

Ciò che in soldoni chiede Confartigianato è di non fare di tutte le erbe un fascio. "Più che chiudere tutto serviva una grande capacità di controllo del territorio, e penalizzare chi effettivamente non rispettava le norme di sicurezza – aggiunge il segretario di Confartigianato –. Il Governo non ha accolto le istanze di Confartigianato, ora però ci auguriamo che le misure di ristoro annunciate siano effettivamente commisurate all’impatto provocato dalle nuove restrizioni sull’attività dei nostri imprenditori e che soprattutto siano erogate in tempi rapidi per evitare il rischio di chiusura delle imprese – ha concluso Renzi –. Confartigianato continuerà ad essere al fianco di tutte le sue imprese e continuerà, in maniera pacifica e nel rispetto delle regole, a combattere affinché si possa in tempo breve porre rimedio a questa scelta che riteniamo sbagliata e ingiusta per categorie che sono già stata duramente penalizzate dal precedente lockdown".

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