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Dir. Resp.
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Edizione del 26/10/2020
Estratto da pag. 1
La scelta delle chiusure. «Limitate gli spostamenti»
Bar e ristoranti chiusi al pubblico dalle 18, stop alle palestre e alle piscine, ai cinema e ai teatri. L’Italia sperimenta da oggi un mini lockdown con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm — il terzo in undici giorni — firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un provvedimento già pubblicato in Gazzetta Ufficiale che, nelle intenzioni del governo, vuole salvare il Natale ed evitare un’altra chiusura totale del Paese.

Il pacchetto di misure valido fino al 24 novembre va in una duplice direzione: ferma gran parte delle attività del tempo libero e del divertimento, e preserva lavoro e scuola. Infine, non c’è una limitazione alla circolazione delle persone: ma il governo lancia una «forte raccomandazione» a evitare gli spostamenti non necessari.

Il Dpcm è maturato in un clima di confronto anche aspro con le Regioni che chiedevano di mantenere la chiusura dei locali alle 23. Ma il governo è andato dritto, guardando la curva dei contagi. L’unico compromesso con i governatori è quello sulla Dad e la possibilità per i ristoranti di aprire la domenica, inizialmente negata. «Abbiamo chiesto modifiche, ma non ci hanno ascoltato» dice il presidente del Veneto Luca Zaia. E il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini parla di «molte nuove restrizioni, alcune delle quali forse non pienamente coerenti tra loro».

Ma le accuse arrivano anche dalle categorie produttive, a partire da Confindustria che ricorda i dodicimila lavoratori ancora in attesa della Cig di maggio. È proprio sulle misure di compensazione che il governo punta per evitare nuovi disordini dopo Napoli e Roma.