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Dir. Resp.
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Edizione del 26/10/2020
Estratto da pag. 1
De Palma (Nursing Up): "stop ai Concorsi-farsa in sanità, aumenti di stipendi, contratti unici e autonomi".
ssioni sanitarie ostetrica e tecniche; risorse economiche dedicate e sufficienti per il riconoscimento di una indennità professionale infermieristica mensile che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, e che riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, rese ancor più evidenti, da ultimo, proprio dalla pandemia covid-19; risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti con un rischio infettivo; individuazione di uno specifico contratto/convenzione nazionale di lavoro per l’infermiere di famiglia, immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio, calibrato tenendo conto dei reali bisogni dell’assistenza con coevo aggiornamento della programmazione degli accessi universitari posto che, allo stato, mancano più di 53 mila infermieri. nuove norme in grado di agevolare, concretamente, la mobilità del personale tra gli enti del servizio sanitario nazionale, anche eliminando il “previo placet” al trasferimento dell’ente di appartenenza in caso di disponibilità di posto vacante nell’ente di destinazione; superamento, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici, il vincolo di esclusività, riconoscendo loro il medesimo diritto già esistente per il personale medico, di svolgere attività intramoenia, anche per far fronte alla gravissima carenza di personale in cui versano le strutture sociosanitarie, le rsa, le case di riposo, di cura e le strutture residenziali riabilitative; direttive e risorse economiche finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari oggetto della presente, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici; direttive e nuove risorse economiche finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento, valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati; riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione, con o senza esiti temporanei o permanenti.Parliamo di Operatori Socio Sanitari. Da tempo sono in cantiere alcune proposte di riforma del settore a partire dalla formazione degli OSS, dal loro ruolo di subalternità agli Infermieri e dell’aggiornamento necessario del Profilo (Accordo Stato-Regioni del 2001). Qual è la posizione del suo sindacato rispetto a questi operatori?E’ sicuramente indispensabile una revisione delle disposizioni che regolano le mansioni degli operatori socio sanitari, presiedute al momento dell’accordo Stato-Regioni del 2001 ed a svariate discipline regionali . Siamo disposti, come sindacato, a sederci ad un tavolo, per trattare la delicata materia, cercando di rendere l’esercizio professionale di questo personale il più possibile funzionale alle esigenze del sistema e, per quanto direttamente ci riguarda, dell’assistenza infermieristica nell’ambito della quale la loro attività si dispiega per la maggio parte del tempo di lavoro.Qual è il suo sogno nel cassetto per fare del suo sindacato il punto di riferimento di tutti i professionisti sanitari e socio-sanitari?Più che sogno nel cassetto direi che è un sogno che sta diventando poco alla volta realtà, a fronte di tanti sacrifici, battaglie da combattere e ostacoli da superare che continueranno a frapporsi tra noi e i risultati a cui auspichiamo. Se mi guardo indietro penso che dieci anni fa la voce degli infermieri non aveva certo la forza o il potere di arrivare nei luoghi dei bottoni come accade oggi. Dieci anni f
a un infermiere che rappresenta sindacalmente gli altri colleghi non avrebbe mai ottenuto di incontrare un Ministro, un Vice Ministro o un Presidente della Conferenza delle Regioni. Quella che vedevo io stesso coma una sorta di chimera da raggiungere, oggi è un obiettivo concreto che ci porta, come diretta conseguenza, ad aspirare legittimamente ad andare oltre, a continuare a combattere fino a raggiungere i nostri obiettivi. Dieci anni fa non avremmo pensato che saremmo riusciti a entrare, da protagonisti al Ministero della Salute, per essere ascoltati dai responsabili del Dicastero sulle problematiche del mondo infermieristico. Grandi e incredibili passi in avanti sono stati fatti, frutto di sacrifici e di lotte che adesso non possiamo smettere di portare avanti. Il nostro prossimo sogno nel cassetto è certamente quella creazione della già citata e desiderata area contrattuale autonoma, che rappresenta una leva fondamentale per dare agli infermieri italiani quella valorizzazione economica che ci spetta e che meritiamo di ottenere.