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Edizione del 25/10/2020
Estratto da pag. 1
Ristoranti, tamponi e didattica: tutte le richieste delle Regioni per il nuovo dpcm
La lettera firmata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al Governo
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Stilato l'elenco di richieste da parte delle Regioni in vista della firma - slittata ad oggi  - del nuovo dpcm che andrà a introdurre le nuove misure di contrasto al Covid. Una serie di punti chiave che i governatori hanno portato all'attenzione del Governo tramite lettera inviata dal presidente dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

Tali osservazioni rappresentano, con ogni probabilità, la ragione del rinvio della firma del decreto, inizialmente prevista per ieri sera. Queste le richieste: estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università; al fine di rendere sostenibile il lavoro delle Asl/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell'operatore di sanità pubblica.

E ancora: orario di chiusura per i ristoranti alle 23, con il solo servizio al tavolo. Per i bar prevedere la chiusura alle 20 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l'obbligo di chiusura domenicale. Eliminare all'art.1, comma 6 lettera f, il riferimento "impianti nei comprensori sciistici"; prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie. Si sottopone, inoltre, all'attenzione del Governo, "la necessità di eliminare alla lettera r) le parole 'previa comunicazione al ministero dell'Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali', come già richiesto in occasione del Dpcm del 18 ottobre 2020; valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri, anche valutando i dati epidemiologici di riferimento; prevedere nel Dpcm un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subito limitazioni e/o chiusure.

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