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Edizione del 24/10/2020
Estratto da pag. 1
Dall`anticipo del coprifuoco ai lockdown parziali, tutte le misure sul tavolo del governo per un nuovo Dpcm
Accelerare per una stretta nazionale, ma cercando di evitare il più a lungo possibile un lockdown nazionale. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come raccontato da il Fatto Quotidiano in edicola, non esita a dirsi “molto preoccupato” dopo le consultazioni con i membri del Comitato tecnico scientifico: da una parte insiste nel predicare prudenza, dall’altra concorda sulla necessità di arrivare a una ulteriore stretta. Le opzioni sul tavolo sono diverse e, secondo le indiscrezioni, potrebbero portare già entro il weekend all’elaborazione di un nuovo Dpcm.

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L’obiettivo principale e condiviso è quello di limitare ancora di più svaghi e spostamenti. Per questo l’ipotesi più restrittiva prevede un coprifuoco nazionale e la chiusura di bar e ristoranti almeno alle 21. Sull’orario la discussione è aperta: la mediazione finale potrebbe essere sulle 22, ma c’è chi chiede un intervento più drastico con chiusura alle 18 per fare in modo che i cittadini si muovano durante il giorno solo per studio e lavoro.

Lâ??ala più rigorista del governo ormai non esclude più neanche un lockdown, per un tempo limitato di due o tre settimane e con una nuova massiccia iniezione di aiuti allâ??economia. Da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che le ipotesi sono solo suggestioni, ma la richiesta fatta dal presidente della Campania Vincenzo De Luca per un lockdown nazionale potrebbe aver richiesto un’accelerazione complessiva. Certo è che i presidenti di Regione premono per interventi più severi, come confermato dal ministro Francesco Boccia, soprattutto alla luce degli oltre 19mila contagi delle ultime 24 ore. “Io credo che nelle prossime ore nel paese servirebbe uniformare alcune misure sulle restrizioni per avere un comportamento più omogeneo”, ha detto in mattinata il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini a Generazione Giovani su RaiDue.

Le attività non essenziali più a rischio chiusura, su questo ci sarebbe un consenso quasi unanime nell’esecutivo, sono palestre e piscine per le quali il protocollo aggiornato con misure ancora più stringenti non sarebbe più ritenuto sufficiente. E poi le sale giochi e i centri commerciali, affollati soprattutto nel weekend.

Infine, l’altra grande preoccupazione è quella di alleggerire il trasporto pubblico. Ma proprio sui trasporti e la scuola si starebbe consumando un rimpallo tra ministeri che avrebbe per ora frenato anche la convocazione della riunione con le Regioni ipotizzata per armonizzare le misure regionali. Lucia Azzolina è sulle barricate in difesa della didattica in presenza, spalleggiata da Luigi Di Maio e dal M5s: ci si contagia su bus e metropolitane, non in classe, insistono. Paola De Micheli difende le misure di contingentamento già adottate e resiste alle pressioni dei Cinque stelle per abbassare la capienza dallâ??attuale 80%. Certo, una nuova stretta porterebbe un massiccio rafforzamento dello smart working. Ma a quel punto, sostengono fonti Dem, anche la didattica a distanza andrebbe aumentata, a partire dalle superiori. Quanto agli spostamenti, si discute sull’opportunità, vista la diffusione del virus, di intervenire impedendo di muoversi dalle Regioni: più probabile dare indicazioni perché si limitino al massimo le uscite non necessarie.

A complicare il lavoro di Conte, c’è una diversità di visione dei partiti di maggioranza. Da Italia viva, che è contro il lockdown ma anche contro il coprifuoco, fino a Pd e Leu, con Roberto Speranza, che spingono per intervenire subito e chiedere agli italiani quel “sacrificio” ulteriore che possa bloccare la curva e anche salvare il Natale: il Pd è pronto a sostenere scelte drastiche, è il messaggio di Nicola Zingaretti. Il M5s tiene una posizione più prudente, ma sarebbe pronto a un nuovo intervento. Le prossime ore e, soprattutto i prossimi dati, sara
nno decisivi.

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