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Edizione del 21/10/2020
Estratto da pag. 1
scontro conte zingaretti
scontro conte zingaretti
E nel Palazzo svuotato dal virus, buio e silenzioso, si torna a fare politica. La mossa che nessuno sâ??aspettava. A cominciare da Giuseppe Conte. Per finire con i 5 Stelle. Nel tragitto tra i due, si trova pure il ministro economico Roberto Gualtieri. Spiazzati magari no. Stupiti, forse. Oggi pomeriggio prende forma e vita il comitato â??Mes subitoâ?, il gruppo interparlamentare e trasversale Iv-Pd-Fi a cui si sono aggiunti anche due deputati 5 Stelle. Il neonato gruppo  ha un solo punto allâ??ordine del giorno: la richiesta immediata di accedere alla linea di credito del Fondo salva stati â??Esmâ? dedicata alla Sanità. Un capitale pari al 2% del pil del paese destinatario. Nel caso dellâ??Italia sono 36-37 miliardi che il governo può destinare a spese â??dirette e indiretteâ? che riguardano la sanità e la lotta alla pandemia. 

Per ora è un nucleo di circa 50 deputati destinato però ad aumentare visto che i numeri del contagio e le falle nel sistema sanitario e di tracciamento mettono ogni giorno in primo piano i soldi del Mes. E lâ??uso politico che ne viene fatto. Per cui è capitato che domenica sera, presentando un Dpcm che non voleva fare (anche perchè ne aveva fatto uno quattro giorni prima), â??costrettoâ? dai ministri Franceschini e Speranza che lo hanno richiamato da Bruxelles in sede sulla â??gravità della situazioneâ?, Giuseppe Conte ha tenuto un discorso mai così articolato per dire che il Mes non è vantaggioso e quindi non sarà mai richiesto. Un dito nellâ??occhio al Pd che invece considera â??irrinunciabiliâ? quei soldi insieme con Iv e Fi.  Il segretario Nicola Zingaretti ha considerato â??fuori contestoâ? le affermazioni di Conte, ha preteso chiarimenti che sono arrivati lunedì sera ma solo a metà. Anzi, meno della metà: se infatti lunedì Conte ha parlato al telefono con il segretario del Pd , ha lanciato il â??Tavolo di programma della maggioranzaâ? per la seconda metà della legislatura e sâ??è in parte rimangiato il No della sera precedente, il premier ha però anche rimarcato la distanza dal Pd mettendo accanto a sè il ministro economico Roberto Gualtieri che a sua volta ha spiegato perché il Mes, â??boh, si, forse, ma anche no, comunque non è in agenda perchè non abbiamo problemi fabbisogno di cassaâ?. Della serie: abbiamo i soldi, perchè chiederne altri a prestito seppure con interessi pari quasi a zero? Perchè, soprattutto, farlo solo noi in tutta Europa? Il famigerato â??stigmaâ?. 

La mossa è inaspettata, e anche per questo politica, perchè capita nel mezzo dellâ??ennesimo scontro in maggioranza sempre più divisa sul Mes. Lâ??uso o meno del fondo, come si vede, ogni giorno dà fuoco alle polveri tra Pd, 5 Stelle e Conte. Non contento di aver messo in campo nella sua metà campo il ministro Gualtieri, ieri Conte ha schierato anche il premier spagnolo Pedro Sanchez che, a Roma per un bilaterale, ha â??bocciatoâ? il Mes visto che â??a differenza del 2008 la Bce sta comprando il debito pubblico e sta aiutando i governiâ?. Fare quel debito, ha spiegato Sanchez sulla falsa riga di quello che hanno già detto sia Conte che Gualtieri,  non è necessario ora proprio per l'accesso a condizioni molto favorevoli ai finanziamenti sul mercato. Se ci si mette che ieri Di Maio ha fatto una lunga intervista per dire che il Mes non serve e neppure il rimpasto di governo, resta la sensazione, non piacevole per il Nazareno, che il Presidente del Consiglio se ne vada per la sua strada senza ascoltare nessuno. Al di là di qualche atto di cortesia come, appunto, il Tavolo di programma. â??Non mi risulta che si debba parlare di Mes a quel Tavolo - ha messo le mani avanti - prendere quei soldi non è una priorità politica visto noi abbiamo già il nostro piano sanitario   e anche i soldi per realizzarlo. Poi se qualcuno porterà lâ??argomento al Tavolo, vorrà dire che ne parleremoâ? ha allargato le braccia. 

In questa guerra a bassa intensità allâ??interno della stessa coalizione, sulla mail di senatori e deputati è arrivata la proposta di Camil
lo Dâ??Alessandro - Vito De Filippo, due deputati di Italia viva. Una lettera che spiega la nascita dellâ??Intergruppo, le sue ragioni â??deideologizzantiâ? rispetto al tema Mes. â??Il riacuirsi del contagio, accompagnato dalla proroga dello stato di emergenza, impongono la necessità di utilizzare tutte le risorse disponibile a favore del sistema sanitario nazionale, a partire dal Mes senza più rinvii. Per tali ragioni ti chiediamo di voler aderire all'Intergruppo Parlamentare Mes subito nell'ottica della funzione centrale del Parlamento che attivi ogni iniziativa utile per scongiurare il rischio della perdita di fondi irripetibili per la sanità italiana. Lo dobbiamo ai nostri operatori sanitari, ai cittadini, ai tanti studenti e specializzandi in medicina, ai nostri ricercatoriâ?. Soprattutto la nascita dellâ??intergruppo adesso significa che si vuole portare la battagliai Parlamento visto che il governo è fermo. Dâ??Alessandro spiega anche il Mes è uno â??strumento finanziario su cui troppe fake news si sono consumate in questi mesi. Si tratta di un prestito che a 10 anni tende allo zero con un risparmio annuo di circa 300 milioni di euro. Sarebbe straordinario  se questo risparmio fosse investito in ricerca e ricercatori che ancora oggi hanno gli stipendi più bassi dâ??Europa. Quei soldi dunque vanno presi oggi per tirare il fiato domani, per rilanciare il binomio sanità-ricercaâ?. 

Dâ??Alessandro, giovane esempio di politico abruzzese figlio di  quella tradizione democristiana che ha come totem la centralità del parlamento, ci tiene a precisare di aver â??inviato la mail una settimana fa, quando lâ??ultimo round sul Mes non era ancora iniziatoâ?. Negli ultimi cinque giorni poi è successo nuovamente di tutto e lâ??invito a fare un gruppo parlamentare, deputati e senatori, che ha nel nome direttamente la propria mission - â??Mes subitoâ? - ha assunto subito un profilo di attualità che ha fatto salire a cinquanta le adesioni. Per cui in poche ore lâ??iniziativa ha smesso di essere di Italia viva ed è diventata una battaglia di tutti, dal Pd a Forza Italia fino a + Europa arrivando a coinvolgere persino due parlamentari del Movimento 5 Stelle che, come ha ribadito ieri Luigi Di Maio in una lunga intervista, considera inutile e sbagliato il Mes. Scorrendo i nomi ci sono adesioni importanti, per Forza Italia nomi come Mara Carfagna, Renato Brunetta e Renata Polverini, Emma Bonino e Riccardo Magi per + Europa, il vicesegretario del Pd Andrea Orlando e il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci, Maurizio Lupi, Giorgio Trizzino del Movimento 5Stelle che precisa: â??Questo è il mio parere e volevo che fosse chiaro, poi farò come chiede il mio gruppo parlamentareâ?. Prove di dissenso nel recinto 5 Stelle.  

Matteo Renzi, che ha reso pubblica lâ??iniziativa ieri con la e-news, ha spiegato le ragioni dellâ??intergruppo. â??Non interessa il tema ideologico dei populisti contro il Mes. Quello che importa è che funzionino le cose e reputo utile il Mes per questo. Non câ??è più tempo da perdere. Perchè il tempo ha un prezzo: quello del Mes sono le file per i tamponi e i test sierologici, i costi a carico dei cittadini, i ritardi, le difficoltà delle strutture, la mancanza di vaccini contro lâ??influenza, di respiratori, di posti di terapia intensivaâ?.  Dire sì ai soldi del Mes, aggiunge Renzi, â??è la risposta più efficace alla complessità di una crisi lunga e difficileâ?. Toni inclusivi, non di parte, preoccupati e non polemici con chi ancora dice No. Non ci sono magliette di partito nellâ??appello peri Mes ma la preoccupazione di chi osserva ogni giorno le cose, confronta i dati e li prospetta a tre, quattro settimana.  E purtroppo le cose non vanno: il Tracciamento è saltato perchè non è andata in tilt la app Immuni e non è più possibile inserire i dati (scaricata da troppi in troppo poco tempo?) perché nelle Asl manca il personale per farlo. I vaccini contro lâ??influenza non arrivano. Ci sono file ovunque per fare un tampone e costi insostenibili per un privato cittadin
o. E chi è stato contattato per andare in isolamento causa contatto ravvicinato con persona positiva, entra in un girone infernale di burocrazia. Ecco perchè dire No al Mes è â??un errore politico e un danno per gli italianiâ?. Che lo abbia fatto Conte domenica sera, è â??sbagliatoâ?, â??un erroreâ?. 

Nelle decine e decine di dichiarazioni per aderire allâ??intergruppo, ha un valore speciale quella di Andrea Orlando. Il vicesegretario del Pd  dichiara finita la tregua con Conte. Un crescendo di insofferenza che va avanti e sale a partire da venerdì quando Dario Franceschini, uno in genere fa politica ma quasi mai sulla scena, ha deciso di uscire allo scoperto richiamando Conte in Italia per iniziare a chiudere lâ??Italia. â??La cosa che non convince nella risposta di Conte - spiega Orlando - è che è difficile rimodulare le distorsioni del sistema sanitario nazionale senza una leva finanziaria. Non basta dire abbiamo fatto un piano. Il Mes è uno strumento pensato per questo e va valutato senza pregiudizi ideologici. Se non si ritiene praticabile questa strada o se ne preferiscono altre bisogna dire quali sono. Io credo che l'obiettivo debba essere quello di ripristinare una sanità pubblica e accessibile a tutti grazie ad una robusta dimensione territoriale ed eliminando le liste dâ??attesaâ?.

Eâ?? chiaro che lâ??adesione di Orlando allâ??intergruppo segna lo strappo tra Pd e Conte. Eâ?? il segnale che la tregua è finita. Gli ultimi giorni sono stati ricchi di indizi in questo senso. Tempistica - il richiamo di Franceschini venerdì, la ripicca di Conte domenica sera -, modalità  e alcuni dettagli dimostrano anche lâ??entità dello strappo. Il Fronte del Sì punta a portare in Parlamento il nodo del Mes visto che il governo non sa decidere, una dinamica che di per sè dovrebbe riscontrare simpatie trasversale visto che molti accusano Conte di bypassare le Camere. Hanno fatto andare in bestia, dalla parti del Nazareno, dettagli come il foglietto di appunti che Conte leggeva domenica sera. Segno che la domanda era attesa e la risposta curata nei dettagli più tecnici. Altro che â??ho risposto a una domanda per cortesiaâ?. Il premier domenica sera voleva tirare un ceffone al Pd.  E lo ha fatto. Doppio, tra lâ??altro Visto che ha â??usatoâ? anche la fiche Gualtieri. Della serie: caro Zingaretti, il tuo ministro economico sta dalla mia parte.    

Mentre lâ??Italia chiude a pezzi - Lombardia e Campania chiudono tutto dalle 23 alle 5, il Piemonte ha chiuso i centri commerciali nel fine settimana - cercando di annullare le occasioni non tanto di movida ma di assembramento  e di farlo soprattutto là dove la curva del contagio è troppo alta, Conte ha rassicurato ancora una volta che il sistema Paese non può più chiudere (â??economia e salute pubblica possono stare insieme se rispettiamo le regoleâ?, mentre â??governatori e sindaci devono poter usare gli strumenti che già hanno per intervenire in modo selettivo là dove è necessarioâ?. Nessun lockdown e molti appelli alla responsabilità di ciascuno. Lâ??obiettivo è abbassare le curve e riportarle almeno a duemila contagi al giorno. A quel punto. Ha spiegato il virologo Crisanti, â??è possibile riprendere a fare il tracciamento adesso finito fuori controlloâ?. E mentre lâ??Italia chiude a pezzettini, Conte rassicura: â??Il mio governo andrà avanti fino al 2023, fino alla fine della legislaturaâ?. Anche Pedro Sanchez, accanto a lui in conferenza stampa, ha mosso gli occhi dietro la mascherina. Chiedendosi se certe affermazioni sono un segno di forza. O di debolezza.