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Edizione del 19/10/2020
Estratto da pag. 1
Liguria, è guerra di poltrone tra Toti, Salvini e Meloni. Dopo il voto, leader col pallottoliere in mano. Ligano per spartirsi sette assessorati
â??Le poltrone? Sono lâ??ultimo dei miei problemiâ?, dice il rieletto governatore Giovanni Toti. Eppure, a sentire chi frequenta il centrodestra ligure, in queste ore sembra di gran lunga il primo. Venerdì è in programma un altro incontro sulla trattativa per la nuova giunta, uno psicodramma a puntate che vede Toti accerchiato ormai da tutti e tre i partner di coalizione: Lega, Forza Italia e Fratelli dâ??Italia. Con il partito di Giorgia Meloni a ventilare un clamoroso appoggio esterno che lascerebbe la maggioranza appesa a un filo: 15 seggi contro 14. E i berlusconiani, che cinque anni fa portarono lâ??ex volto Mediaset a piazza de Ferrari, avvelenati per la probabile esclusione in virtù del misero 5% ottenuto alle urne.

La partita si gioca sui 7 assessorati che Toti dovrà smistare senza scontentare (troppo) nessuno. Difficile, perché gli alleati hanno pretese alte e incompatibili tra loro. La Lega, per bocca del segretario ligure Edoardo Rixi, lo ha detto subito: â??Ci aspettiamo tre assessori, il vicepresidente della giunta e il presidente del Consiglio regionaleâ?, cioè lo stesso bottino della scorsa tornata. Di diverso, però, câ??è che il Carroccio non è più il primo ma il secondo partito della coalizione, staccato di 5 punti dalla civica del presidente. Che punta a confermare anche i â??suoiâ? assessori rieletti: lâ??ex giornalista Ilaria Cavo (Scuola e politiche giovanili), il â??nipote dâ??arteâ? Marco Scajola (Urbanistica e demanio) e il fedelissimo Giacomo Giampedrone (Protezione civile). E dallâ??alto del 22% raccolto dalla lista non è disposto a fare concessioni. Tra Rixi e Toti si è sfiorata la crisi diplomatica nei giorni dopo il voto, quando il governatore accusava la Lega di â??musi lunghiâ? e lâ??ex viceministro lo invitava a smaltire la â??sbornia elettoraleâ?. Tensioni rientrate, ma pronte a esplodere di nuovo se Rixi e Salvini non ottenessero le poltrone che cercano.

Poi câ??è Fratelli dâ??Italia, che da giorni conduce una martellante campagna sulla stampa locale chiedendo il secondo assessorato, da affiancare a quello dellâ??uscente Gianni Berrino (Lavoro e trasporti). Obiettivo fissato da Giorgia Meloni in persona, decisa a far valere i voti quadruplicati rispetto al 2015. â??Se col 3% Toti ci ha dato un assessore, con lâ??11 ce ne spettano almeno due, e con deleghe di pesoâ?, è il ragionamento dei quadri di partito. E alla vigilia del vertice il commissario ligure di Fdi, il medico Matteo Rosso, mette sul piatto lâ??ultimatum: â??Un vero leader è come l’allenatore di una squadra, per questo auspico che Toti possa convincere qualcuno dei suoi (a rinunciare al posto in giunta, ndr). In caso contrario sarebbe un atteggiamento grave nei nostri confronti, e se Toti vorrà avere buoni rapporti con la nostra leader nazionale un passo indietro dovrà farlo, altrimenti valutiamo l’appoggio esternoâ?, dichiara al sito SavonaNews. In quel caso la maggioranza di Toti potrebbe contare su un solo seggio di scarto in Consiglio, con i meloniani decisivi per far passare ogni provvedimento.

Ma nemmeno Forza Italia vuol rinunciare allo strapuntino, e a battere il ferro manda Giorgio Mulè, deputato e portavoce dei gruppi parlamentari eletto proprio in Liguria. Lâ??esclusione degli azzurri dalla giunta â??sarebbe una cosa ributtanteâ?, ha detto in unâ??intervista al Secolo XIX. â??Se non ci sarà un riconoscimento allora il problema è della coalizione, anche della Lega e di Fratelli dâ??Italia. Lâ??alleanza c’è in tutta Italia, non ci si può comportare da padroni della Liguriaâ?. Le tensioni tra Toti e il suo ex partito si intrecciano con gli equilibri nazionali: non è più un segreto che il governatore, insieme a Mara Carfagna, stia lavorando a un nuovo soggetto moderato in grado di rottamare il berlusconismo. “Bisogna pretendere chiarezza, dicano senza ricorrere a bizantinismi cosa vogliono fareâ?, attacca Mulè.

Lo scenario più probabile, però, è che sarà proprio il partito di Berlusconi a restare fuori dal nuovo esecutivo ligure. Lâ??ac
cordo nellâ??aria prevede 3 assessori â??arancioniâ? (Cavo, Giampedrone e Scajola) e 3 leghisti: il manager Andrea Benveduti (assessore uscente allo Sviluppo economico, che otterrà la delega al Bilancio e la vicepresidenza), il presidente uscente del Consiglio regionale Alessandro Piana e una donna (in pole lâ??assessora comunale di Savona Maria Zunato). Fratelli dâ??Italia, accanto alla riconferma di Berrino, otterrà il presidente del Consiglio regionale (probabile Stefano Balleari, già vicesindaco di Genova). Per bocca di Mulè, Forza Italia minaccia lâ??uscita dalla coalizione (senza nemmeno la garanzia dellâ??appoggio esterno), ma quasi sicuramente non basterà. E la nuova giunta nasce allâ??insegna dei veleni.

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