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Edizione del 18/10/2020
Estratto da pag. 1
Nuovo Dpcm, in corso il vertice Governo-Regioni: l`ultima trattativa con i ministri su scuola, trasporti e coprifuoco
Presenti all’incontro oltre a Speranza e ai presidenti di Regione anche Azzolina, De Micheli, Boccia e Arcuri. Il confronto è sui principali temi che, si spera in serata, saranno oggetto di un nuovo Dpcm

Sono ore di vertici e ultime trattative quelle che scorrono nell’attesa del nuovo Dpcm anti-Covid che dovrebbe essere illustrato questa sera dal premier Giuseppe Conte. La nuova riunione Stato-Regioni, la seconda dopo quella di ieri, è di fatto ancora in corso. Un passo nuovamente decisivo per trovare un accordo il più possibile condiviso sulle misure principali da adottare per la difficile lotta al virus. Tra i presenti all’incontro i presidenti di Regioni e comuni, il ministro della Salute Roberto Speranza, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il ministro delle Autonomie Francesco Boccia insieme a Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, Paola De Micheli, ministra dei Trasporti e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Un fronte comune per discutere sui principali nodi ancora da sciogliere e che riguardano settori determinanti.

Orari scaglionati per gli studenti delle superiori con ipotesi ingresso alle 11, valutazioni sul limite di capienza dei mezzi pubblici per l’80%-85%, possibile stretta agli orari di chiusura di bar e ristoranti. Temi complessi su cui le singole amministrazioni stanno dicendo in un rimbalzo di proposte che si spera entro stasera prenderà la forma concreta di un nuovo documento ufficiale. «Stiamo lavorando incessantemente con la Conferenza delle Regioni nel dialogo con il Governo, e con i nostri Dipartimenti, per attuare le misure più efficaci. È un virus subdolo» ha scritto il governatore della Puglia Michele Emiliano su Facebook, pregando letteralmente i cittadini a non abbassare la guardia per nessun motivo e confermando la complessa trattativa in atto.

Secondo le prime indiscrezioni, tra i primi a parlare durante la trattativa, è stato il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi, esprimendo idee piuttosto chiare sulla questione apertura/chiusura degli atenei. «Le università sono luoghi sicuri, la didattica è già al 50% a distanza, le lezioni sono controllate» ha detto il ministro. « È impossibile fare di più all’università» ha aggiunto, riferendosi all’idea di interventi più restrittivi. L’unica azione ulteriore proposta da Manfredi è quella di un rafforzamento «della collaborazione tra istituzioni nazionali ed enti locali» per andare incontro alle «necessità di studio degli studenti».

Su uno dei nodi più complessi e cioè quello della scuola sarebbe poi intervenuta negli ultimi minuti la ministra Azzolina, che di fronte a Regioni ed enti locali, ha spiegato quanto l’dea di una didattica a distanza per tutte le classi superiori non sia fattibile. «Hanno la maturità» ha detto la ministra. Ipotizzando così l’attuazione della misura solo per le situazioni «di particolare criticità». Per il resto la scuola in presenza rimane secondo la ministra l’unica soluzione considerabile.

«La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado» ha ribadito, escludendo un ritorno alla didattica a distanza anche per scuole primarie e medie. Nessuna misura generalizzata dunque ma interventi mirati, territorio per territorio. La linea della ministra sembra trovare l’accordo delle Regioni che, sulla differenziazione degli orari, chiedono adattamenti per le scuole di secondo grado. Azzolina ha poi toccato il tema trasporti, inevitabilmente collegato con quello della scuola, esortando a trovare però soluzioni anche altrove: «Non si guardi solo a Scuola e Università, abbiamo giù contribuito a decongestionare i trasporti» ha spiegato, «ora si agisca anche su altri settori».

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