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Edizione del 17/10/2020
Estratto da pag. 1
Priorità alla scuola, cresce la protesta: «La scuola non va chiusa»
Lunedi 19 ottobre il movimento “Priorità alla scuola” protesta davanti alleregioni. I sindacati : «Il diritto allo studio ovunque». La scuola «è trattatacome una cenerentola»Roberto Ciccarelli * • 17/10/2020 • Istruzione & Saperi, Salute & Politichesanitarie, Salute & Sicurezza sul lavoro • 9 VisteGli studenti: «Le misure messe in campo dal governo sono del tuttoinsufficienti». La ministra dell’Istruzione Azzolina resiste sulla didatticaonline, ma le regioni insistono. Il Ministro delle autonomie Boccia: «Ci vuoleflessibilità, non tutti i territori sono uguali»La decisione del governatore della regione Campania Vincenzo De Luca dichiudere le scuole e mettere tutti gli studenti e i docenti in didattica adistanza fino al 30 ottobre, se non oltre, è la conseguenza della scelta delgoverno di dare a tutte le regioni la facoltà di varare provvedimenti piùrestrittivi dei «Dpcm». Lo ha ricordato ieri la sottosegretaria alla SaluteSandra Zampa (Pd) secondo la quale De Luca «pensa di non poter intervenire suitrasporti e su altri aspetti». «De Luca – ha aggiunto – forse non ha altreleve». Lo stesso presidente del Consiglio Conte lo ha confermato da Bruxelles achi gli chiedeva se il governo avrebbe fatto ricorso contro la decisione di DeLuca: «Vi ricordo dal punto di vista formale per come abbiamo costruito ildisegno di legge che le singole regioni possono adottare misure piùrestrittive” E poi ha aggiunto: “Chiudere subito in blocco tutte le scuole èuna soluzione che sembra a portata di mano molto facile ma dal punto di vistadei segnali che diamo non è il miglior segnale che stiamo dando». Dunque è solouna questione di opportunità. La decisione è stata presa a monte dal governo.De Luca la sta applicando secondo le sue priorità.LA LOGICA del subappalto dell’emergenza usata dal governo ieri ha creato unaserie di tensioni interne alla maggioranza e tra i ministri. Mentre la ministradell’Istruzione Lucia Azzolina ha parlato nelle ultime 48 ore di «decisionegravissima», della didattica a distanza integrata che «non aiuta a tutelare lasalute dei ragazzi» anche se è «già una realtà» e degli «scaglionamenti che sipotevano fare noi li abbiamo già fatti», il ministro per le autonomie FrancescoBoccia (Pd) ieri ha detto che dirà ad Azzolina di accettare «un po’ diflessibilità da parte di tutti gli attori in campo. È evidente che i territorinon sono tutti uguali». Proporrà anche alla ministra dei Trasporti De Micheli(Pd) «lo scaglionamento degli orari degli ingressi a scuola per nonsovraccaricare il trasporto pubblico locale».BOCCIA ha raccolto le richieste del presidente dei comuni dell’Anci, e sindacodi Bari, Antonio De Caro (Pd): spostare almeno di un’ora gli ingressi nellesuperiori e evitare gli assembramenti sul trasporto locale. Altrove, inLombardia, la regola sarà applicata in questo modo: il governatore lombardoFontana ha detto che le scuole superiori saranno messe in «didattica adistanza» per non pesare sui trasporti locali. In questo modo si dovrebbeandare, per il momento, verso i doppi turni chiesti dal presidentedell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e lastrutturazione della realtà già esistente in molte scuole: l’alternanza scuolain presenza e online. Ma, a quanto pare, non è esclusa la chiusura con tutti acasa davanti allo schermo, com’è stato fatto in Campania. « Non ci sonoparticolari focolai nelle scuole in Campania – ha detto Boccia- De Luca siassume la responsabilità degli effetti della sua ordinanza». Un precedente chepotrebbe essere usato anche da regioni di colore diverso. Cosa farà a quelpunto il governo? Alla luce di questi orientamenti il ministero dell’Istruzioneieri sembrava isolato e rassegnato. Lo ha confermato la stessa Azzolina: «Lescuole devono essere le ultime a chiudere, questo è il mio pensiero, qualunquedecisione la prenderà il governo – ha detto – Io non ho, ripeto, né il poteredi aprire né di chiudere».LA DECISIONE di De Luca ha prodotto un caos anche nella maggioranza e nel Pd.Se Italia Viva e Cinque Stelle si sono scagliati contro il governatore Campano,il segretario
del Pd Nicola Zingaretti lo ha difeso, nonostante le proteste deigenitori e degli studenti a Napoli e in rete in tutta Italia con «Priorità allascuola»: «Solidarietà a De Luca per gli attacchi sopra le righe. Stacombattendo per difendere la sua comunità». il capogruppo del Pd al SenatoAndrea Marcucci e l’ex ministra Pd dell’Istruzione Valeria Fedeli pensanoinvece che la scuola in Campania non deve chiudere e che Azzolina ha ragione.Il governo non sembra avere una strategia unica ed è sottoposto alle pressionidelle regioni. Dalla Campania alla Lombardia si sta facendo scontare allascuola la volontà di non intervenire in maniera eccezionale sui trasporti, e sualtri settori dove il contagio presumibilmente si trasmette. La scuola che sivoleva proteggere, e con essa il diritto allo studio di 8 milioni di studenti,resta la cenerentola.«DA MESI diciamo che le misure messa in campo dal ministero dell’Istruzionesono del tutto insufficienti. Il ritorno alla didattica a distanza, annunciatein Lombardia o prefigurate in Veneto, era prevedibile e si potevono evitare»sostiene Federico Allegretti (Rete degli Studenti Medi). «La chiusura inCampania – ha detto Francesco Sinopoli (Flc Cgil) – È il sintomi dei troppierrori fatti in questi mesi sulla scuola».IL MOVIMENTO «Priorità alla scuola» ieri ha lanciato per lunedì 19 ottobrepresidi e flash mob di protesta davanti alle sedi di tutte le regioni: «Lascuola non si chiude, né in Campania né altrove. Secondo i dati finoradisponibili, non sono le scuole i luoghi di diffusione del contagio» * Fonte: Roberto Ciccarelli, il manifesto