lagone.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 48
Edizione del 15/10/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, De Micheli apre il tavolo su trasporti e contagi. Scontro su chiusura scuole
L’appuntamento è per oggi pomeriggio al ministero delle Infrastrutture e deiTrasporti. Da un lato del tavolo si sarà la ministra Paola De Micheli edall’altro i rappresentanti di organismi vari celati dietro sigle che bisognadecifrare. Perché quando si parla di Covid bisogna, appunto, decifrare.Comunque a parlare con il ministro di cosa bisognerebbe fare per cercare dievitare assembramenti su autobus, metro, treni, pensiline, fermate cittadine oextraurbane ci saranno i rappresentanti dell’Asstra (Associazione delle aziendedel trasporto pubblico locale), l’Anci, (Associazione nazionale comuniitaliani), i rappresentanti della Conferenza regioni italiane e l’Upi (Unioneprovince italiane). Province che sarebbero state abolite, ma sono ancora invita. Tutti intorno al tavolo, come spiega una nota del ministero,  dove “verràcompiuto un aggiornamento del monitoraggio periodico dei flussi dei passeggeriche utilizzano i mezzi pubblici e saranno analizzate alcune situazioniproblematiche riportate in questi giorni sui canali social, relative adassembramenti a bordo dei mezzi e all’interno delle stazioni”. Il nodo trasporti e scuolaIl problema è serio perché sugli autobus e sulla metro salgono gli studenti chevanno a scuola. E dunque l’idea che viene caldeggiata da Giovanni Toti e LucaZaia, governatori di centrodestra di Liguria e Veneto, è semplice: facciamorestare a casa i ragazzi che frequentano il quarto e quinto anno delle scuolesuperiori e così diradiamo le presenze e l’affollamento sui mezzi di trasportopubblico. Per loro si prevede la Dda. Cioè la didattica a distanza. Un po’ inclasse un po davanti al computer nel salotto di casa. “L’ho proposto io”,rivendica il governatore del Veneto.E tutti gli altri sono d’accordo. Anche se poi rettifica un po’ e dice: “Non homai parlato di Dad tout court. Ho proposto una Dad alternata pensata in manieraorganica che è diversa da quanto succede ora nelle scuole di molte regioni, nonin Veneto, che non hanno aule a sufficienza. Deve essere tarata sul tema degliassembramenti e dei trasporti, garantendo una sensata alternanza alle ultimeclassi delle superiori con un impatto minimo sull’esperienza scolastica”.Ma la ministra De Micheli non sembra d’accordo alle proposte dei governatori.“La scuola in presenza – dice – fa favorita con ogni mezzo. Non sono favorevolealla didattica a distanza”.Gli altri governatori, quindi, sarebbero d’accordo. A esporre la proposta nellanotte romana di Palazzo Chigi tocca al presidente della Conferenza delleRegioni Stefano Bonaccini. Ma il governatore dell’Emilia Romagna però nonsembra molto convinto: “Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere ladidattica in presenza. L’idea è stata ipotizzata legittimamente da alcuneRegioni come rimedio estremo qualora il governo avesse deciso di ridurre lacapienza attualmente prevista per i mezzi di trasporto pubblico. E io, comepresidente della Conferenza, avevo il dovere di sottoporla al governo. Nellacabina di regia, però, il governo non ha neppure toccato l’argomento della Dad.E quindi la questione non si è posta”.La questione non si è posta. Anche perché Nicola Zingaretti che è presidentedel Lazio, nonché segretario del Pd, non la pensa proprio come Zaia:  “Dobbiamotutelare la scuola in presenza – dice – se dovessi dare una priorità a tutti iprovvedimenti che riducono i rischi, ricomincerei con lo smart working negliuffici e tutelerei la frequentazione in presenza nelle scuole e nelleuniversità. Svuoterei i mezzi pubblici diminuendo il flusso delle persone conlo smart working”. Un altro amministratore che siederà al tavolo delministero, Antonio Decaro presidente dell’Anci, propone invece di scaglionareorari di entrate ed uscite da scuole e uffici.A chi toccherà decidere? Al governo e al Consiglio dei ministri. Magari primadel 13 novembre, quando scadrà il Dpcm appena varato. E qui entrano in ballogli esperi del Cts, il Comitato tecnico scientifico. Su loro indicazione, lenorme in vigore dicono che sui mezzi pubblici ci possono stare fino all’80 percento delle persone previste normalmente. Ma naturalmente il limite
sembraessere largamente superato. E allora fa capolino l’idea di portare il limite al50 per cento. Ma qui insorgono quelli dell’Asstra che fanno notare che, numerialla mano, nelle grandi città si lascerebbero a piedi 275 mila persone algiorno. I dati dei ComuniMa sarà così? L’assessore ai Trasporti del comune di Milano Marco Granell spiega che sui mezzi pubblici meneghini circola solo il 55, forse il 57 percento dei passeggeri che viaggiavano prima del Covid. E che per un paradosso ilmomento di minore affollamento è proprio nelle ore di punta. E quando si parladi potenziare i servizi, cioè aumentare le corse si scoprono altri dati. A Roma, per esempio, nel 2019 circovavano 1458 vetture. Oggi sono scese a 1429. Eallora, come in un eterno gioco dell’oca si torna al governo, al Dpcm prossimofuturo e alla concertazioni con le Regioni. Con l’idea di aumentare i controllisui mezzi pubblici, di entrare e uscire da scuole superiori e luoghi di lavoroin modo scaglionato, rimodulare gl orari delle zone Ztl (Zone a trafficolimitato). Oppure aumentare i mezzi a disposizione. Che però non ci sono. Equindi ecco tornare in pista Guido Bertolaso e la sua proposta: requisirequelli privati e metterli a disposizone della collettività. Bolzano va per conto suoSempre comunque che Regioni, comuni e altri enti siano d’accordo. Perché c’è laCabina di regia a Palazzo Chigi, gran cerimoniere il ministro Francesco Boccia.Ma come al solito qualcuno pensa di andare per conto suo. Nel bene e nel male.Il presidente della Giunta provinciale di Bolzano Arno Kompatscher, haannunciato che nella sua giurisdizione non si applicheranno eventualiinasprimenti delle regole in vigore. Quelle che ci sono bastano e avanzano.Casomai si provvederà. Con un occhio ai tradizionali mercatini di Natale e allastagione sciistica. Perché ha spiegato Kompatscher  “i mercatini di Natalequest’anno di certo non saranno come sempre”.  “Noi – ha fatto sapere – sullastagione sciistica abbiano elaborato un protocollo che è stato inviato aRoma”.  Perché  “è auspicabile che le stesse misure vengano applicate in tuttii centri sciistici in Italia per evitare confusione”. Evitare cioè concorrenzesleali. Gli appalti nei piccoli comuniSullo sfondo restà però un problema. Lo scontro, o il confronto, è sultrasporto delle grandi aree metropolitane e delle città. Ma cosa succede neipiccoli comuni e nelle aree dove la mobilità scolastica è affidata in appalto aditte che molto probabilmente non fanno parte dell’Asstra? Quali protocolli equali controlli si devono applicare in questo caso? E chi decide? Il Dpcm delpresidente del Consiglio o le Regioni? E qui torna sempre al solito nodo: laconfusione che regna sovrana nelle attribuzioni previste dal nuovo, si fa perdire, articolo 117 della Costituzione, varato nel 2001.(La Repubblica) Tagtavolo trasporti e contagi