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Dir. Resp.
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Edizione del 15/10/2020
Estratto da pag. 1
CAOS TRASPORTI/ Piuri (Trenord): la capienza al 50% non serve, i treni non sono focolai
“Quella dei trasporti è una situazione sicuramente critica perché al di làdegli sforzi del contingentamento è chiaro che ci sono dei momenti diaffollamento. Dobbiamo evitarli”. Alle parole, preoccupate, del premierGiuseppe Conte si è aggiunto, il giorno dopo il varo dell’ultimo Dpcm, ilpressing delle Regioni, in prima fila per chiedere più soldi, più mezzi e orariscaglionati per le scuole. Così, in questa fase di ripresa dei contagi, uno deinervi scoperti è considerato proprio quello dei trasporti pubblici, a tal puntoche ieri il ministro De Micheli ha promosso un incontro in videoconferenza acui hanno partecipato le associazioni rappresentative delle aziende delTrasporto pubblico locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, diAnci e dell’Upi. Sono stati raggiunti risultati positivi? I mezzi pubblici sonodavvero luoghi di eccessivo affollamento e di possibili contagi? A un mese dalcrash test rappresentato dalla riapertura delle scuole qual è il bilancio? Checosa si può fare per rendere più sicuro il settore del Tpl? Lo abbiamo chiestoa Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord e direttore generale di Fnm.La capienza all’80% non ha funzionato? Ci sono pendolari che si lamentano che iposti a sedere sono tutti occupati…I posti seduti occupati rispettano perfettamente la compliance con ledisposizioni previste dal governo.Perché?L’80% di cui parlano i provvedimenti non coincide con l’80% dei posti a sedere,ma dei passeggeri per i quali il veicolo, in questo caso il treno, è omologato.Il calcolo va fatto tenendo conto dei posti a sedere e dei posti in piedi,perché le vetture sono omologate per poter trasportare passeggeri in piedi, equindi questo 80% è sempre superiore alla disponibilità dei posti a sedere.Quindi hanno ragione coloro che dicono che c’è un problema affollamento suimezzi del trasporto pubblico locale?Penso che sia soprattutto un problema di percezione e di comunicazione. I datidei passeggeri a livello nazionale non indicano grossi problemi: mediamente ilsettore è al 50% della capacità. Anche come Trenord non abbiamo problemi disovraffollamento, pur avendo introdotto misure più restrittive: abbiamo infattitarato la nostra capienza al 65%, cioè tutti i posti a sedere e al massimo 10persone in piedi per carrozza.Tradotto in numeri?Trenord oggi offre meno corse, ma più posti, mettendo sui binari convogli piùcapienti, con più carrozze, proprio per garantire le condizioni di sicurezza edevitare gli assembramenti. Stiamo trasportando mediamente 480mila passeggeri algiorno rispetto agli abituali 840mila, il 60%. La nostra offerta, con la regoladell’80%, ha una capienza potenziale di 650mila posti, quindi abbiamo ancora lapossibilità di utilizzare più di 150mila posti.Il professor Crisanti propone di stabilire l’obbligo per i passeggeri diindossare la mascherina chirurgica prima di salire sui mezzi pubblici. Che nepensa?La gran parte dei passeggeri sale sugli autobus molto compostamente, spesso insilenzio, immersa nell’utilizzo dei propri smartphone, e già questo aiuta aridurre i rischi di contagio, che sarebbero sicuramente più elevati se non siindossasse la mascherina e si tenesse un comportamento più loquace. Inoltre ègiusto ricordare che sui nostri treni, sugli autobus e sulle metropolitane ipasseggeri in media stanno al massimo una ventina di minuti, che le fermatesono frequenti e altrettanto frequenti le aperture delle porte, garantendoquindi un’adeguata aerazione. Tutto questo dovrebbe dimostrare che i mezzipubblici non sono pericolosi focolai di infezione.Molti temono il contrario…Ma è un timore infondato, non esiste alcuna evidenza scientifica di questo. C’èuno studio internazionale, condotto in molti paesi, che mette in evidenzaquanto sia sicuro il settore del trasporto pubblico. Anzi, la ministra haaperto il vertice di ieri con le Regioni dicendo che anche il Cts ritiene ilTpl sicuro e con bassissimo impatto sui contagi.Eppure da alcune Regioni e dallo stesso Cts era stata ventilata l’ipotesi diridurre la capienza dei mezzi al 50%…Noi non ci siamo inventati delle regole particolari, s
tiamo applicando quelloche ha stabilito il governo. E ieri, lo ha confermato la stessa ministra,nessuno ha chiesto la riduzione dell’80%. Se poi si deciderà di passare al 60%o al 50%, bisogna essere coscienti che si aprono alcune questioni di non rapidae facile soluzione.Quali?Il trasporto pubblico fa i conti con i mezzi e il personale di cui dispone edeve rispettare alcuni vincoli di capacità della struttura e dei binari.Continuare a invocare che bisogna ridurre la presenza sui mezzi vuol dire cheuna serie di persone non potranno utilizzare il servizio pubblico, perché –solo per citare un esempio concreto – acquistare un nuovo treno non èun’operazione così veloce e automatica, servono mediamente da tre a cinqueanni. L’unica risposta possibile oggi è rivedere gli orari della vita pubblica,ma finora le scuole lo hanno fatto a macchia di leopardo.Il Cts ha proposto che vengano effettuati controlli sui mezzi pubblici e laministra De Micheli ha convenuto che questo è un tema da valutare. Avremo leforze dell’ordine su treni, bus e metropolitane?Innanzitutto, il nostro personale non può sostituirsi alle forze dell’ordine,assolvendo un compito che attiene a pubblici ufficiali. In secondo luogo: seandiamo in un negozio dove vige l’obbligo di entrare due alla volta, se vediamoche all’interno ci sono già due clienti, aspettiamo tranquillamente all’esternoil nostro turno. Non c’è bisogno della presenza delle forze dell’ordine. Perchénon può funzionare così anche sui mezzi pubblici? Tenga conto che l’apppredisposta da Trenord avvisa i passeggeri se il treno è troppo pieno oppureno…Avete richieste particolari da avanzare per aiutare a risolvere i problemilegati al trasporto pubblico in questa fase di emergenza Covid?La prima urgenza è che il governo metta a disposizione i soldi che ci spettanoe che ancora non sono arrivati: i 600 milioni finora stanziati all’interosettore del Tpl per coprire le perdite e i mancati ricavi non bastano. Intantoregistro con favore che ieri la ministra ha assicurato che il governo stapensando alle risorse anche per il 2021. In secondo luogo, e su questo puntosono tutti d’accordo, dalle aziende a Comuni e Regioni, la vera risposta seriapuò venire solo dallo scaglionamento degli orari, soprattutto delle scuole.Terzo: è necessario rendere più flessibili i contratti di servizio, oggi tropporigidi rispetto all’emergere delle varie esigenze: l’impianto regolatorio è damondo normale burocratico, invece le aziende dei trasporti devono avere lapossibilità di prendere decisioni in tempi rapidi.(Marco Biscella)© RIPRODUZIONE RISERVATA