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Edizione del 15/10/2020
Estratto da pag. 1
Per Conte intasamenti in casa non sui bus
Le reazioni di molte regioni e di non pochi commentatori al nuovo dpcm concordano: troppe restrizioni, troppe contraddizioni. Se nella giornata di molti...
Le reazioni di molte regioni e di non pochi commentatori al nuovo dpcm concordano: troppe restrizioni, troppe contraddizioni. Se nella giornata di molti milioni di connazionali c'è un frangente in cui l'assembramento non è una parola ma una realtà concreta, è il viaggio su un mezzo pubblico. Eppure da mesi non ci si è preoccupati del problema, ritenendo di poterlo risolvere con un metodo classico: operare sulla percentuale dei posti da lasciare liberi. È la stessa soluzione adottata per l'inquinamento: si cambia la percentuale oltre la quale non si deve andare. Così dal 50% di posti occupabili si è saliti all'80%.Tuttavia una minima conoscenza della vita quotidiana avrebbe dovuto convincere il mitico comitato tecnico-scientifico, la conferenza delle regioni, i ministeri interessati, che è impossibile evitare ammassamenti. Soprattutto riesce difficile eseguire controlli e arduo impedire ingorghi di passeggeri. Le soluzioni proposte prima ancora dell'estate sono inattuate: il parco dei mezzi pubblici non è stato potenziato, gli orari di scuole e uffici non sono stati dilatati, non si è provveduto ad alcun sostegno ai trasporti. In compenso, si sta ora litigando con scaricabarile fra Stato ed enti periferici, mentre il nuovo dpcm sembra aver trovato la causa causarum del contagio nella «famiglia».Non si capisce quanti milioni di feste e di cene e di balli interni alle case (le cui dimensioni medie non ricordano i castelli medievali) sarebbero necessari per raggiungere gli assembramenti di metropolitane, tram e autobus; ma tant'è. La scelta è stata quella, per bocca dello stesso presidente del Consiglio, il quale continua a godere una (meritata?) vasta popolarità.© Riproduzione riservata