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Dir. Resp.
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Edizione del 13/10/2020
Estratto da pag. 1
Campidoglio, il fattore Calenda divide il Pd. Zingaretti: "Il sindaco lo scelgono i romani"
Di Biase chiede a Virginia Raggi  di fare “un passo indietro per lasciarespazio a un’alleanza dem – M5s”. E il fondatore di Azione replica: “Mi pare dicapire che la questione non siano più le primarie, ma la necessità di trovareun candidato comune con i 5S. Piano piano lo scenario si va chiarendo”.Zingaretti prova a ricomporre Una mattinata da dimenticare. Così la definiscono i dirigenti Pd commentando lereazioni di Carlo Calenda all’intervista di Michela Di Biase rilasciata aRepubblica. Il leader di Azione è sempre più distante dal Pd e i dem, a duegiorni dal tavolo di coalizione convocato dal segretario romano Andrea Casu,sono in subbuglio: con Calenda è in corso un tentativo di dialogo per tenerlodentro, ma le parole di Di Biase, consigliera regionale del Pd, già capogruppodem in Aula Giulio Cesare, potrebbero segnare un punto di non ritorno. Ladirigente dem, moglie del ministro Dario Franceschini, ha chiesto alla sindacaVirginia Raggi di “fare un passo indietro per lasciare spazio a un’alleanza Pd– M5s”.Una posizione non condivisa da tutto il Pd, dove il dibattito interno, inqueste ore, è particolarmente “vivace”.Già, perché oltre ad aprire agli stellati, Di Biase ha anche detto che “leprimarie si potrebbero non fare se si trovasse un accordo organico con i 5s”.“Non sta né in cielo né in terra un accordo con gli stellati, che infatti nonsono stati invitati al tavolo di coalizione”, spiega il consigliere regionale,collega della Di Biase, Eugenio Patané. Le parole della ex capogruppo inCampidoglio hanno scatenato l’ira di Calenda, già indeciso se accogliere lerichieste del Pd e sottoporsi alle primarie o correre in solitaria: “Mi pare dicapire che la questione non siano più le primarie, ma la necessità di trovareun candidato comune con i 5S. Piano piano lo scenario si va chiarendo”,commenta il leader di Azione.Gli fa eco Luciano Nobili di Italia Viva:“Vanno avanti gli accorati appelli al M5s che in cinque anni ha distrutto laCapitale, l’attacco preventivo a chi sta pensando di mettersi a disposizione –il riferimento è a Calenda ndr – e uno stucchevole dibattito sulle primarie.Sí, incredibile ma vero, a Roma molti dirigenti del Pd preferiscono un’intesacon i cinque stelle a quella con Calenda”.I vertici dei dem locali hanno sempre alzato un muro all’ipotesi di alleanzacon i 5 Stelle a guida Raggi. Da giorni sia Casu che il senatore Bruno Astorre(anche lui come Di Biase è di Area Dem, la corrente che fa riferimento aFranceschini), spingono affinché l’ex ministro partecipi alle primarie. Azionesi siederà al tavolo di coalizione mercoledì, ma Calenda marca ogni giorno dipiù le distanze: “Vari articoli e retroscena questa mattina spiegano che unappoggio alla mia eventuale candidatura da parte del Pd dipende da un mio‘ammorbidimento dei toni verso il governo’. Penso sia bene chiarirsi prima: nonesiste. Continuerò a fare opposizione al governo in modo fermo ma costruttivo.Qui si parla di Roma”.In questo scenario, a dir poco caotico, c’è chi cerca di calmare le acque:secondo il ministro agli Affari europei Enzo Amendola “i candidati sindaci siscelgono nelle città tra gruppi dirigenti e ascoltando i bisogni dei dirigentilocali e delle persone. Mi affido alle decisioni dei dirigenti locali”. Lacandidatura di Calenda quindi, deve essere il frutto di una decisione comune.“Amendola ha detto l’unica cosa sensata in questo delirio di chiacchiericcio eretroscena inesistenti – ha commentato il segretario Pd Nicola Zingaretti – Ilcandidato sindaco di Roma lo decideranno, nelle forme e nei modi che riterrannoopportuni, in modo trasparente e autorevole, i dirigenti e i cittadini romani”.(La Repubblica)Tagcalenda candidato forse