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Edizione del 12/10/2020
Estratto da pag. 1
Piano ospedali, corsa contro il tempo (e il Covid)
Stefano Rizzi 07:30 Lunedì 12 Ottobre 2020Con lo scaricabarile tra Arcuri e Regioni tocca ad Asl e Aso definire ilprogramma di opere e interventi per potenziare le strutture sanitarie.Direttori (quasi) nel panico. Perché il Piemonte "autonomista" non ha chiestola delega commissariale?[coronaviru] Sette giorni di tempo (e due sono già passati) per inviare lapianificazione operativa e il cronoprogramma di ogni singolo intervento peraumentare i posti di terapia intensiva, adeguare i percorsi interni e i ProntoSoccorso all’emergenza Covid. Il termine indicato dal commissario straordinarioDomenico Arcuri, insieme ad altre stringenti prescrizioni, è contenutonell’ordinanza firmata venerdì scorso e arrivata sul tavolo delle direzionigenerali di Asl e Aso gettando i vertici aziendali in quello che se non èpanico, poco ci manca.[Arcuri11]Non sono solo i tempi ristrettissimi imposti per inviare i pianioperativi a Roma attraverso “il proprio referente regionale”, figura ancoraieri in cerca di identità nelle aziende sanitarie, ad allarmare i direttorigenerali e i loro staff. Ci sono altri termini molto stretti, fissati in diecigiorni, che preoccupano e sono quelli per siglare i contratti dopo ladefinizione degli accordi quadro stipulati dalla struttura di Arcuri con lesocietà che avranno l’incarico di fornire materiale o eseguire i lavori.Mettendo per un attimo da parte termini tecnici e burocrazia anche in questocaso imperante, quel che si presenta, per dirla fuor dai denti, è un grancasino. Tutto fuorché quel che sarebbe necessario per evitare ciò che, alcontrario, quasi certamente accadrà: ritardi sul rafforzamento degli ospedali,scaricabarile delle responsabilità, annunci che restano tali mentre ibollettini quotidiani – quello di ieri ha visto salire di 409 il numero deicontagi, di 24 unità i ricoverati, di 2 quelli in terapia intensiva e purtroppocontato ancora 3 morti – non lasciano ben sperare sul fronte delle futurenecessità ospedaliere.QUI L'ORDINANZA DI ARCURI[icardi-cir]Ma come si arriva a questa situazione in cui di chiaro c’è davveropoco e di complicato troppo? Perché dopo aver approvato in estate (nel caso delPiemonte il 13 di luglio) i piani per l’aumento delle rianimazioni el’adeguamento delle strutture Arcuri lascia passare tre mesi e poi chiede allesingole Regioni se intendano assumere la delega anziché, come sarebbe statologico, disporre un provvedimento in tal senso? Perché il governatore delPiemonte Alberto Cirio e il suo assessore alla Sanità Luigi Icardi non hannofatto come i loro colleghi di altre nove Regioni che hanno assunto la delega,lasciando invece che il commissario straordinario individui le aziendesanitarie come soggetto attuatore e le investa di questo ruolo?Già si era partiti male. A fine maggio quando la task force guidata da GiovanniMonchiero aveva completato il piano sulla base delle indicazioni contenute neldecreto Rilancio del 19 maggio, una circolare del ministero della Salutemodifica i parametri sui nuovi posti di terapia intensiva. Nel complesso sonoprevisti interventi per 111 milioni, di cui 45 per adeguare le strutturesanitarie. L’ex parlamentare a lungo direttore generale di Asl chiamato apredisporre il piano, lo rivede in fretta e lo rimanda a Roma da dove sollevanoalcuni rilievi. Nuovo aggiustamento e altro invio, stavolta va tutto bene. Il13 di luglio arriva il timbro di approvazione. Poi più nulla. Nessuno dallastruttura di Arcuri si fa vivo e, se ci sono stati, i solleciti della Regionecadono nel vuoto. Tutto fermo.[Monchiero-]I 610 posti di terapia intensiva e i 305 di subintensiva restanonumeri sulla carta, i percorsi puliti e sporchi (ovvero la divisione necessariaper evitare contagi) progetti, l’estate finisce e nulla è ancora incominciato.Intanto i casi di Coronavirus prendono a risalire. Si discute sui banchi con osenza ruote, non arriveranno neppure quelli e già la cosa dovrebbe far capiredove si potrà andare a parare con le assai più importanti strumentazioni percurare di per Covid arriva in ospedale. Riprende la politica, torna la bandieradell’autonomia e dei maggio
ri poteri alle Regioni, ma quando si tratta ditradurre in pratica gli slogan, il Piemonte “autonomista” declina la bizzarraofferta (in quanto tale) di Arcuri e, ancora una volta, lascia la questionenelle mani dello Stato centrale.“Le Regioni non hanno la possibilità di agire in deroga come è consentito allastruttura commissariale e questo allungherebbe i tempi”, spiega così la sceltal’assessore Icardi. C’è sicuramente del vero in quel che dice il coordinatoredella Sanità nella Conferenza delle Regioni, ma perché proprio l’organismopresieduto da Stefano Bonaccini che con la sua Emilia-Romagna ha assunto ladelega non ha premuto per ottenere quelle deroghe in modo da allargare a tuttele Regioni il sistema, comunque, adottato da nove di esse compresa la vicinaLiguria e il virtuoso Veneto, ma non dalla Lombardia sempre più lepre daseguire per il Piemonte governato dal centrodestra?[icardi-con]Premesso che anche nel caso di delega alla Regione conl’attribuzione del ruolo di commissario delegato al governatore, le aziendesanitarie e ospedaliere avrebbero dovuto comunque fare la loro parte pigiandosull’acceleratore delle pratiche e dei lavori, un rapporto più diretto e menocomplicato probabilmente avrebbe potuto rendere tutto più rapido, o per megliodire meno lento e farraginoso. Un conto è rapportarsi con gli uffici di corsoRegina o di piazza Castello, altro è per Asl e Aso interloquire e ottenererisposte da una struttura come quella di Arcuri.Non solo, dopo aver appurato e legittimamente additato i ritardi nei mesiscorsi da parte della struttura commissariale, la decisione della Regioneappare ancora più difficile da comprendere, lasciando spazio a ipotesi chepossono condurre verso l’ennesimo scontro con il Governo e un eventuale scaricodi responsabilità nei confronti di Arcuri (che già ne ha di evidenti) perritardi e intoppi che inevitabilmente ci saranno. Un gioco del cerino, quellotra Torino e Roma, che se adesso scotta un po’ i vertici delle aziendesanitarie, domani potrebbe bruciare sulla pelle di chi deve andare inospedale.